9 illustrazioni di Yocci
Dall'"anarchico abbecedario" della disegnatrice giapponese che in Italia si vede soprattutto su Internazionale
Appunti di parole è un libro realizzato dall’illustratrice giapponese Yoshiko Noda, in arte Yocci, pubblicato a settembre 2012 dalla casa editrice Corraini.
Come scrive Giuseppe Antonelli nell’introduzione, si tratta di «un anarchico abbecedario in cui Yocci raduna in rigoroso disordine alfabetico un centinaio abbondante di parole appartenenti a un lessico splendidamente superfluo». Yocci infatti cerca di spiegare le parole italiane per i madrelingua giapponesi, illustrandole con disegni che per analogia ne fanno capire il senso: “cagnara” diventa un gruppo di cani che abbaiano, “gattonare” è un gatto e un bambino che cammina a quattro zampe, e “fifone” è un cagnolino spaventato da un uccellino.
Lo scrittore – e blogger del Post – Paolo Nori ha scritto una recensione del libro in cui dice, tra le altre cose:
«Allora, ho detto l’altro giorno alla libreria Mambo Corraini, quello che fa Yocci con questo lavoro, mi sembra sia quello che Viktor Šklovskij, un critico russo del secolo scorso, diceva essere il compito dell’arte: cioè Yocci prende delle parole che noi, normalmente, usiamo senza farci caso, automaticamente, parole che, quando le usiamo noi, avvolgono gli oggetti cui si riferiscono come un imballaggio, come un doppio giro di pluriball, quella carta trasparente con i pallini pieni d’aria, che se la si prende in mano vien voglia di farli scoppiare, prende quelle parole, gli toglie il pluriball, e ce le fa vedere senza imballaggio, cioè fa il lavoro, difficilissimo, che, secondo Šklovskij, è il lavoro dell’arte («per risuscitare la nostra percezione della vita, per rendere sensibili le cose, per fare della pietra una pietra, esiste questa cosa che noi chiamiamo arte», scrive Šklovskij).
E fa, Yocci, con il suo dizionario di idiolemmi, lo stesso lavoro, mi sembra, che deve fare chiunque scriva un dizionario, cioè descrivere una cosa come se la si vedesse per la prima volta. Provate a pensare come è difficile scrivere una definizione non tautologica della parola Cosa, c’è da diventar matti, ho detto l’altro giorno alla libreria Mambo Corraini e poi, per fare un esempio, ho preso il Dizionario affettivo della lingua italiana, uscito, a cura di Matteo B. Bianchi, qualche anno fa per Fandango».
Yoshiko Noda è nata a Osaka, in Giappone, nel 1980. Si è laureata in pittura all’Università di Belle Arti di Osaka e poi all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha realizzato illustrazioni per il settimanale Internazionale, ha un blog e per Corraini ha pubblicato Dizionario dei mieli nomadi, Giornale Italia in Artefiera, e Menu di Yocci.