Siria, vertice ministri Esteri Ue a Bruxelles: sul tavolo embargo armi
Bruxelles (Belgio), 27 mag. (LaPresse/AP) – I ministri degli Esteri dell’Unione europea sono oggi a Bruxelles per un vertice nel quale si discute della possibilità di allentare le sanzioni nei confronti della Siria, in modo da permettere forniture di armi ai ribelli che combattono contro il regime del presidente Bashar Assad. Presente anche il ministro italiano Emma Bonino. Il Regno Unito è tra i più decisi sostenitori dell’eliminazione dell’embargo, ma dovrà scontrarsi con l’opposizione di altri Paesi membri del blocco che ritengono che un numero maggiore di armi in Siria farebbe solo crescere il numero delle vittime e ridurrebbe la speranza di una soluzione negoziata del conflitto.
“Nel momento in cui inizia il nostro incontro ci sono ancora posizioni differenti”, ha spiegato il ministro degli Esteri olandese Frans Timmermans. Alcuni Paesi, come il Regno Unito, credono che armare l’opposizione permetterebbe di creare una situazione di uguaglianza, che costringerebbe Assad a negoziare. “È importante dimostrare che siamo preparati a modificare il nostro embargo sulle armi in modo che il regime di Assad riceva un segnale chiaro di dover negoziare seriamente”, ha affermato il segretario agli Esteri britannico, William Hague. Dall’altra parte, però, molti Stati membri temono che le armi fornite all’opposizione potrebbero finire nelle mani di gruppi radicali e terroristici che combattono al fianco dei ribelli. Secondo Hague, tuttavia, l’attuale impasse non è un’opzione e bisogna agire in maniera più decisa. “La maggior parte del mondonega loro (ai ribelli, ndr) i mezzi per difendersi e questo crea estremismo, radicalizzando le persone”, ha detto Hague, aggiungendo che “stiamo per raggiungere il limite di quanto si possa andare avanti con questa situazione”.
L’Austria è invece tra i Paesi che continuano ad appoggiare l’embargo, affermando che le forniture di armi ai ribelli potrebbero soltanto peggiore la situazione in Siria. Di solito “non ci facciamo coinvolgere in conflitti fornendo armi alle singole parti e dovremmo, in quanto comunità pacifica, rimanere al di fuori di questa guerra”, ha detto il ministro degli Esteri austriaco, Michael Spindelegger. “Compiere una svolta e cambiare la nostra posizione – ha aggiunto – non aiuterebbe a risolvere il conflitto”. Un’eventuale decisione dovrà essere approvata all’unanimità dai 27 Paesi membri dell’Unione.
Secondo le Nazioni unite, più di 70mila persone hanno perso la vita in Siria dall’inizio della rivolta antigovernativa a marzo del 2011. L’esercito di Damasco ha usato armi pesanti contro i ribelli, che dispongono perlopiù di armi leggere. Entrambe le parti hanno accettato in linea di principio di partecipare a colloqui diretti a Ginevra il mese prossimo, anche se la data esatta, l’elenco dei partecipanti e il programma delle discussioni non sono ancora stati stabiliti.