Il piano dell’Australia contro la pubblicità sul gioco d’azzardo
Il governo lo ha presentato domenica ed è già stato criticato molto, perché non farebbe abbastanza
Il governo australiano ha annunciato di avere elaborato un piano che limiterà le pubblicità sulle scommesse sportive e genericamente il gioco d’azzardo durante le trasmissioni televisive degli eventi sportivi.
Domenica 26 maggio il primo ministro laburista, Julia Gillard, ha specificato nel dettaglio cosa sarà permesso trasmettere e cosa no: saranno vietate pubblicità sulle scommesse live durante gli eventi sportivi, “da quando i giocatori entrano in campo a quando lasciano il campo”, mentre le pubblicità riguardanti il gioco d’azzardo in generale, quindi non quelle relative direttamente alle scommesse su quel determinato evento sportivo, potranno andare in onda solo prima e dopo la trasmissione della partita, e durante i momenti in cui il gioco è in pausa, come gli intervalli tra un tempo e l’altro. Inoltre sarà vietato citare e trasmettere in sovrimpressione i banner e i loghi di sponsorizzazione di società che si occupano di gioco d’azzardo.
Una qualche forma di regolamentazione era stata richiesta e attesa da diverso tempo da parte del Parlamento australiano, oltre che da molte associazioni contrarie al gioco d’azzardo. È stata la stessa Gillard a spiegare che in Australia il problema del gioco ha raggiunto dimensioni significative, e coinvolge circa 500mila australiani. Il piano del governo non avrà però attuazione immediata: per rendere effettive le nuove regole le emittenti televisive australiane dovranno presentare un codice, da adottare internamente e “spontaneamente”, che sia conforme ai divieti e alle regole contenute nel piano. Il codice dovrà essere valutato dall’Authority per le comunicazioni australiana, e una volta approvato le televisioni saranno obbligate a rispettarlo.
Gillard ha aggiunto che se le emittenti non si adegueranno alle nuove regole, allora il governo federale imporrà una legislazione in tempi molto brevi per trasformare il piano in legge. Inoltre Gillard e il ministro delle Comunicazioni, Stephen Conroy, hanno avvertito che se le società del gioco d’azzardo abuseranno delle pause delle partite per promuovere il gioco d’azzardo il governo potrebbe decidere di estendere le nuove regole per tutta la durata delle gare, senza eccezioni.
Julie Flynn, capo di “Free TV Australia”, organismo che rappresenta le televisioni commerciali del paese, ha detto che le misure decise dal governo australiano hanno una portata “senza precedenti” ma che entro due settimane le aziende proporranno una revisione del codice all’Authority. Nonostante la limitazione delle pubblicità sulle scommesse goda di un consenso molto ampio nel paese, molti gruppi e molti politici che si oppongono al gioco d’azzardo hanno criticato il piano di Gillard, sostenendo che non sarebbe sufficiente a combattere il problema. Il senatore indipendente Nick Xenophon, per esempio, ha fatto notare che le pubblicità sulle scommesse sono in realtà solo il 5 per cento di tutte le pubblicità sul gioco d’azzardo generico: quindi lasciare la possibilità di trasmettere le seconde, anche se in momenti prestabiliti, non servirebbe a molto.
Diverse critiche al piano di Gillard sono arrivate anche dal suo stesso partito: il senatore laburista Doug Cameron ha detto che, con l’attuazione del nuovo piano, gli australiani saranno bombardati di pubblicità dei giochi d’azzardo generici durante le pause delle partite. Su questo punto la mattina del 27 maggio è intervenuto anche il ministro delle Comunicazioni Stephen Conroy, che insieme a Gillard si è occupato di elaborare il piano: secondo Conroy il governo non potrebbe imporre un divieto totale della pubblicità del gioco d’azzardo durante le trasmissioni sportive, perché le reti televisive hanno sempre maggiori difficoltà nel reperire inserzioni pubblicitarie e un divieto assoluto non sarebbe sostenibile. Il piano di Gillard è stato criticato molto anche dalla liberal Denis Napthine, primo ministro della stato australiano di Victoria: ha detto che il governo avrebbe dovuto fare una legge federale sul tema delle pubblicità per il gioco d’azzardo, e non lasciare che le singole televisioni si impongano delle proprie regole per adeguarsi a un piano governativo.
foto: Julia Gillard (Cameron Spencer/Getty Images)