Gli sport esclusi dalle Olimpiadi
Nel 2020 non ci saranno il karate e l'arrampicata, tra gli altri: la lotta greco-romana si giocherà l'ultimo posto disponibile con squash e baseball
Nella riunione del 29 maggio a San Pietroburgo, in Russia, il Consiglio Esecutivo (EB) del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha selezionato le tre discipline che avranno ancora la possibilità di partecipare ai Giochi Olimpici del 2020, tra quelle escluse: la lotta – sia la greco-romana che la libera – lo squash e il baseball/softball. Soltanto una però verrà scelta durante la 125esima sessione del CIO, che si terrà a Buenos Aires il 7 settembre 2013.
Quando fu pubblicata la lista delle discipline escluse, dopo la riunione del 12 febbraio 2013, si era discusso ampiamente del fatto che la lotta, una delle discipline più antiche a partecipare ai Giochi Olimpici, fosse stata esclusa. Oltre a queste tre discipline, erano state inizialmente escluse dalle 25 “di base” anche il karate, i cosiddetti “roller sports”, cioè i vari sport su rotelle (pattinaggio e skateboard, tra gli altri), l’arrampicata, il wakeboard (uno sport che si basa sulla fusione tra lo sci nautico e lo snowboard), le arti marziali cinesi (wushu).
Tra le motivazioni con le quali il Comitato aveva deciso di escludere la lotta, c’era la confusione che si era creata ultimamente nell’assegnazione dei punti durante i combattimenti, che aveva causato diverse proteste anche ai Giochi di Londra 2012. In questi mesi i dirigenti della Fédération Internationale des Luttes Associées (FILA) hanno introdotto delle novità regolamentari, per cercare di convincere i membri del Comitato a non escludere la lotta: una di queste riguarda proprio il modo in cui si formerà il punteggio durante gli incontri. È stato stabilito che il vincitore degli incontri sarà il lottatore che totalizza il maggior numero di punti e non quello che vince due dei tre turni di gara, come accadeva in passato. Inoltre il “takedown”, un tipo di presa sull’avversario, varrà più punti dello spingere l’avversario fuori dai bordi della pedana.
Ma la lotta non era stata esclusa soltanto per motivi collegati alle regole della disciplina: le decisioni del Comitato Esecutivo si sono basate su 39 criteri, tra cui gli indici di ascolto televisivi, il numero dei biglietti venduti, la politica antidoping delle federazioni delle varie discipline e la popolarità dello sport nei vari paesi. Per questo la questione della sua riammissione ai Giochi è ancora aperta e incerta.
La lotta è una delle più antiche discipline delle Olimpiadi: fu introdotta per la prima volta nell’edizione delle Olimpiadi antiche del 708 a.C. ed è stata una delle discipline più importanti gin dall’inizio delle Olimpiadi moderne, a partire dall’edizione del 1896 ad Atene. La lotta si divide in due specialità: la lotta greco-romana, in cui i lottatori combattono usando soltanto le braccia e la parte superiore del corpo, e la lotta libera, in cui i lottatori possono usare anche le gambe, potendo attaccare l’avversario sia nella parte superiore, sia nella parte inferiore.
Nella riunione della 125esima sessione del CIO del 7 settembre prossimo sarà anche nominato il nuovo presidente dell’organizzazione, e sarà scelta la città che ospiterà i Giochi del 2020. Le candidate sono Madrid, Tokyo e Istanbul: non è possibile fare al momento una previsione sulla scelta, ma scrive il Wall Street Journal che la città turca ha presentato una candidatura molto forte. In Turchia, per la cronaca, la lotta – nella specialità della “lotta turca o lotta nell’olio” – è considerata lo sport nazionale.
Foto: lo statunitense Kyle Dake e l’iraniano Hassan Tahmasebi (TIMOTHY CLARY/AFP/Getty Images)