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  • Mercoledì 8 maggio 2013

15 tavole di Spiaggia magica

Un libro per bambini "di una qualità pari a quella dei diamanti grezzi", ne scrisse nella prefazione il grande Maurice Sendak: esce domani in Italia

Esce domani per Orecchio Acerbo Spiaggia Magica di Crockett Johnson, disegnatore e illustratore di libri per bambini, noto soprattutto per Barnaby (pubblicato tra il 1942 e il 1952) e la serie di libri su Harold, che parte da Harold e la matita viola. Negli Stati Uniti Spiaggia Magica è uscito soltanto nel 2005, trent’anni dopo la morte di Johnson. Nonostante il successo dei suoi libri precedenti nessun editore aveva accettato di pubblicare il racconto, considerato troppo filosofico e difficile per i bambini.
Il volume, anche nella sua traduzione italiana, è introdotto da un altro grande illustratore: Maurice Sendak, autore di Nel paese dei mostri selvaggi, morto un anno fa. In anteprima vi mostriamo qualche tavola del libro di Johnson e la prefazione di Sendak.

Cosa ci fanno, questi due nuovi, coraggiosi ragazzini beckettiani in un libro per bambini scritto negli anni Sessanta? Sono molto scaltri e non hanno difficoltà a vivere in un mondo che contiene sia il reale che l’irreale, un mondo letterario, un mondo negato a molti adulti che hanno perso il potere di immaginare e credere in quell’immaginario. Ann e Ben appartengono, ovviamente, a Crockett Johnson, lo straordinario creatore di Barnaby e del famosissimo Harold con la sua matita viola, ragazzini che la sanno lunga e che hanno contribuito a cambiare il vecchio volto imbalsamato dell’editoria per ragazzi. Questi bambini ci invitano tutti, sia adulti sia piccini, a vivere come più ci aggrada, nel reale e nell’irreale allo stesso tempo. In Spiaggia magica c’è un ritmo moderno e vivace, e la stravaganza sorniona che elevava tutti i libri di Crockett Johnson e Ruth Krauss, sua brillante moglie e partner perfetta nella creazione ingegnosa del nonsense burlesco. Io ero il fortunato ragazzino di Brooklyn, un po’ rozzo e privo di esperienza, che incontrò questa coppia nei primi anni Cinquanta. Mi presero in simpatia e, con il loro tipico atteggiamento poco ortodosso, mi permisero di frequentarli – in pratica, di vivere con loro – nel Connecticut, nella loro spaziosa casa vecchio stile, sul fiume. Illustrai nove degli straordinari libri di Ruth, fui testimone della creazione di Harold e potevo sempre contare su Crockett Johnson. Ascoltavo e imparavo. Crockett e Ruth offrivano un piacere soave e meraviglioso a generazioni di nuovi bambini che vivevano in un mondo esausto, scioccato dalla guerra e sconcertante: prosa e poesia sfavillanti, all’apparenza semplici; la riproduzione accurata degli strani modi dei bambini e l’abile evocazione del loro universo egocentrico; le riflessioni, l’umorismo assurdo e le fantasie oscure dell’anima infantile; e l’amore, la fiducia e la libertà perfetta che consentivano ai ragazzini di essere sé stessi in un mondo creato solo per loro. E in una forma così semplice e modesta! Quando riceveva lodi a profusione per i suoi grandi romanzi, Jane Austen affermava di aver dipinto con un minuscolo pennello su un piccolissimo pezzo di avorio. Nelle loro opere, Crockett e Ruth mostrano la stessa toccante onestà e umiltà. Ma il valore del loro spirito tagliente, del loro umorismo estroso e bizzarro, del loro profondo e generoso impegno, è enorme. Il loro amore condiviso per i bambini, la loro intensa curiosità per ciò che è un bambino, sono universalmente riconosciuti.

Non c’è mai stata un’altra coppia come Crockett e Ruth, né prima né dopo. Riflessione sul mondo tra il serio e il faceto, Spiaggia magica è una storia che ha precorso i tempi, tanto da non trovare nessuno che la pubblicasse così come Crockett l’aveva concepita: non fu lui l’illustratore del racconto, pubblicato nel 1965 con il titolo Castles in the Sand. Che il menabò completo -con il manoscritto e i suoi disegni originali- sia riemerso e veda nuovamente luce, è un vero miracolo. Crockett non terminò le illustrazioni che vedrete qui, dotate di una qualità pari a quella dei diamanti grezzi, e, anche se lo avesse fatto, forse non le avrebbe approvate. A volte si rammaricava un po’ delle sue illustrazioni dei libri; sembravano tutte uguali, pensava. Ai miei occhi, questi disegni mostrano la sua vigorosa vitalità artistica e testimoniano il suo autentico e indiscusso genio. Parlano per lui, e noi li amiamo e ci fidiamo di loro per l’irresistibile familiarità che ci comunicano. Gli schizzi avevano unicamente lo scopo di mostrare al suo editore come avrebbe voluto sviluppare l’idea. Per me sono completi come tutte le illustrazioni che ha realizzato. Solo migliori.