La Francia è di nuovo in recessione
E la notizia è arrivata nel primo anniversario dell'insediamento del presidente Hollande, secondo cui la situazione è grave
La Francia è entrata ufficialmente in recessione, avendo ottenuto per due trimestri consecutivi una diminuzione del Prodotto Interno Lordo. Mercoledì 15 maggio l’Istituto nazionale di statistica francese (Insee) ha pubblicato i dati relativi al primo trimestre del 2013: il Pil del paese è diminuito dello 0,2 per cento. La stessa cosa era accaduta nell’ultimo trimestre del 2012 (il dato è stato rivisto e corretto oggi, passando da meno 0,3 a meno 0,2 per cento).
La situazione economica francese non è positiva: la disoccupazione ha superato i 3 milioni di persone, raggiungendo il livello più alto da 13 anni a questa parte con un tasso del 10,6 per cento. La Peugeot sta chiudendo un impianto e si prepara a licenziare 3 mila operai, mentre Air France ha già tagliato 5 mila posti di lavoro. Piani di tagli sono stati annunciati anche da Carrefour. Secondo i dati forniti dall’Insee, le importazioni francesi sono rimaste stabili, mentre le esportazioni continuano a diminuire (-0,5 per cento). È in calo anche il potere d’acquisto delle famiglie, che ha registrato nel 2012 un record negativo (-0,9 per cento).
Per la Francia si tratta della seconda recessione in quattro anni, dopo quella gravissima del 2008-2009 causata in parte dalla crisi economico-finanziaria globale. Fino al 2008 la Francia aveva conosciuto altre due recessioni: tra il 1974 e il 1975 – per l’aumento del prezzo del petrolio – e tra il 1992 e il 1993. La notizia di quest’ultima crisi è arrivata il giorno del primo anniversario del giuramento di François Hollande come presidente, e potrebbe contribuire a peggiorare ancor di più nei sondaggi la fiducia e il consenso che verso di lui hanno i francesi.
Hollande ha ammesso che la situazione economica in Francia è «grave», ma ha precisato che l’attuale recessione è «meno profonda di quella vissuta nel 2008-2009» e deve essere contestualizzata nella crisi più generale dell’Europa. Ieri il Senato francese ha definitivamente approvato la riforma del mercato del lavoro che, secondo il governo, dovrebbe aumentare l’occupazione, favorire la mobilità e fermare la recessione. La riforma si basa su una maggiore flessibilità dei contratti, sulla semplificazione (per le aziende) dell’organizzazione o della riduzione del personale in fase di crisi e su una serie di nuovi diritti per i dipendenti.
foto: PHILIPPE WOJAZER/AFP/Getty Images