Domani si vota in Pakistan
Per la prima volta un governo eletto democraticamente succederà a un altro governo eletto democraticamente: ma è stata una campagna elettorale molto agitata, i conservatori sono in vantaggio e si temono nuove violenze
In Pakistan si è conclusa ieri sera l’agitata campagna elettorale che ha anticipato le elezioni politiche di domani, sabato 11 maggio. Giovedì sera i candidati dei partiti più importanti hanno organizzato il loro comizio conclusivo, che è stato atteso e seguito da migliaia di sostenitori: Nawaz Sharif, leader conservatore del principale partito di opposizione pakistano, ha fatto il suo discorso poco prima di mezzanotte a Lahore, città orientale del Pakistan al confine con l’India; Imran Khan, popolarissimo ex-giocatore di cricket pakistano e leader di un giovane partito centrista, si è rivolto ai sostenitori registrando un video dal suo letto di ospedale a Islamabad, dove è ancora ricoverato a seguito della caduta dal palco di un comizio elettorale di due giorni fa; infine anche Bilawal Zardari Bhutto, leader del partito di centrosinistra al governo e figlio dell’ex primo ministro assassinato Benazir Bhutto, ha proiettato un video di un suo discorso a Islamabad.
In questi mesi di campagna elettorale, in Pakistan ci sono stati moltissimi atti di intimidazioni, minacce e violenze nei confronti di diversi personaggi politici candidati alle prossime elezioni. Solo negli ultimi giorni 4 persone sono morte nella città nordorientale di Miranshah a causa dell’esplosione di una bomba, 5 persone sono rimaste ferite per un attacco all’ufficio elettorale del Pakistan People Party (PPP) a Quetta, e un’altra persona è rimasta ferita vicino all’ufficio dell’Awami National Party (ANP) a Peshawar.
Giovedì 8 maggio si è verificato il caso più eclatante di tutta la campagna elettorale: un uomo armato ha rapito il figlio dell’ex primo ministro pakistano Yousaf Raza Gilani a Multan, città del centro del Pakistan. Ali Haider Gilani è candidato all’Assemblea provinciale del Punjab per il Pakistan People Party. I motivi del rapimento non sono ancora chiari, ma le autorità sospettano dei talebani pakistani, che dall’inizio della campagna elettorale hanno portato a termine diversi attacchi terroristici, colpendo soprattutto esponenti di partiti laici come il PPP e l’ANP. Il partito di Imran Khan, invece, è rimasto per lo più escluso dalle violenze dei talebani: durante la campagna elettorale Khan si era espresso a favore di un accordo di pace con i talebani pakistani e del ritiro dei militari americani dal territorio del Pakistan.
I seggi apriranno sabato alle 8 di mattina, ora locale, e chiuderanno alle 17. Circa 86 milioni di cittadini pakistani potranno andare a votare per eleggere 272 deputati dell’Assemblea Nazionale e i membri delle quattro Assemblee provinciali (qui una chiara infografica di Al Jazeera su chi sarà eletto e come). Le autorità pakistane hanno fatto sapere che ai seggi saranno presenti circa 600mila agenti di polizia, di cui 50mila militari, per garantire l’ordine pubblico e la regolarità del voto. Secondo alcuni sondaggi pre-elettorali, l’affluenza ai seggi potrebbe essere la più alta di sempre, superando il 44 per cento delle ultime elezioni del 2008. Il partito favorito è l’attuale partito di opposizione di centrodestra, Pakistan Muslim League – Nawaz, guidato da Nawaz Sharif. La sorpresa delle elezioni, invece, potrebbe essere il Pakistan Tehrik-i-Insaaf, il partito di Imran Khan. Il partito di centrosinistra di Bilawal Bhutto Zardari, invece, sembra avere dimezzato i suoi consensi rispetto al 2008, quando ottenne i 30,6 per cento dei voti.