Gli scontri al Muro del Pianto
La questione non riguarda ebrei e musulmani bensì uomini e donne: migliaia di ultraortodossi hanno cercato di bloccare le donne che vogliono pregare come gli uomini, è intervenuta la polizia
Questa mattina tre ebrei ultraortodossi sono stati arrestati dopo alcuni scontri al Kotel, il luogo sacro per gli ebrei al Muro del Pianto di Gerusalemme, che hanno causato il ferimento di due agenti di polizia. Secondo quanto raccontato da Israel Radio, i tre uomini avrebbero lanciato delle bottiglie di acqua e altri oggetti alle attiviste del gruppo religioso “Women of the Wall” (WOW), che dal 1988 chiede che vengano concessi alle donne gli stessi diritti religiosi accordati agli uomini. Come ogni Rosh Chodesh, che nel calendario ebraico corrisponde al primo giorno del mese, le donne di WOW si erano recate al Kotel per pregare, ma migliaia di ultraortodossi si erano radunati nei pressi del Muro del Pianto per impedirglielo: le proteste erano poi finite in scontri tra ultraortodossi e polizia.
Le proteste hanno riguardato in particolare le modalità di preghiera al Kotel: le donne di WOW vorrebbero poter pregare nella sezione che gli è stata riservata seguendo le pratiche maschili – per esempio leggendo la Torah e indossando il talled (lo scialle), i tefillin (astucci che si portano durante la preghiera) e la kippah (copricapo) – ma gli ultrartodossi si oppongono. La rabbina Susan Silverman, sorella della popolare comica americana Sarah Silverman e attivista di WOW, ha raccontato al Jerusalem Post quello che è successo al Muro del Pianto questa mattina: alcuni ultraortodossi avrebbero sputato verso le sue tre figlie e avrebbero lanciato del caffè contro le attiviste. Inoltre, una bambina sarebbe stata colpita in testa da un oggetto lanciato dai manifestanti.
Al gruppo di ebrei ultraortodossi si erano aggiunti anche moltissimi studenti delle yeshivot, i centri studi della Torah e del Talmud dell’ebraismo ortodosso, e anche molte studentesse delle scuole ultraortodosse. L’iniziativa era stata organizzata da una settimana e approvata da buona parte dei più importanti rabbini ultraortodossi della città.
Della questione controversa si occupò nel corso degli ultimi 15 anni anche la Corte di Giustizia israeliana. Nel 1997 le attiviste di WOW si rivolsero alla Corte, iniziando una dura battaglia legale che sarebbe proseguita anche negli anni seguenti: nel 2002 la Corte stabilì inizialmente che sarebbe stato permesso alle donne di pregare in gruppo e leggere la Torah nella sezione femminile del Muro del Pianto, ma una dura reazione degli ultraortodossi aveva spinto i giudici a rivedere la loro decisione, e a formalizzare l’anno successivo tutti i divieti già regolamentati dalla tradizione.
Giovedì 25 aprile, tuttavia, la situazione è cambiata di nuovo: la Corte distrettuale di Gerusalemme ha stabilito che alcune donne che avevano pregato ad alta voce al Muro del Pianto indossando lo scialle di preghiera ebraico dovevano essere rilasciate, perché non contravvenivano ai “costumi locali” e non rappresentavano un disturbo alla quiete pubblica. Lunedì 6 maggio il procuratore generale israeliano Yehuda Weinstein ha annunciato che lo stato non dovrebbe fare ricorso alla decisione della Corte, minando di fatto le richieste degli ultrartodossi e allo stesso tempo confermando una sentenza che già di per sé andava contro a precedenti decisioni della Corte Suprema, come quella del 2003. L’annuncio è stato tanto più importante perché era arrivato dopo un incontro tra Weinstein e diverse altre personalità politiche e religiose, tra cui il ministro degli Affari Religiosi Naftali Bennet.