Il successo dell’UKIP
Alle ultime elezioni locali nel Regno Unito, un sacco di voti sono andati a un partito antieuropeista: da ora in poi bisognerà farci i conti, ha detto Cameron
Giovedì 2 maggio si è votato nel Regno Unito in una importante serie di elezioni locali: si votava per rinnovare i consigli di 35 contee in Inghilterra e in Galles e per eleggere il sindaco di due città, oltre ad alcuni altri organi locali. Le elezioni erano considerate un test importante per la coalizione di governo, formata dai conservatori di David Cameron e dai LibDem: per loro non è andata molto bene, mentre la notizia principale, di cui si discute molto sui giornali britannici in questi giorni, è stata la grande crescita del movimento di destra ed euroscettico UKIP, l’United Kingdom Indipendence Party.
A livello complessivo (qui un’infografica sul sito di BBC), le elezioni locali hanno visto il Labour primo partito con circa il 29 per cento dei voti, mentre il partito conservatore è arrivato secondo con il 25 per cento e il suo alleato, i LibDem, sono quarti al 14 per cento. Molti voti dei conservatori, come ha riconosciuto anche David Cameron, sono però andati all’UKIP, che è arrivato terzo a livello nazionale con il 23 per cento dei voti.
L’affluenza è stata molto bassa, intorno al 31 per cento, in calo di 10 punti rispetto alle precedenti elezioni locali del 2009. L’UKIP ha vinto oltre 147 seggi sui circa 2.300 seggi nei consigli di contea che bisognava rinnovare in Inghilterra. Ai conservatori ne sono andati più di mille, 538 ai laburisti e 352 ai liberaldemocratici.
L’UKIP è un partito politico fondato nel 1993 con il principale obiettivo politico di opporsi al Trattato di Maastricht e di ottenere il ritiro del Regno Unito dall’Unione Europea. Al momento della sua creazione, ne entrarono a far parte principalmente fuoriusciti dalla corrente più a destra del partito conservatore britannico. Il suo leader è Nigel Farage, 49 anni ed europarlamentare dal 1999, che fuori dal Regno Unito è noto soprattutto per i suoi interventi durissimi, al limite dell’insulto, contro i leader e le istituzioni dell’Unione Europea.
Durante la sua direzione, iniziata nel 2006 e con una breve pausa tra 2009 e 2010, Farage ha cercato di allargare la proposta politica dell’UKIP, che oggi propone un programma improntato al liberismo economico e ai valori della destra più conservatrice: oltre all’immediata uscita dall’Unione Europea, l’UKIP propone di aumentare le spese per la difesa, raddoppiare la capienza delle carceri e bloccare l’immigrazione per 5 anni, richiedendo comunque agli immigrati di “parlare correntemente” l’inglese e rispondere a requisiti finanziari e di educazione.
I commentatori britannici hanno scritto che, con le ultime elezioni, l’UKIP è diventata una vera forza politica di cui tener conto nel paese. Finora, l’UKIP aveva ottenuto buoni risultati soprattutto nelle elezioni europee, dove le idee fortemente antieuropeiste avevano più presa sugli elettori: alle più recenti, nel 2009, ottenne tredici europarlamentari con una percentuale di voti del 16,5% a livello nazionale, maggiore di quella del partito laburista (15,7%). Nelle elezioni nazionali – le prossime sono in programma nel 2015 – l’UKIP non ha mai ottenuto rappresentanti alla Camera dei Comuni.
Queste elezioni, ha sostenuto Farage, potrebbero essere il primo passo far ottenere al suo partito il primo seggio in parlamento: «Qualcosa è cambiato», ha detto durante un incontro con i giornalisti. Ci sono pochi dubbi tra i commentatori britannici che Farage trovi i suoi voti in particolare tra gli elettori conservatori. Lo stesso Farage lo ha confermato ancora una volta, dicendo ai giornalisti: «Non riesco a immaginare una giovane Margaret Thatcher che esce dall’università di Oxford ed entra nel partito conservatore guidato da David Cameron. Penso che lei sarebbe entrata nell’UKIP e senza dubbio mi avrebbe rubato il posto nel giro di 12 mesi».
Il primo ministro David Cameron ha riconosciuto il successo dell’UKIP e ha dichiarato che si è trattato di una lezione importante per i tre principali partiti che siedono al parlamento. «Capisco – ha detto Cameron – perché alcuni elettori che prima ci supportavano abbiano deciso di voltarci le spalle: vogliono che facciamo ancora di più per le questioni che interessano davvero alla gente che lavora». Cameron ha anche aggiunto che non è una buona idea insultare un partito che rappresenta così tanti elettori.
Si tratta di un’apertura significativa nei confronti dell’UKIP. In passato Cameron si era rivolto verso i membri del partito con termini poco lusinghieri e nel corso dell’ultima campagna elettorale aveva rifiutato di nominare esplicitamente il partito, mentre altri membri del suo partito lo avevano definito «una collezione di clown» oppure un partito composto da gente «con l’aspetto dei clown».
Diversi commentatori britannici ed esteri, tra cui il TIME, hanno sostenuto un parallelo tra il successo del Movimento 5 Stelle in Italia e dell’UKIP nel Regno Unito, a volte collegandolo ai successi di altri partiti antieuropeisti in diversi paesi dell’UE. Secondo queste analisi i due partiti, insieme al nuovo partito euroscettico tedesco, Alternative für Deutschland (Alternativa per la Germania), condividono una severa critica dei partiti tradizionali insieme a una critica dell’Unione Europea, un atteggiamento rigido nei confronti dell’immigazione (che però, almeno nel caso del M5S, non sembra ancora molto pronunciato) e una riduzione delle dimensioni del governo.
Foto: Christopher Furlong/Getty Images