Cosa succede con l’IMU
Il governo Letta esiste da meno di 24 ore, ma PD e PdL fanno già annunci diversi sull'imposta sulla casa
Oggi praticamente tutti i giornali mettono in prima pagina la prima tensione tra PD e PdL nella maggioranza di governo (che è nata solo ieri) sull’IMU, l’Imposta Municipale Unica, e sulle modalità di intervento sulla tassa. Durante il suo discorso di insediamento alla Camera, il nuovo presidente del Consiglio Enrico Letta ha annunciato che il pagamento della rata di giugno dell’IMU sarà sospeso, in attesa di un riordino generale della tassa «che dia ossigeno alle famiglie, soprattutto quelle meno abbienti». Con grande soddisfazione degli esponenti del PdL, che sull’abolizione dell’IMU aveva molto insistito sia in campagna elettorale che nelle trattative per la formazione del governo.
Ma sulle intenzioni del governo Letta ci sono interpretazioni diverse: il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini ha infatti precisato immediatamente che l’imposta non verrà abolita del tutto e che ci sarà soltanto una proroga nel pagamento della rata di giugno. Il parere di Franceschini sembra essere condiviso all’interno del Partito Democratico, perché oggi il ministro per lo Sviluppo economico (e sindaco di Padova) Flavio Zanonato spiega in un’intervista con il Corriere che l’obbiettivo attuale è non far pagare la rata di giugno, mentre per l’abolizione totale dell’imposta mancano i soldi. L’idea del PD, riportano i giornali, sarebbe aumentare la fascia di chi è esente dall’imposta (attualmente la soglia per l’esenzione è a 200 euro più 50 per ogni figlio a carico con meno di 26 anni).
Silvio Berlusconi invece, che sostiene con il PdL il governo Letta, ha detto in una dichiarazione ripresa con grande evidenza anche sul sito del partito di essere “fiducioso” non solo sull’abolizione dell’IMU per il 2013, ma anche sulla restituzione di quella del 2012, e che questa misura è necessaria per assicurare il sostegno del PdL al nuovo governo.
Il PdL ne aveva fatto uno dei suoi temi principali durante l’ultima campagna elettorale: pochi giorni prima venne inviata a molti italiani una lettera da parte del PdL – giudicata dai suoi avversari ingannevole per forma e contenuto – in cui era promessa l’abolizione dell’imposta nel primo Consiglio dei ministri di un eventuale governo Berlusconi e la restituzione di quanto pagato nel 2012.
Il problema principale per una completa abolizione e per il rimborso è naturalmente dove trovare i soldi: il gettito dell’IMU è stimato in circa 4 miliardi di euro all’anno. L’IMU è un’imposta che da quest’anno va interamente ai Comuni, pagata in due rate – 17 giugno e 16 dicembre – e su cui i Comuni hanno alcuni margini di manovra per aumentare autonomamente le aliquote. Già il mancato pagamento della rata a giugno causerà risorse inferiori per i Comuni per circa 2 miliardi di euro. Nei prossimi mesi, dunque, il governo dovrà presentare un piano di riorganizzazione dell’imposta che fornisca quei soldi per altre vie.
L’ultimo governo Berlusconi aveva introdotto l’IMU a partire dal 2014, all’interno del cosiddetto “federalismo fiscale”, ma teneva fuori le prime case, che restavano esenti. La manovra economica varata dal governo Monti ha anticipato la sua introduzione al gennaio del 2012 e ha incluso anche le prime case, e da allora l’IMU è diventata l’imposta più nota – in negativo – dell’operato del governo uscente. La precedente imposta sulla casa, l’ICI, era stata introdotta nel 1992 e abolita per le prime case nel 2008, dal governo Berlusconi.
(Foto: LaPresse)