Chi era Anna Proclemer
Foto, video e breve storia della grandissima attrice morta oggi a 89 anni
Giovedì notte è morta a Roma, a 89 anni, Anna Proclemer, una delle più grandi e ammirate attrici italiane di teatro. Era nata a Trento nel 1923: «Io, come quasi tutti i trentini, sono timida, introversa, depressa: il teatro, per me, è stato terapeutico». Aveva debuttato nel 1941 al Teatro dell’Università di Roma con Nostra Dea di Massimo Bontempelli, e poi iniziato una lunga carriera in Italia e nel mondo.
«Mio padre era ingegnere, mia madre una casalinga inquieta con velleità artistoidi. Forse da lei ho ereditato il sacro fuoco dell’ arte. Sin da bambina ero poco socievole, ma ho iniziato a fare la primadonna negli spettacolini all’ asilo. Il vero debutto fu a 19 anni, al Teatro dell’ Università di Roma, che frequentavo da studentessa di Lettere»
Dal 1952 al 1955 fece parte della Compagnia Teatro d’Arte Italiano diretta da Vittorio Gassman e da Luigi Squarzina, al Piccolo Teatro di Milano fu diretta da Giorgio Strehler e, a partire dal 1956 lavorò molto con Giorgio Albertazzi, con cui ebbe anche un rapporto sentimentale. La notizia della sua morte è stata data dalla figlia Antonia, avuta con lo scrittore Vitaliano Brancati (lei parla del loro matrimonio in questa intervista).
Con Giorgio Albertazzi, Anna Proclemer fece la sua prima apparizione televisiva nello sceneggiato L’Idiota. Doppiò anche diversi film (è sua la voce ad esempio di Anne Bancroft in Anna dei miracoli, o di Greta Garbo in Grand Hotel) e interpretò diversi ruoli al cinema, tra cui Viaggio in Italia di Roberto Rossellini. Il suo ultimo ruolo al cinema fu in Magnifica presenza, diretto nel 2012 da Ferzan Özpetek.
Il suo repertorio era vastissimo. Nel suo sito – in cui racconta molto della sua storia in prima persona – scrisse: «“Qual è il personaggio che ha amato di più?” – mi chiedono puntualmente nelle interviste. Dio mio, come si fa a rispondere? “I figli so’ figli!” come scriveva Eduardo? No, via, mi suonerebbe un po’ retorico. E allora per evitare di buttarmi giù dalla torre insieme a tutti loro, dirò (sia pure con qualche dubbio segreto): La figlia di Jorio di Gabriele D’Annunzio».
Il gabbiano, Anton Čechov
Il ladro gentiluomo, Carosello 1964
La via del successo 1958 – Essa era malata