L’attacco dei maoisti in India
Ventisei persone, tra cui alcuni leader locali del partito di Sonia Gandhi, sono morte in un attacco dei naxaliti, i ribelli che l'anno scorso rapirono due italiani
Ieri mattina, 26 persone sono state uccise e almeno altre 30 sono state ferite in un attacco dei ribelli maoisti a un convoglio del governo nello stato del Chhattisgarh, nell’India centrale. A bordo del convoglio si trovavano numerosi leader del Congresso Nazionale Indiano, il partito attualmente al governo nel paese. Nell’attacco è stato ucciso Nandkumar Patel, leader del Congresso nel Chhattisgarh, insieme ad altri esponenti del partito, tra cui Mahendra Karma, fondatore di una delle milizie paramilitari che combattono i ribelli maoisti.
Secondo le prime ricostruzioni, il convoglio è stato bloccato in mezzo a una foresta da alcuni alberi abbattuti. Il veicolo di testa è esploso a causa di una mina, mentre circa duecento guerriglieri hanno attaccato il convoglio. Patel a quanto pare è stato catturato vivo e il suo corpo, insieme a quello del figlio, è stato ritrovato mutilato poco dopo l’attacco. Sonia Gandhi, presidente del partito, e il primo ministro indiano Manmohan Singh hanno visitato oggi i feriti in ospedale e hanno dichiarato che l’India non si piegherà mai ai ribelli.
L’attacco è avvenuto in quello che i media indiani chiamano il “corridoio rosso”, un’area del paese che va dallo stato del Bihar, nel nord-est del paese, al confine con il Nepal, fino al Karnataka, nel sud-ovest. In quest’area, coperte da foreste per larghi tratti e abitata da diverse popolazioni tribali, operano circa 10 mila guerriglieri maoisti. Il movimento è chiamato anche “naxalita”, dal nome del villaggio dove nel 1967 scoppiò la prima insurrezione maoista. Secondo i leader naxaliti, gli obbiettivi del movimento sono la difesa dei contadini più poveri dagli interessi degli industriali e dei latifondisti e l’instaurazione di un regime di tipo comunista.
La guerriglia naxalita è attiva da circa 40 anni e con il passare del tempo ha finito con l’identificarsi con gli adivasi, alcune tribù indigene dell’area centrale dell’India, particolarmente povere e rimaste esterne al sistema delle caste. Gli adivasi sono rimasti in larga parte estranei al progresso economico dell’India negli ultimi anni e anzi ne sono stati danneggiati. Molto spesso gli espropri di terra, compiuti dai grandi industriali del paese per costruire nuovi stabilimenti o sfruttare giacimenti di minerali, hanno colpito i terreni tradizionalmente coltivati dagli adivasi.
Dei naxaliti si è parlato molto in Italia nel marzo dell’anno scorso, quando un gruppo di guerriglieri rapì nello stato dell’Orissa Claudio Colangelo e la guida turistica Paolo Bosusco. Colangelo venne liberato poco dopo, mentre Bosusco rimase prigioniero dei maoisti per circa un mese e venne liberato nell’aprile del 2012.