O.J. Simpson di nuovo in tribunale
A Las Vegas, per chiedere l'annullamento della condanna del 2008 per rapina a mano armata e sequestro di persona
Lunedì 13 maggio l’ex campione di football e attore statunitense O.J. Simpson, 65 anni, è apparso in un’aula di tribunale di Las Vegas indossando un’uniforme blu da detenuto e visibilmente appesantito. Si trattava di un’udienza sulla sua richiesta di annullamento della condanna che gli era stata inflitta nell’ottobre del 2008 per sequestro di persona e rapina a mano armata: almeno 9 anni di prigione su un massimo previsto di 33 anni. Secondo Simpson, che ha già scontato 4 anni, all’epoca del processo il suo avvocato Yale Galanter era in conflitto d’interessi e non lo avrebbe difeso adeguatamente: per questo motivo i suoi nuovi difensori sostengono che si debba ripetere il processo.
Simpson è in carcere per aver organizzato e partecipato a una rapina a mano armata al Palace Station Hotel di Las Vegas il 13 settembre 2007, durante la quale vennero tenute in ostaggio due persone. Obiettivo del furto erano dei cimeli sportivi che – secondo la versione di Simpson – gli erano stati rubati. All’epoca Simpson ammise di aver organizzato una finta vendita di cimeli per indurre i due commercianti a portare con sé gli oggetti, e di aver poi rubato quelli che secondo lui gli appartenevano di diritto, ma negò che lui o i suoi complici avessero delle armi da fuoco durante l’irruzione nell’albergo: fu però proprio la confessione di uno dei suoi complici, che ammise di aver portato una pistola, a determinare la sua condanna.
Secondo Simpson, oltre a non averlo difeso adeguatamente, il suo ex avvocato Yale Galanter gli avrebbe anche detto che era suo diritto riprendersi gli oggetti di sua proprietà, “a patto che non ci fosse nessuna trasgressione e nessun uso della forza”. Tra i testimoni chiamati in aula a Las Vegas lunedì, infatti, c’era anche Arnelle Simpson, figlia di O.J., che ha riferito che la sera precedente all’incidente nell’albergo lei e suo padre avevano cenato con Galanter e sua moglie, e durante la cena Galanter avrebbe rassicurato Simpson riguardo la legittimità di quello che stava per fare. La deposizione di Galanter è attesa per venerdì, ultimo giorno previsto del procedimento. La Corte Suprema del Nevada aveva già confermato la condanna nel 2010 e i pubblici ministeri hanno definito questo tentativo di rivedere il processo “senza valore”.
La sentenza del 2008 arrivò nell’anniversario di un’altra sentenza storica, quella dell’ottobre del 1995, che dopo 253 giorni di processo e 126 testimoni dichiarò Simpson non colpevole del duplice omicidio dell’ex moglie Nicole Brown (che aveva già denunciato Simpson per violenze) e del suo amante Ronald Goldman, in una delle storie giudiziarie più famose degli anni Novanta, che ebbe un incredibile impatto mediatico: cominciata con un inseguimento sulle autostrade di Los Angeles seguito in diretta televisiva da 95 milioni di spettatori (con Simpson inseguito da un esercito di auto della polizia), che tutti interpretarono come un’ammissione di colpa, proseguita con il processo trasmesso ogni giorno dai media di tutto il mondo, e conclusa con la vittoria del team di avvocati difensori di Simspon, guidato da Bob Shapiro e Johnny Cochran, che riuscirono a smontare ogni singola accusa, nonostante le prove schiaccianti.