Il primo viaggio dello Zeppelin in Italia
Ottant'anni fa un dirigibile tedesco fece per la prima volta un giro sopra l'Italia: la storia e i francobolli celebrativi
di Domitilla D'Angelo – @domitillamiti
Il dirigibile LZ-127 Graf Zeppelin arrivò in Italia per la prima volta il 29 maggio del 1933, 80 anni fa. Era lungo 236 metri e aveva un volume di 105 mila metri cubi, aveva già compiuto 302 crociere e circumnavigato il mondo. Era stato varato il 18 settembre di cinque anni prima, a Friedrichshafen, sul lago di Costanza, nella Germania meridionale.
Il dirigibile era stato progettato dal conte (graf, in tedesco) Ferdinand von Zeppelin. Nato in Germania, a Costanza, nel 1838, Zeppelin vide i primi palloni aerostatici durante la guerra civile americana, nel 1863, alla quale partecipò come osservatore: venivano utilizzati dai nordisti per osservare dall’alto le truppe nemiche. A 52 anni, dopo il congedo, tentò di costruire un aerostato con armatura rigida, di grandi dimensioni, pensato per lunghi tragitti e guidato da eliche direzionali (da qui il nome italiano di dirigibile). Costruì i primi dirigibili autofinanziandosi: allo LZ1 (luftschiff vuol dire aeronave; e la zeta sta per Zeppelin) seguirono altri, senza successo, e i vertici militari prussiani non si dimostrarono molto interessati. Dal 1896 il progetto di Zeppelin iniziò a raccogliere più interesse e arrivarono anche i primi investimenti: non tanto per scopi militari (anche se i dirigibili vennero utilizzati durante la Prima guerra mondiale), bensì commerciali.
Il successo dei dirigibili Zeppelin arrivò dopo la morte del conte, nel 1917. La competizione fra un mezzo d’aria più leggero e uno più pesante – cioè tra dirigibile e aereo – era forte: c’erano in gioco importanti interessi commerciali e per la Germania, produttrice degli Zeppelin, era anche una questione di prestigio nazionale. Agli inizi degli anni Trenta i viaggi in dirigibile, stabili e comodi, erano considerati migliori: permettevano di godere del paesaggio e la navicella conteneva cabine, sala da pranzo, salottini, un ufficio postale e una passeggiata panoramica.
All’inizio del 1933 la Germania organizzò una crociera Zeppelin in Italia, fino ad allora mai sorvolata dal dirigibile. La Romfhahrt, la crociera di Roma, aveva un forte significato politico e propagandistico: da gennaio in Germania era al potere Adolf Hitler, alleato di Benito Mussolini e del regime fascista. Il 28 maggio 1933, intorno a mezzanotte, il 127esimo Zeppelin decollò dalla sua base al confine con la Svizzera. Con un volo notturno sorvolò Basilea, Besançon, Lione, Avignone, Marsiglia. Al mattino seguì la rotta su Nizza, Sanremo, Genova, Pisa, Livorno, Civitavecchia. Fu avvistato nel cielo di Roma verso le 16:30. Procedeva a circa 100 chilometri all’ora – una velocità lenta anche all’epoca – per offrire la vista dall’alto ai passeggeri, 27 uomini e una signora torinese. Atterrò a Ciampino poco dopo le cinque di pomeriggio: ad accoglierlo c’erano re Vittorio Emanuele III con le figlie, i ministri dell’Aeronautica e della Marina, Italo Balbo e Giuseppe Sirianni, l’ambasciatore tedesco von Hassel e Joseph Goebbels, da poco ministro della propaganda del Reich tedesco. Il dirigibile imbarcò altri passeggeri, sorvolò di nuovo la capitale, atterrò e poco prima delle otto di sera levò di nuovo gli ormeggi. Il programma prevedeva l’arrivo a Napoli, ma sopra Anzio il ritardo sulla tabella di marcia suggerì al comandante Ernst Lerhmann di invertire la rotta e puntare verso la base di Friedrichshafen, dove giunse alle 13:30 del giorno successivo. Tre giorni dopo il dirigibile sarebbe partito per il Brasile. Il dirigibile L.Z.127 Graf Zeppelin fu demolito nel 1940: all’epoca era il dirigibile più usato della storia.
La posta e i francobolli
La società Zeppelin per la crociera del 1933 aveva concluso un accordo con il ministero italiano delle Poste, per consentire al dirigibile di trasportare corrispondenza. Il 29 maggio diverse lettere furono paracadutate su Livorno e Nettuno, altre vennero sbarcate a Roma, dove fu raccolta la corrispondenza affrancata con francobolli appositamente emessi (all’epoca costavano 65 lire, oggi valgono circa 600 euro). Erano stati disegnati da Corrado Mezzana, il più famoso disegnatore di francobolli italiani del tempo. Le vignette, inquadrate da colonne romane, raffigurano monumenti sorvolati dal dirigibile (la piramide di Caio Cestio, la tomba di Cecilia Metella, lo Stadio dei marmi, Castel Sant’Angelo, il Foro romano, il Colosseo), mostrando un’evidente contrapposizione fra la nuova tecnologia tedesca e le antichità italiane.
La fine degli Zeppelin
Il successo degli Zeppelin e dei dirigibili in generale fu bruscamente interrotto dall’incidente al gigantesco dirigibile LZ-129 Hindenburg. Era decollato il 3 maggio 1937 dalla Germania verso gli Stati Uniti con 97 persone a bordo; la sera del 6, mentre stava attraccando a Lakehurst, nel New Jersey, il dirigibile si incendiò e precipitò. Il disastro, di cui esiste la ripresa cinematografica e la cronaca radiofonica in diretta, ebbe un grande impatto sul pubblico, segnando la fine dei dirigibili, soppiantati dagli aeroplani.