Le foto delle proteste al G8
Lunedì sera è stata organizzata una manifestazione contro la riunione dei paesi più industrializzati in Irlanda del Nord, ed è stata molto pacifica
Martedì 18 giugno è il secondo e ultimo giorno del G8, la serie di incontri del gruppo delle otto nazioni più industrializzate del mondo: Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Russia, Regno Unito e Stati Uniti. La riunione era iniziata ieri e si è svolta a nord della cittadina di Enniskillen, nella contea di Fermanagh, in Irlanda del Nord. Per ieri pomeriggio era stata indetta una manifestazione di protesta contro la riunione, la seconda dopo quella di Londra di martedì 11 giugno in cui sono state arrestate 32 persone.
Secondo i giornali irlandesi, la manifestazione è stata piuttosto pacifica e non ci sono stati momenti di tensione, a parte quando una ventina di manifestanti ha provato a oltrepassare il filo spinato, collocato dalla polizia a circa 3 chilometri da dove si svolgevano le riunioni. I manifestanti dicono che alla protesta hanno partecipato fra le 1500 e le 5000 persone, mentre per la polizia sono state molto meno, circa 700.
Alla manifestazione non erano presenti i black bloc, anarchici dai modi piuttosto violenti spesso presenti alle grosse manifestazioni contro il capitalismo e il G8. I motivi delle proteste erano vari: alcuni manifestanti protestavano contro il sistema economico, altri contro l’estrazione di gas naturale nel mondo, ritenuta troppo invasiva, altri ancora contro l’esistenza stessa del G8.
Ciaran Morris, un nordirlandese di 48 anni, è andato alla manifestazione vestito come un prigioniero di Guantanamo, sventolando una bandiera della Palestina. Al Belfast Telegraph ha spiegato di avere protestato per il trattamento internazionale riservato ai palestinesi e per le condizioni dei prigionieri nel carcere di Guantanamo: «tutti i patriarchi dell’America si stanno rivoltando nelle tombe», ha detto. C’era anche Belinda Loftus, una donna che fa parte dell’associazione ecologista “Friends for the Earth”, che pubblicizzava con slogan vari e volantini la sua “World Bank”, cioè un manifesto di regole per “prendere in prestito” le risorse naturali in maniera più etica. Assieme ai volantini regalava anche conchiglie raccolte sulla spiaggia di Newcastle, «come quando apri un conto in banca e loro ti regalano una di quelle penne scadenti. Io invece sono un’artista, per me questo è un vero intervento sociale.»