Il caso Liberty Reserve

Un controverso servizio per scambiarsi soldi online è stato chiuso: secondo l'accusa è il più grande caso di riciclaggio internazionale nella storia degli Stati Uniti

Liberty Reserve, un servizio online per effettuare transazioni economiche in tutto il mondo, è stato chiuso e il suo fondatore è stato accusato di riciclaggio di denaro da un procuratore degli Stati Uniti di New York. Secondo l’accusa, nei suoi anni di esistenza il sistema avrebbe consentito di effettuare transazioni per traffici spesso illeciti per un valore che supera i 6 miliardi di dollari. Il sito principale di Liberty Reserve non è più accessibile e, oltre al suo fondatore Arthur Budovsky, ci sono altre sei persone accusate di avere gestito le attività illecite del sistema. Secondo le autorità statunitensi, potrebbe trattarsi del più grande caso di riciclaggio internazionale di denaro mai perseguito dagli Stati Uniti.

La sede di Liberty Reserve era in Costa Rica. Il servizio consentiva ai suoi iscritti di depositare e trasferire denaro ad altre persone richiedendo pochissimi dettagli per la loro identificazione: erano sufficienti nome, data di nascita e un indirizzo email. Il sito non aveva alcun sistema di verifica dell’identità di chi trasferiva denaro, né di chi lo riceveva. Erano consentite diverse modalità per effettuare le transazioni, sia tramite l’appoggio di conti correnti su banche tradizionali, sia con l’utilizzo di carte di credito e prepagate.

Liberty Reserve non imponeva nessun limite massimo al volume delle transazioni, e tecnicamente non si occupava di gestire materialmente i depositi e i prelievi. In pratica il proprietario di un conto depositava denaro disponendo una sua “conversione” in dollari o euro di Liberty Reserve, il cui valore era legato a quello effettivo dei dollari statunitensi e della valuta dell’Unione Europea. Il sistema si finanziava attraverso commissioni pari all’1 per cento sulle singole transazioni. Data l’impossibilità di controllare efficacemente l’identità delle persone coinvolte, le transazioni non potevano essere in alcun modo annullate.

Budovsky aveva già avuto problemi con la legge prima di oggi. A partire dal 2002 e per quattro anni aveva gestito insieme con un socio un altro servizio per lo scambio di denaro, GoldAge. Nell’estate del 2006 furono entrambi accusati di gestire un sistema finanziario illecito negli Stati Uniti e furono condannati a cinque anni di prigione nel 2007. Budovsky lasciò il paese e si stabilì in Costa Rica. Si sposò con una costaricana ottenendo la cittadinanza nel paese e successivamente rinunciò a quella statunitense.

I dettagli sulla fondazione e sullo sviluppo di Liberty Reserve non sono mai stati molto chiari. Una qualche forma di servizio aprì al pubblico intorno al 2001, ma solo nel 2006 la società pare divenne completamente attiva in seguito allo spostamento della sua sede in Costa Rica da parte di Budovsky. Nel 2011 le autorità del Costa Rica negarono a Liberty Reserve le licenze necessarie per proseguire la propria attività, a causa della mancanza di informazioni chiare e trasparenti sulla sua origine e sulla gestione dei propri affari. Budovsky avrebbe comunque mantenuto l’attività utilizzando altre società in Costa Rica. Intanto, sempre nel 2011, gli Stati Uniti chiesero al Costa Rica di avviare indagini più approfondite su Liberty Reserve e sugli affari di Budovsky.

Negli ultimi due anni le autorità di diversi paesi si sono occupate del controverso servizio per le transazioni di denaro online. In seguito a una indagine congiunta di 17 paesi, gli Stati Uniti si sono occupati di mettere offline il sito principale di Liberty Reserve lo scorso 24 maggio. Budovsky, che si trovava in Spagna negli ultimi tempi, è stato arrestato con l’accusa di riciclaggio di denaro. Altre quattro persone riconducibili al servizio sono state arrestate tra Costa Rica, Spagna e Stati Uniti. Due sospettati sono ancora in libertà e si pensa si siano nascosti da qualche parte in Costa Rica.

A distanza di alcuni giorni dall’operazione, le autorità statunitensi hanno rivelato le accuse contro Liberty Reserve, che oltre al riciclaggio di denaro sporco riguardano la gestione non autorizzata di un sistema per effettuare transazioni di denaro. Gli Stati Uniti hanno mosso le accuse sfruttando alcune regole del Patriot Act, perché Liberty Reserve non è una società statunitense. Il procuratore di Manhattan ha chiesto 25 milioni di dollari di danni e ha chiesto l’estradizione di Budovsky, che rischia fino a 30 anni di prigione.

Secondo il procuratore, Preet Bharara, Liberty Reserve era chiaramente un sistema nato per facilitare le attività criminali, una sorta di banca per il mercato nero. Sicuramente la mancanza di controlli aveva attirato nel corso del tempo molti criminali, che sfruttavano il sistema per fare circolare il denaro e renderlo non tracciabile, ma è bene ricordare che il servizio era anche utilizzato da milioni di persone per scopi più che legittimi. Liberty Reserve offriva infatti servizi e sistemi per il commercio elettronico e per effettuare pagamenti online, in modo non molto diverso da quelli offerti da servizi più noti (e affidabili) come PayPal.

Con la chiusura di milioni di account, moltissimi utenti potrebbero perdere il denaro che avevano depositato. Bharara ha assicurato che sarà data assistenza a chi aveva un conto e lo utilizzava per scopi legittimi, dimostrabili. Si stima che nei propri anni di esistenza, Liberty Reserve sia stato utilizzato per effettuare oltre 55 milioni di transazioni, spostando circa 6 miliardi di dollari. Molto di questo denaro sarebbe stato il frutto di attività illecite online, dalle clonazioni delle carte di credito, alle frodi finanziarie passando per il traffico di droga e di materiale pedopornografico.