Le motivazioni della sentenza sul terremoto dell’Aquila
«Il sisma non era affatto imprevedibile», scrive il tribunale delle condanne per il crollo della Casa dello Studente
Oggi, giovedì 16 maggio, il Tribunale dell’Aquila ha depositato le motivazioni della sentenza del processo per il crollo della Casa dello studente dell’Aquila: causato dal terremoto del 2009, uccise otto ragazzi. Le motivazioni spiegano che i quattro tecnici autori dei restauri dell’edificio sono stati condannati a quattro anni di carcere perché «hanno colpevolmente e reiteratamente ignorato tutte le prescrizioni» e aggiunge che il terremoto «non era affatto imprevedibile», riprendendo quelle della nota sentenza sui membri della commissione “Grandi Rischi”.
Il terremoto dell’Aquila che ha portato al crollo tra gli altri della Casa dello studente (otto vittime) «non era affatto imprevedibile». Lo sottolinea il giudice del tribunale dell’Aquila Giuseppe Grieco nelle motivazioni sulla sentenza di condanna di 4 imputati e assoluzione di altrettanti, depositate giovedì. Si tratta di Bernardino Pace, Pietro Centofanti e Tancredi Rossicone, condannati a quattro anni, e di Pietro Sebastiani (due anni e mezzo).
Le motivazioni paiono quindi le stesse che hanno portato, in gennaio, alla sentenza di condanna degli esperti della commissione Grandi rischi (giudice Marco Billi). Sulla scorta delle indicazioni tecniche, infatti, per Grieco il terremoto poteva essere previsto «essendosi verificato in quello che viene definito periodo di ritorno, vale a dire nel lasso temporale di ripetizione di eventi previsto per l’area aquilana». Periodo che, scrive citando il consulente Luis Decanini, «è stato indicato in circa 325 anni dall’anno 1000».
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La Casa dello studente in una foto del 19 marzo 2013, a quasi quattro anni dal terremoto (LaPresse/Manuel Romano)