La pena di morte in Florida
È l'unico stato americano in cui le esecuzioni aumentano, e il governatore ha da poco firmato una legge che accorcia i tempi in caso di condanna
Negli ultimi anni diversi stati degli Stati Uniti hanno abolito la pena di morte – l’ultimo è stato il Maryland – e in generale la tendenza è stata quella di una forte diminuzione del numero delle esecuzioni. Anche il Texas, che è lo stato americano in cui da sempre avvengono più esecuzioni, sarà obbligato a rivedere le proprie politiche, come ha ordinato una recente sentenza della Corte Suprema. La Florida, che dal gennaio del 2011 è governata dal repubblicano Rick Scott, sembra invece avere intrapreso una strada diversa da tutto il resto degli Stati Uniti: dal 2011 il numero di esecuzioni nello stato è aumentato. Le persone in attesa della pena di morte sono 405, e le condanne a morte firmate solo negli ultimi due anni e mezzo sono state 11, di cui 6 negli ultimi mesi: un numero molto più alto rispetto al passato.
Di recente i giornali statunitensi si sono occupati della pena di morte in Florida soprattutto riguardo l’approvazione di un provvedimento molto discusso, trasformato in legge venerdì 14 giugno da Scott. Con la nuova legge, che si chiama “Timely Justice Act”, la Florida è diventata il primo stato a prevedere procedure più rapide per l’esecuzione dei detenuti condannati a morte: tra le altre cose, la legge prevede che il governatore debba firmare l’ordine della condanna a morte entro 30 giorni a partire dal momento in cui il procedimento di appello si è definitivamente concluso; inoltre, la nuova legge prevede che una volta che il governatore ha firmato l’ordine, la condanna debba avvenire entro 180 giorni.
Rob Bradley, senatore repubblicano e avvocato della Florida, ha spiegato a Slate il motivo per cui ha deciso di appoggiare il “Timely Justice Act”: «Tutti hanno capito che quando una persona è condannata a morte poi ci vogliono 10, 20, 30, 40 anni prima che sia eseguita la condanna. E questo porta l’opinione pubblica a perdere fiducia, e lascia l’impressione, giusta o sbagliata, che il sistema si sia rotto». In realtà non è vero che in Florida le esecuzioni sono più lente rispetto ad altri stati: si parla di un’attesa di 13,2 anni, che è minore della media nazionale, pari a 14,8 anni.
Bradley ha detto anche che, a differenza di quello che pensano molti, la nuova legge non provocherà un aumento del numero di condanne ai danni di innocenti. I problemi con questa tesi, sostengono però i critici della legge, sono diversi. Negli Stati Uniti ci sono stati in passato diversi casi di imputati condannati a morte e poi scagionati dalle accuse dopo molti anni da quando era stata annunciata la sentenza. Questo problema è diventato ancora più significativo in Florida: dalla metà degli anni Settanta, scrive Slate, lo stato della Florida ha eseguito la condanna a morte di 77 persone: 24 detenuti sono invece stati “graziati” – il numero più alto di qualsiasi altro stato americano – perché trovati poi innocenti. Il problema, prosegue Slate, è che la Florida è l’unico stato nel paese in cui una maggioranza semplice della giuria può decidere per una condanna a morte, mentre in tutti gli altri è necessaria l’unanimità.
La modalità di voto della giuria non è l’unico problema del sistema giudiziario della Florida. Secondo il giudice della Corte di Giustizia Suprema della Florida, Raoul Cantero, gli avvocati d’ufficio che lo stato mette a disposizione sono tra i peggiori degli interi Stati Uniti, specialmente quelli impiegati nei processi veri e propri e specialmente nei casi in cui si deve decidere se applicare la pena di morte. Nel 2006 l’American Bar Association, associazione statunitense formata da avvocati e da studenti di legge, ha fatto una valutazione del sistema della pena di morte della Florida, mettendone in discussione la correttezza e la precisione, e ha presentato 11 raccomandazioni di riforma. Da allora, però, niente è cambiato, almeno secondo i parametri auspicati dall’associazione.