A Dacca ci sono centinaia di dispersi
E i morti ora sono almeno 273: le nuove foto dal palazzo crollato nella capitale del Bangladesh, dove continuano le ricerche
Da due giorni decine di squadre di soccorso sono al lavoro per recuperare le persone rimaste imprigionate nel crollo di un grande edificio nella zona di Savar,c nei pressi di Dacca, la capitale del Bangladesh. L’incidente ha causato la morte di almeno 273 persone e il ferimento di altre centinaia. Secondo le autorità, ci sono ancora centinaia di dispersi e più passano le ore più si riducono le probabilità di trovarle ancora vive, tra le macerie. Da mercoledì, giorno in cui è crollato il palazzo, sono state recuperate circa 40 persone. Il primo ministro del Bangladesh, Sheikh Hasina, ha chiesto alla popolazione di pregare per chi è morto nell’incidente e per chi è ancora disperso.
Giovedì 25 aprile, migliaia di cittadini hanno manifestato a Dacca per protestare contro gli scarsi livelli di sicurezza degli edifici residenziali e produttivi nel Bangladesh. Secondo i giornali locali ci sarebbero stati anche alcuni scontri tra i manifestanti e gli agenti di polizia. Altre manifestazioni sono state organizzate per oggi, con nuove tensioni che hanno portato i poliziotti a lanciare alcuni gas lacrimogeni verso i manifestanti per disperderli.
Prima che crollasse, nel palazzo erano attivi cinque laboratori per la lavorazione di tessuti e accessori, un centro commerciale e diversi altri negozi. Le cause del cedimento strutturale che ha portato al crollo non sono ancora chiare, ma il giorno prima dell’incidente pare che le autorità locali avessero chiesto ai proprietari dei locali di tenere chiuso perché erano state avvistate diverse crepe nelle pareti. Il proprietario del palazzo aveva rassicurato i negozianti, che avevano quindi deciso di tenere aperto: non ci sono sue notizie, ma Hasina ha promesso che sarà trovato e giudicato per quanto avvenuto.
Si stima che nel palazzo si trovassero almeno 2mila persone al momento del crollo, secondo alcune fonti circa 3mila. Grazie alle indicazioni di familiari e conoscenti le autorità hanno messo insieme una lista di 372 nomi di persone date ancora per disperse, ma si teme che il numero possa essere molto più alto. Le squadre di soccorso lavorano giorno e notte per condurre le ricerche, in condizioni precarie e molto rischiose perché potrebbero esserci altri crolli. Il loro piano è di proseguire con le ricerche almeno fino a domenica, anche se sono consapevoli che più passa il tempo più si riducono le probabilità di trovare altri sopravvissuti.
Il Bangladesh è uno dei principali produttori ed esportatori di prodotti per l’abbigliamento. Molte società occidentali fanno cucire e produrre i loro capi nel paese, perché la manodopera costa poco. Questo sistema è stato più volte criticato per le paghe molto basse per i lavoratori, per i pochi diritti riconosciuti agli operai e per le scarse condizioni di sicurezza nelle fabbriche, grandi e piccole, dove si tessono e cuciono i capi di abbigliamento.