Le proteste per la tv pubblica greca
Il governo l'ha chiusa a mezzanotte, dicendo che costa troppo: i giornalisti hanno occupato la sede e stanno continuando a trasmettere in streaming
Dopo la chiusura della tv e della radio pubblica greca ERT, comunicata dal governo ieri, martedì 11 giugno, ci sono state numerose manifestazioni di protesta a sostegno dei 2.700 dipendenti che verranno licenziati. Fuori dalla sede della televisione, ad Atene, si sono riunite centinaia di persone e sono state inviate le forze dell’ordine in tenuta antisommossa, ma non ci sono stati scontri.
I programmi sono stati interrotti a partire dalla mezzanotte, ma i giornalisti e gli operatori che avevano ricevuto l’ordine di lasciare il loro posto di lavoro hanno “occupato” la sede e continuato a trasmettere in streaming. Le trasmissioni stanno proseguendo anche oggi. I due maggiori sindacati della Grecia hanno indetto per domani, in segno di protesta, uno sciopero generale di 24 ore. Altre manifestazioni sono in programma per questo pomeriggio davanti alle ambasciate greche di diversi paesi in Europa.
Il governo ha fatto sapere che la decisione rientra all’interno del programma di austerità concordato con le autorità internazionali (la cosiddetta “troika”: Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea) per ristrutturare il debito pubblico e continuare a ricevere gli aiuti: e prevede, tra le altre cose, di tagliare 15mila posti di lavoro nel settore pubblico entro il 2014, 4mila entro la fine del 2013. Simos Kedikoglou, portavoce del governo greco, ha spiegato che ERT costa sette volte le altre tv del paese e ha tre o quattro volte il loro personale. I dipendenti che saranno licenziati potranno presentare la loro candidatura per lavorare in una nuova e ridotta struttura che verrà creata. Il progetto di legge per la riorganizzazione del settore audiovisivo pubblico (radio, internet e televisione) verrà discusso oggi pomeriggio da una apposita commissione governativa.
Il leader di Sinistra Democratica Fotis Kouvelis ha chiesto che qualunque modifica venga decisa con la televisione pubblica in funzione e d’accordo con Evanghelos Venizelos, a capo del partito socialista Pasok, ha già annunciato il suo voto contrario quando il decreto legge relativo alla chiusura di ERT arriverà in Parlamento. Ieri notte Alexis Tsipras, del partito di sinistra Syriza, all’opposizione, è stato ospite nella sede della ERT e ha parlato di «colpo di Stato».
L’European Broadcasting Union, che rappresenta tutte le emittenti di servizio pubblico in Europa, ha fatto sapere di non condividere la decisione di chiudere ERT, mentre la Commissione europea ha pubblicato una nota in cui ha scritto: «Non è stata la Commissione Ue a chiedere la chiusura della tv pubblica greca ERT, una decisione pienamente autonoma che va vista nel contesto di modernizzazione dell’economia greca per rendere efficiente il settore pubblico e che deve essere vista nel contesto dei grandi e necessari sforzi delle autorità greche per modernizzare l’economia, che comprendono l’efficienza e l’efficacia del settore pubblico».