La strage di Ramenski
Un incendio in un ospedale psichiatrico vicino Mosca ha ucciso 38 persone: la gran parte dei pazienti era sedata e non è riuscita a scappare
Nella notte tra giovedì 25 e venerdì 26 aprile, verso le due del mattino, è scoppiato un incendio nell’ospedale psichiatrico di Ramenski, a circa 60 chilometri a nord di Mosca. All’interno dell’edificio si trovavano 41 persone. Secondo quanto riferito dal ministero federale della Sanità, solo tre di loro sono sopravvissute: un’infermiera e due pazienti. Il governatore Andrei Vorobiov ha dichiarato per sabato 27 aprile una giornata di lutto in tutta la regione di Mosca.
Secondo le prime ricostruzioni e la testimonianza dell’infermiera che si è salvata, gli allarmi antincendio hanno funzionato correttamente. I pazienti, che avevano tra i 20 e i 76 anni, erano però sotto l’influenza di sedativi e dormivano: sarebbero quindi morti senza aver avuto il tempo di reagire. La maggior parte dei corpi sono stati trovati ancora a letto: solo in otto avrebbero cercato di fuggire e sono stati ritrovati vicino all’uscita all’interno dell’edificio, le cui finestre erano protette da sbarre.
Le fiamme sarebbero partite da una stanza e si sarebbero propagate molto rapidamente in tutto l’edificio: un unico piano di circa 420 metri quadrati, con soffitto in legno. Il Comitato Investigativo della Federazione Russa, che dipende direttamente dal Cremlino, ha fatto sapere che si stanno prendendo in considerazione tutte le possibili cause dell’incendio, sia dolose che accidentali. Sul funzionamento dei sistemi di allarme sembrano non esserci dubbi. L’edificio era stato ispezionato l’anno scorso ed erano state rilevate alcune violazioni delle norme relative alla prevenzione degli incendi: i problemi erano stati però risolti ad agosto, come è risultato da una seconda ispezione.
I primi soccorsi sarebbero arrivati all’ospedale psichiatrico dopo circa un’ora dall’allarme, invece che nei 20 minuti previsti. E secondo alcuni testimoni i primi vigili del fuoco arrivati sul posto non avrebbero potuto spegnere l’incendio, a causa della mancanza di acqua nelle pompe. Gli incidenti e gli incendi nelle strutture mediche in Russia sono molto comuni, con almeno 18 casi negli ultimi sette anni: nel 2009 28 persone sono morte nell’incendio di una casa di riposo per anziani nella Repubblica di Komi; nel 2007 a Tula in una casa di cura sono morte 32 persone.