BCE: Italia tra i 6 Paesi virtuosi nel risanamento conti pubblici
Milano, 13 giu. (LaPresse) – “Secondo i dati notificati all’Eurostat nella primavera 2013 nell’ambito della procedura per i disavanzi eccessivi (PDE), il disavanzo delle amministrazioni pubbliche dell’area dell’euro è sceso al 3,7 per cento del PIL nel 2012 dal 4,2 nel 2011. Il risanamento è stato sostenuto da interventi di aumento delle entrate che hanno più che compensato l’incremento della spesa osservato nel 2012. Tuttavia, i disavanzi sono rimasti superiori al valore di riferimento del 3 per cento del Pil nella maggior parte dei paesi dell’area, con l’eccezione di Germania, Estonia, Italia, Lussemburgo, Austria e Finlandia”. E’ quanto si legge nel bollettino della Bce reso noto oggi, da cui emerge come l’Italia sia stata nel 2012 uno dei 5 Paesi più virtuosi nelle gestione della finanza pubblica. Solo cinque paesi dell’area hanno registrato un rapporto debito/PIL inferiore al valore di riferimento del 60 per cento del PIL, mentre lo stesso rapporto è risultato prossimo o superiore al 100 per cento in Belgio, Irlanda, Grecia, Italia e Portogallo.
La Bce elenca anche i rischi per la nostra economia, in rapporto ai conti pubblici. “Occorre – si legge – attenersi con rigore al percorso di moderazione del disavanzo specificato nell’aggiornamento per il 2013 al fine di ridurre al minimo il rischio che, nel prossimo futuro, venga superato di nuovo il valore di riferimento del 3 per cento del Pil. Si tratta di una sfida cruciale per la politica di bilancio del nuovo governo che si è insediato il 28 aprile scorso”. “In Italia il rapporto tra disavanzo e Pil ammontava al 3,0 per cento nel 2012, rispetto al 3,8 del 2011. In base alle previsioni economiche della primavera di quest’anno, la Commissione europea ha raccomandato la chiusura della procedura per eccesso di deficit, dal momento che l’Italia si ritiene abbia corretto il suo disavanzo eccessivo entro la scadenza del 2012 e dato che le proiezioni sul disavanzo lo mantengono al di sotto del valore di riferimento”. Il dato per il 2012, tuttavia, era di 1,3 punti percentuali superiore all’obiettivo fissato nell’aggiornamento del programma di stabilità per lo stesso anno, un risultato secondo la Bce “per lo più riconducibile all’andamento macroeconomico peggiore delle aspettative e alla debole dinamica delle entrate”. Nel quadro di una progressiva ripresa della crescita del Pil, ricorda la Bce, “l’aggiornamento del programma per il 2013 posiziona il disavanzo appena sotto il 3 per cento del Pil nello stesso anno e ne indica una flessione nell’orizzonte temporale del programma. In previsione di un percorso di risanamento più graduale, gli obiettivi di bilancio sono stati notevolmente ridimensionati rispetto all’aggiornamento del programma per il 2012. In base alle attese, nel 2013 il rapporto tra debito pubblico e PIL raggiungerebbe il picco di circa il 130 per cento del PIL. I rischi connessi agli interventi di riduzione del disavanzo riguardano soprattutto un’evoluzione macroeconomica peggiore delle aspettative, ma anche un rallentamento delle entrate rispetto alle dinamiche ipotizzate nonché maggiori spese”.