Tutto sul Grande Gatsby
Guida al film e al capolavoro di Francis Scott Fitzgerald da cui è tratto: niente spoiler, ma un sacco di storie e cose da sapere (e le copertine)
di Giovanni Zagni – @giovannizagni
Giovedì 16 maggio esce in Italia Il grande Gatsby, un film molto atteso e tratto dall’omonimo libro di Francis Scott Fitzgerald, uno dei romanzi più famosi della letteratura americana del Novecento. Al di là della sua riuscita, tema di cui già si discute molto, il film è un’ottima occasione per tornare a parlare di un autore affascinante e dalla vita complicata, oltre che del libro considerato come il suo capolavoro.
La trama
Il narratore e protagonista del libro è Nick Carraway, un giovane uomo proveniente da una famiglia benestante del Midwest che, tornato dalla Prima guerra mondiale, si trasferisce vicino a New York per lavorare nel campo finanziario. Va ad abitare in una piccola casa a Long Island, in una zona residenziale. Il suo vicino di casa è Jay Gatsby, un uomo molto ricco e celebre per le sue feste lussuosissime. Altri personaggi importanti del libro sono un vecchio compagno di college di Nick, Tom Buchanan, e sua moglie Daisy, oltre alla loro amica Jordan Baker.
Per quanto non sia un libro che ha il suo punto di forza nella trama, non la racconteremo oltre: ci sono alcuni intrecci amorosi e almeno un colpo di scena. La figura centrale del romanzo è proprio Jay Gatsby, personaggio dal grande carisma e dalla ricchezza tanto grande quanto di origine incerta (e su cui fioriscono leggende e pettegolezzi). Rispetto al libro, il film aggiunge una cornice ambientata nel 1929 che è assente nel romanzo.
Il contesto
Le vicende raccontate nel libro sono ambientate in un breve periodo nell’estate del 1922, quando negli Stati Uniti era cominciato da circa due anni il Proibizionismo, il divieto di vendere, produrre e importare bevande alcoliche inserito nella Costituzione americana con il Diciottesimo emendamento.
Quegli anni, che sarebbero finiti con la grande crisi economica del 1929, sono anni decisivi per la costruzione dell’identità americana prima della Seconda guerra mondiale: i Roaring Twenties, i “ruggenti anni Venti” fatti di grande sviluppo industriale e rapido aumento della ricchezza, oppure l’Età del jazz, dalla musica che diventò popolarissima in quegli anni.
Perché leggere il libro
Il Grande Gatsby è uno dei libri più famosi del Novecento americano. Il suo punto di forza è la scrittura, brillante e espressiva anche se straordinariamente controllata: coglie con grande bravura atmosfere, piccoli gesti, sguardi e pensieri. Crea personaggi, come Gatsby ma anche la coppia Buchanan, che rappresentano un’epoca e hanno una grande forza. Il suo finale, e in particolare l’ultima frase, sono tra le più celebri della letteratura americana.
Non è un libro facile e immediato e potrebbe risultare “lento”. Il grado di attenzione e di impegno che richiede al lettore è molto alto, ma se si è disposti a concedere l’attenzione che merita, difficilmente si arriva alla fine senza l’impressione di aver letto un capolavoro. I primi capitoli esemplificano bene il tono del libro: queste sono, per esempio, alcune delle frasi con cui è descritto il fascino della fatua cugina di Nick Carraway, Daisy Buchanan.
Il suo viso era triste e piacevole e conteneva cose che brillavano, brillanti occhi e una bocca brillante e appassionata, ma c’era un’eccitazione nella sua voce che gli uomini che le avevano voluto bene trovavano difficile da dimenticare: una pulsione verso il canto, un «Ascolta» sussurrato, una promessa che da un poco appena era impegnata in qualcosa di allegro ed emozionante e che c’era altro di allegro ed emozionante nell’aria, per la prossima ora.
Dal punto di vista storico, il libro è anche una descrizione della fine delle illusioni di una generazione, quella che stava vivendo i ruggenti anni Venti: una sorta di anticipazione delle crisi che sarebbero seguite, in un’età in cui nessuno pensava che il benessere e le illusioni potessero finire.
Il successo del libro, per modo di dire
Il Grande Gatsby fu pubblicato il 10 aprile del 1925. Le recensioni variarono dall’accomodante al pessimo: l’allora celebre quotidiano New York World lo definì “un bidone”. Fitzgerald si lamentò che il suo libro non era stato capito. Le vendite furono piuttosto scarse, per uno scrittore affermato come Fitzgerald: circa 20 mila copie nel 1925, una ristampa di tremila e fu tutto.
Nel 1940, a soli 44 anni, Francis Scott Fitzgerald morì a Los Angeles povero e quasi dimenticato. Da molti anni aveva problemi di alcolismo e aveva attraversato un grave periodo di crisi nel corso degli anni Trenta (ci torneremo). La sua riscoperta cominciò gradualmente dopo la sua morte e la grandezza della sua opera non venne immediatamente compresa: nel necrologio pubblicato sul New York Times c’era scritto «non realizzò mai la promessa di una brillante carriera».
L’anno della pubblicazione del Grande Gatsby, Fitzgerald mandò copie del libro ad alcuni dei più famosi scrittori americani del tempo, tra cui Gertrude Stein e T. S. Eliot. Entrambi gli risposero con biglietti di ringraziamento entusiasti e che riconoscevano la grandezza del libro: questi documenti, insieme ad altri, furono ripubblicati nel 1945 dal critico letterario e grande amico di Fitzgerald Edmund Wilson. Un film del 1949 tratto dal libro, con il popolarissimo attore Alan Ladd nel ruolo di Gatsby, aiutò a rendere celebre il libro, che intorno al 1950 veniva venduto a livelli mai visti durante la vita dell’autore.
Oggi l’edizione più diffusa del libro vende circa mezzo milione di copie l’anno, e il libro è uno dei più citati esempi del “grande romanzo americano”: ovvero un romanzo in grado di cogliere nel modo migliore lo spirito del tempo in cui è stato scritto.
L’autore
Nel periodo della pubblicazione del Grande Gatsby, Francis Scott Fitzgerald viveva in Francia, godendosi il successo dei suoi primi libri. Nel film Midnight in Paris di Woody Allen compare anche Fitzgerald e la moglie Zelda, che portano il protagonista a conoscere Hemingway. I due scrittori si conoscevano bene nella realtà – e litigarono perché a Hemingway non piaceva per niente Zelda – e Fitzgerald compare anche nel libro di Hemingway Festa mobile, che raccoglie le sue memorie della Parigi di quegli anni.
Fitzgerald era diventato famoso con Di qua dal Paradiso, che fu un grande successo e diventò il caso letterario dell’anno 1920. Prima di allora, Fitzgerald stava attraversando un periodo molto difficile della sua vita – il primo di molti – in cui la sua fidanzata e futura moglie, Zelda Sayre (conosciuta mentre faceva il servizio militare in Alabama) aveva rotto i contatti con lui. Dopo la pubblicazione del suo primo romanzo, i contatti tra i due ripresero e Zelda accettò di sposarlo.
Francis Scott Fitzgerald era nato nel 1896 a Saint Paul, nel Minnesota, lontano parente da parte di madre di Francis Scott Key, l’autore del testo dell’inno degli Stati Uniti, da cui prese il nome. Dopo Di qua dal Paradiso, Fitzgerald scrisse rapidamente il suo secondo romanzo, Belli e dannati (1922) basato in parte sul suo rapporto con Zelda. Il libro fu un buon successo.
Ma al momento della pubblicazione del Grande Gatsby, nel 1925, le cose stavano cominciando a peggiorare, in una discesa psicologica e finanziaria dalle molte cause: i problemi mentali di Zelda, che venne ricoverata una prima volta in una clinica psichiatrica nel 1930, l’alcolismo dello scrittore, lo stile di vita leggendariamente mondano e dispendioso della coppia.
Tra febbraio e aprile del 1936, Fitzgerald pubblicò sulla rivista Esquire tre saggi che sarebbero diventati il centro di un libro che uscì postumo nel 1945, con il titolo The Crack-Up (i tre saggi si possono leggere in inglese qui; in Italia il libro è stato ripubblicato qualche anno fa da Mondadori con il titolo L’età del jazz e altri scritti e nel 2011 da Minimum Fax). Nella serie, lo scrittore racconta pubblicamente – con grande onestà, con ironia e con una sincerità unica – il suo doloroso fallimento esistenziale. La ripubblicazione da parte di Wilson dei saggi nel 1945 – insieme alle lettere di apprezzamento di cui abbiamo parlato prima – fu un momento importante della riscoperta di Fitzgerald.
Oltre ai romanzi, F. Scott Fitzgerald scrisse anche diversi saggi e racconti, alcuni dei quali di argomento fantastico: uno di questi è alla base del film Il curioso caso di Benjamin Button. Spesso i racconti erano scritti per essere venduti alle riviste e potersi mantenere: per questo motivo, ammise lo stesso Fitzgerald, le trame e i personaggi erano adattati per piacere ai gusti del pubblico.
Gli ultimi anni della sua vita passarono in tentativi poco riusciti di diventare uno sceneggiatore a Hollywood e in una nuova relazione sentimentale, con la critica cinematografica Sheilah Graham – in Tenera è la notte (1934), lo scrittore descrisse il fallimento del suo matrimonio – mentre le sue ambizioni di fama e di denaro venivano costantemente deluse. Fitzgerald morì il 21 dicembre 1940, tre settimane dopo avere avuto un infarto.
Il film
La prima del film è stata il primo maggio a New York, in Italia esce giovedì 16 maggio. Il film ha aperto il 66esimo festival di Cannes mercoledì 15 maggio. Dura circa due ore e un quarto, è costato intorno ai 160 milioni di euro ed è stato girato interamente in Australia, tra Sydney ed altre località nel sudest del paese. Le riprese sono cominciate nel settembre 2011.
Il film è diretto dall’australiano Baz Luhrmann, 50 anni, che è al suo quinto lungometraggio: prima ha diretto alcuni film piuttosto noti tra cui Romeo + Juliet, libero (molto libero) adattamento da Shakespeare, Moulin Rouge e Australia. La sceneggiatura è dello stesso regista e di Craig Pearce, che ha collaborato a quasi tutti i film precedenti di Luhrmann.
Il cast è probabilmente uno dei punti di forza del film: c’è Leonardo DiCaprio nel ruolo di Jay Gatsby; Nick Carraway è interpretato da Tobey Maguire, l’attore reso celebre per la parte di Peter Parker/Spiderman nella prima trilogia di Raimi; Carey Mulligan, la protagonista femminile di Drive, è Daisy. Jordan Baker è interpretata dalla semisconosciuta attrice australiana Elizabeth Debicki.
Che si dice del film
Le aspettative intorno al film sono state enormi e hanno generato un nuovo interesse per il libro sui media di mezzo mondo. C’è chi è arrivato a calcolare quanto bisognerebbe essere ricchi, oggi, per avere lo stile di vita di Gatsby (risposta: 34,3 milioni di dollari, gran parte dei quali per la villa). Nonostante questo Metacritic, un sito che aggrega le recensioni apparse su diversi giornali e siti americani, dà l’impressione di un’accoglienza piuttosto tiepida, con poche eccezioni.
Al critico cinematografico David Denby, sul New Yorker, non è piaciuto, soprattutto se messo a confronto con la grazia e l’eleganza del libro, anche se ha apprezzato le interpretazioni di Maguire e di DiCaprio.
Gli altri film
A partire dal Grande Gatsby vennero girati diversi film. Il primo, diretto da Herbert Brenon, era un film muto che uscì nel novembre del 1926 ma oggi la pellicola è andata perduta, come molti altri titoli di quegli anni. Il narratore del libro, in quel film, era Neil Hamilton, che era piuttosto famoso negli anni Venti e Trenta ma che divenne conosciuto soprattutto molti anni dopo, interpretando il commissario Gordon nella serie televisiva Batman degli anni Sessanta. Gatsby era interpretato da Warner Baxter, che vinse il secondo Oscar come miglior attore della storia degli Oscar, per un altro film, nel 1929.
Poi ci sono stati altri film, tra cui quello con Alan Ladd che rese definitivamente popolare il libro; l’ultimo in ordine di tempo, per il cinema, è del 1974, con Robert Redford nel ruolo di Gatsby e Mia Farrow in quello di Daisy, che però non piacque quasi a nessuno.
Dal libro, Nintendo ha tratto anche un videogame che si poteva giocare sulla sua celebre console degli anni Ottanta (il NES) e che, come ha raccontato il Wall Street Journal, ha avuto una nuova vita da quando è stato messo online un paio di anni fa.
Foto: AP Photo/Warner Bros. Pictures