Il medico spagnolo Eufemiano Fuentes condannato a un anno
Sono arrivate le sentenze su uno dei più grandi casi di doping al mondo, condizionate però dal fatto che in Spagna non c'è (ancora) una vera legge in materia
Il medico spagnolo Eufemiano Fuentes è stato condannato a un anno – e la sua licenza da medico sospesa per quattro anni – al termine di uno dei più grandi processi sul doping al mondo. La condanna è così leggera, a fronte della pesantezza delle accuse, perché in Spagna non esiste una legge specifica sul doping. Il Parlamento ne ha approvato una versione molto generica dopo lo scandalo Fuentes e ha avviato solo il 5 dicembre 2012 la discussione su un pacchetto di norme che allinei il quadro legislativo a quello internazionale. Per questo motivo Fuentes è stato accusato, quindi, solo di “attentato alla salute pubblica”: aver messo in pratica delle azioni che avrebbero potuto mettere a rischio la vita degli atleti.
Fuentes è accusato di aver sottoposto i ciclisti che assisteva a trasfusioni di sangue, allo scopo di migliorare le prestazioni sportive e aggirare i controlli anti doping. Ignacio Labarta, ex funzionario della squadra Kelme, è stato condannato a quattro mesi di prigione, altri tre che erano imputati con lui sono stati assolti. Negli anni decine e decine di ciclisti sono stati accusati – e in diversi casi scoperti e sanzionati – di avere alterato illegalmente le proprie prestazioni sportive grazie al dottor Fuentes. Tra questi alcuni dei ciclisti più famosi e vincenti al mondo, come Alberto Contador, Jan Ullrich e Ivan Basso. L’organizzazione di Fuentes è stata considerata tra le più innovative nel praticare nuovi metodi di doping. Fuentes si è sempre definito innocente, sostenendo che le trasfusioni servivano a fare test e analisi sugli atleti e non a migliorare le loro prestazioni sportive.
L’indagine è stata avviata in Spagna nel febbraio 2006 e si è conclusa a maggio dello stesso anno, con l’arresto di Eufemiano Fuentes il 22 maggio, da parte della Guardia Civil. Secondo l’accusa, Fuentes era a capo di un’organizzazione che si dedicava alla gestione di “autoemotrasfusioni” e alla vendita di sostanze dopanti, come l’EPO, gli ormoni della crescita, gli anabolizzanti, pianificando programmi specifici di utilizzo per gli atleti coinvolti nell’indagine. Nel corso delle operazioni di arresto la polizia sequestrò circa 200 sacche di sangue (usate per le trasfusioni), appartenenti a diversi ciclisti, con etichette e nomi in codice. La polizia ritrovò una serie di elenchi cifrati di presunti clienti-atleti coinvolti nell’organizzazione, ma arrivò a identificare soltanto 58 ciclisti professionisti. I nomi degli altri sportivi coinvolti non sono invece stati decifrati né resi noti. Le sacche di sangue saranno distrutte.
foto: Eufemiano Fuentes. (DANI POZO/AFP/Getty Images)