In Birmania si aspetta il ciclone
Le foto dalla costa occidentale, dove il ciclone tropicale Mahasen arriverà tra giovedì e venerdì: rischiano soprattutto i rohingya, la minoranza musulmana del paese
Il ciclone tropicale Mahasen dovrebbe colpire nei prossimi giorni le coste occidentali della Birmania e del Bangladesh, e per quanto nelle ultime ore la perturbazione sembra essersi indebolita, circolano molte preoccupazioni riguardo gli otto milioni di persone che vivono nelle zone che saranno maggiormente coinvolte: soprattutto in Birmania, infatti, sulle coste vivono oltre 300.000 persone di etnia rohingya, la minoranza musulmana del paese, in accampamenti improvvisati o dentro campi profughi poco attrezzati per affrontare eventi del genere. Una nave che stava evacuando dall’area decine di persone di etnia rohingya è affondata lunedì: 42 persone sono state trovate vive, 58 sono ancora disperse.
Il ciclone dovrebbe arrivare tra giovedì e venerdì e al momento i meteorologi prevedono che si abbatta con piena forza sulle città costiere di Chittagong, nel Bangladesh, risparmiando parzialmente lo stato costiero birmano del Rakhine. Per il momento il governo ha inviato 113 squadre mediche, ha bloccato tutte le richieste di ferie e assenze da parte dei dipendenti pubblici, così da essere attrezzati per affrontare eventuali emergenze, e ha chiesto ai pescatori di sospendere le loro attività. Molti gruppi di persone di etnia rohingya sono stati invitati a lasciare le loro case e raggiungere i centri di accoglienza, ma la situazione è complicata dall’estrema diffidenza che queste persone hanno nei confronti dell’autorità statale: la tensione tra la maggioranza buddista e la minoranza musulmana è ancora molto alta in Birmania, dopo gli scontri dello scorso anno nello stato occidentale di Rakhine: nella regione a maggio 2012 fu imposto il coprifuoco, dopo che una donna buddista fu stuprata e uccisa da un musulmano, portando una catena di ritorsioni tra i due gruppi e causando centinaia di morti e più di 100 mila sfollati. Gli 800 mila musulmani rohingya che vivono in Birmania vengono considerati immigrati irregolari dal governo e sono per questo molto spesso oggetto di abusi e persecuzioni.