Guida alle elezioni in Pakistan
E le foto della campagna elettorale: si vota sabato, il centrosinistra al governo sembra aver perso consensi a favore degli islamisti e di un popolare campione di cricket
L’11 maggio si terranno le elezioni politiche in Pakistan, in cui si eleggeranno a suffragio universale 272 deputati dell’Assemblea Nazionale (la Camera bassa del Parlamento) e i membri delle quattro Assemblee provinciali. Il voto di quest’anno è di importanza storica per il paese: per la prima volta in Pakistan un governo civile completa il suo intero mandato e passa i suoi poteri ad un altro esecutivo. Sui 272 seggi, 60 saranno riservati alle donne, mentre 10 saranno distribuiti alle minoranze non musulmane sulla base di un sistema proporzionale. Stando ai sondaggi il voto dovrebbe modificare la maggioranza uscita dalle elezioni del 2008, vinte dal Pakistan People Party, partito tendenzialmente laico di centrosinistra.
Dall’inizio del 2013 la stampa internazionale si è occupata in diverse occasioni delle elezioni in Pakistan, sia per l’importanza strategica del paese – il Pakistan condiziona ancora moltissimo il successo della presenza dei militari americani nel confinante Afghanistan – sia per le molte manifestazioni, casi giudiziari e attentati terroristici che hanno segnato la campagna elettorale. Le autorità pakistane hanno fatto sapere che, durante il voto di sabato, ai seggi saranno presenti circa 600mila agenti di polizia, di cui 50mila militari: le misure di sicurezza sono state rese necessarie dopo che gli attacchi dei talebani in questa campagna elettorale hanno ucciso almeno 100 persone in tutto il paese.
Le storie della campagna elettorale del Pakistan
Il caso più seguito è stato senza dubbio il ritorno in Pakistan dell’ex presidente Pervez Musharraf, arrivato il 24 marzo dopo quattro anni di esilio volontario. Musharraf, che governò il Pakistan con ampi poteri dal 1999 al 2008, era tornato in patria per candidarsi alle elezioni ma è stato arrestato il 19 aprile. È accusato di diversi reati, tra cui aver ordinato la destituzione e gli arresti domiciliari di alcuni giudici, come il presidente della Corte Suprema Iftikhar Mohammad Chaudhry, nel periodo in cui in Pakistan vigeva lo stato di emergenza. Musharraf, che comunque non era dato tra i favoriti, non potrà quindi partecipare al voto.
La tensione riguardo le accuse contro Musharraf si è aggiunta alle violenze degli attentati che negli ultimi mesi hanno colpito diverse aree del Pakistan. Il più eclatante si è verificato il 3 maggio scorso, quando Saddiq Zaman Khattack, candidato per un seggio all’Assemblea Nazionale per le liste del Awami National Party (ANP), è stato ucciso da un uomo armato all’uscita di una moschea a Karachi, nel sud del Pakistan. L’omicidio di Khattack si inserisce nella lunga lista di attentati con cui i talebani pakistani stanno colpendo le forze politiche più laiche del paese, con l’obiettivo di indebolirle in vista delle elezioni.
Di fronte alle innumerevoli violenze di questi mesi, risulta quasi paradossale la decisione presa mercoledì 8 maggio dai maggiori partiti del paese di sospendere la campagna elettorale per rispetto del popolarissimo leader del Pakistan Tehrik-i-Insaaf, Imran Khan, che a causa di una caduta dal palco durante un comizio elettorale a Lahore è stato ricoverato in ospedale in condizioni serie, anche se non gravi.
I principali partiti di centrosinistra
L’attuale partito di maggioranza è il Pakistan People Party (PPP), fondato nel 1967 da Zulfikar Ali Bhutto, padre dell’ex primo ministro Benazir Bhutto uccisa in un attentato nel 2007, e guidato oggi da uno dei figli di Benazir, Bilawal Bhutto Zardari. Il PPP viene considerato un partito laico di orientamento socialista, che negli ultimi anni si è spostato su posizioni più centriste e favorevoli alla privatizzazione di alcuni settori dell’economia. Il PPP sembra avere dimezzato i suoi consensi rispetto alle elezioni del 2008, quando aveva ottenuto il 30,6 per cento dei voti: durante gli ultimi quattro anni, infatti, il governo è stato molto criticato per una serie di scandali di corruzione e per diversi insuccessi in campo economico e sociale, oltre che sul piano della sicurezza interna. Dopo le elezioni del 2008 il PPP si era alleato con la Pakistan Muslim League – Quaid (PML-Q), formazione di centro che alle elezioni del 2008 aveva ottenuto 54 seggi nel Parlamento pakistano.
I principali partiti di centrodestra
Il principale partito di opposizione è la Pakistan Muslim League – Nawaz (PML-N), erede del partito indipendentista fondato da Muhammad Ali Jinnah nel 1906. La Lega è una forza conservatrice conosciuta per avere stabilito un “rapporto privilegiato” con gli estremisti islamici del paese. È guidata dall’ex primo ministro Nawaz Sharif e sembra data per favorita alle prossime elezioni: alcuni sondaggi dicono che potrebbe quasi raddoppiare i suoi consensi rispetto alle elezioni del 2008, passando dal 19,6 per cento dei voti a oltre il 36 per cento. Tra gli obiettivi più importanti contenuti nel programma elettorale presentato da Nawaz ci sono un aumento delle spese per l’istruzione dal 2 al 4 per cento del PIL entro il 2018 e un aumento del livello di alfabetizzazione del paese dal 54 all’80 per cento “nel più breve tempo possibile”. Secondo i sondaggi oggi il PML-N è il primo partito.
Si colloca a destra anche il partito Jamaat-i-Islami (JI), il più vecchio partito religioso del Pakistan. Il JI ha tra i suoi obiettivi la diffusione dell’Islam nel paese, l’imposizione della sharia, la legge islamica, e il rafforzamento dei rapporti con gli altri stati musulmani.
L’outsider, il campione di cricket
Il Pakistan Tehrik-i-Insaaf (PTI) è stato fondato nel 1996 e per questo è uno dei partiti più giovani che parteciperanno a queste elezioni. È guidato da Imran Khan, popolarissimo ex-giocatore di cricket pakistano ed eroe nazionale: con lui il Pakistan ha vinto la prima e unica Coppa del Mondo di cricket della sua storia, nel 1992. Il PTI è riuscito a guadagnare molta popolarità soprattutto tra la classe media: è molto popolare tra i giovani e gli strati della popolazione più istruita, ed è visto come il simbolo del cambiamento. Khan ha espresso più di una volta posizioni fortemente anti-americane e anti-indiane.
In passato il PTI ha partecipato solo a due delle tre elezioni generali che si sono tenute in Pakistan dal 1997: nel 2008, infatti, Khan decise di boicottare il voto in segno di protesta contro la destituzione del presidente della Corte Suprema Iftikhar Mohammad Chaudhry, reato di cui è stato accusato proprio l’ex presidente Musharraf. I sondaggi pre-elettorali mostrano come il PTI sia diventato il secondo partito del paese, dopo la Pakistan Muslim League – Nawaz. Anche se non dovesse vincere le elezioni, il movimento di Khan potrebbe risultare decisivo per la formazione di una nuova coalizione governativa.
Cosa faranno gli estremisti islamici?
Rispetto alle elezioni del 2008 sembra che i partiti religiosi abbiano un sostegno più forte della popolazione: un sondaggio condotto dal “British Council” all’inizio del 2013 mostrava come il 38 per cento dei giovani pakistani ritiene che un sistema basato sulla legge islamica sia migliore di un sistema democratico. Tuttavia, sostengono alcuni analisti, gli attentati talebani degli ultimi mesi potrebbero spostare il voto di molti cittadini pakistani favorendo i partiti laici, come successe alle elezioni del 2008 poco dopo l’attentato terroristico che uccise Benazir Bhutto.
Per ora, comunque, sembra che ci sia disaccordo tra le fazioni di estremisti pakistani sull’opportunità di partecipare alle elezioni. Il portavoce dei talebani pakistani, Ehsanullah Ehsan, ha detto recentemente che si dovrebbe boicottarle, perché il voto fa riferimento a un sistema democratico non islamico; al contrario Maulana Sami ul-Haq, che guida un importante seminario che addestra molti talebani afghani e pakistani, ha dichiarato che votare è un obbligo religioso.