I fratelli Castro in tribunale
Le foto dei tre arrestati per il sequestro di Cleveland, in aula: ma il sospettato è uno solo, e gli altri sono stati già rilasciati
Pedro, Onil e Ariel Castro, i tre fratelli di Cleveland arrestati per il sequestro di tre donne, sono apparsi ieri in tribunale. I tre sono stati arrestati dopo che lunedì le tre donne – Michelle Knight, Gina DeJesus e Amanda Berry, rapite 9, 10 e 11 anni fa – erano riuscite a scappare attirando l’attenzione di un vicino, che poi ha chiamato la polizia. Per il momento gli investigatori intendono soffermarsi solo su uno dei tre fratelli, Ariel Castro, sul quale pendono le accuse di rapimento (le tre donne e il figlio che una delle tre ha avuto durante la prigionia) e stupro. Una delle tre donne, Michelle Knight, ha detto di essere stata violentata da Castro almeno cinque volte e di essere stata costretta ad abortire con lunghi periodi di digiuno e pugni e calci sul ventre. Il procuratore della contea di Cuyahoga ha detto che intende formulare anche l’accusa di omicidio, per via degli aborti procurati. In questo caso Ariel Castro potrebbe essere condannato alla pena di morte.
Pedro e Onil Castro per il momento non sono considerati complici di Ariel Castro dagli investigatori: anche loro sono apparsi in tribunale per dei reati minori non collegati al rapimento, e sono stati rilasciati in serata. Il giudice invece ha formalmente incriminato Ariel Castro e ha stabilito per lui una cauzione da otto milioni di dollari. L’avvocato assegnatogli d’ufficio, Kathleen DeMetz, ha detto che Castro sarà trasferito in un carcere della contea: ha chiesto che sia posto sotto stretta sorveglianza, per il rischio che si suicidi o che altri detenuti lo aggrediscano. Nessuno dei tre fratelli Castro ha preso la parola in aula.
Gli investigatori hanno trovato un biglietto che Ariel Castro avrebbe scritto nel 2004 prima di tentare il suicidio, nel quale sosteneva di essere stato molestato sessualmente da bambino. Nel biglietto Castro scrive di avere una “dipendenza dal sesso”: una cosa che, stando alle ricostruzioni della stampa statunitense, avrebbe ripetuto anche agli investigatori.