«Non so che faccia abbia Obama»
La bella intervista di Carlo Verdelli a Luigi Manconi, che da sette anni non ci vede più e non ne ha mai parlato
Venerdì 14 giugno, Repubblica ha pubblicato un’intervista di Carlo Verdelli a Luigi Manconi, senatore del Partito Democratico presidente della commissione per i Diritti Umani del Parlamento, che dal 2006 è ipovedente – vede pochissimo, e solo da un angolo dell’occhio sinistro.
Manconi è nato a Sassari, ha 65 anni e nella vita ha fatto un sacco di cose: è laureato in Scienze Politiche, ha militato in Lotta Continua, è stato un critico musicale e tuttora insegna Sociologia dei fenomeni politici allo IULM di Milano. È un noto attivista per i diritti umani: nel 2001 ha fondato la onlus “A buon diritto”, che opera in favore dei «diritti riconosciuti dal nostro ordinamento, ma non adeguatamente tutelati» e si occupa di garantismo, temi di libertà etica e lotta contro il razzismo. È stato eletto per la prima volta in Parlamento nel 1994 nelle liste dei Verdi, di cui dal 1996 al 1999 è stato anche portavoce nazionale. Nel 2005 si iscrisse ai DS e dal 2006 al 2008 fu sottosegretario alla Giustizia del governo Prodi.
“Per esempio, io non so che faccia abbia Obama. Nel 2008, quando venne eletto, non ero già più in grado di memorizzarne il volto. Direi che ha una testa ovaloide. È così?”. Mentre parla, non ti centra, guarda un po’ altrove. “Anche Giovinco, per dire, eroe della mia epopea sportiva. È venuto dopo, e io non so immaginare i tratti del suo viso, né riconoscerne movenze e traiettorie sul campo”.
“Tutto quello che non ho filmato nel cervello prima della mia patologia, mi è visivamente sconosciuto”.
Luigi Manconi, 65 anni, sardo di Sassari, senatore del Pd e fresco presidente della Commissione per i Diritti Umani, oltre a un altro sacco di cose, dalla sociologia alla militanza politica fino a una conoscenza dottorale in musica leggera e popolare, non vede praticamente da 7 anni e non ne ha mai parlato. Per pudore, forse, o per volontà di rimozione. Resta il fatto che, anche se la definizione clinica è “ipovedente”, per la Asl è un “cieco civile”, con un “residuo visivo non superiore a un ventesimo” all’occhio sinistro e zero al destro.
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