I matrimoni gay in Francia
L'Assemblea nazionale voterà oggi la legge che li rende legali, ma ci sono da giorni proteste e manifestazioni di chi si oppone al progetto di Hollande
Oggi pomeriggio, l’Assemblea nazionale si pronuncerà sul disegno di legge che legalizza il matrimonio e l’adozione per le coppie dello stesso sesso in Francia: il testo dovrebbe essere approvato in via definitiva senza particolari problemi, così come è stato votato dal Senato il 12 aprile scorso.
La situazione a leggere diversi giornali francesi è comunque preoccupante. Da questa mattina, come spiega il quotidiano Le Figaro, un migliaio di poliziotti in tenuta antisommossa sono schierati intorno al Palais Bourbon (la sede del Parlamento) e i cosiddetti “cannoni ad acqua” pronti ad essere usati: sono infatti previste manifestazioni e proteste da parte dei principali oppositori alla legge e di chi invece la sostiene. Ieri Claude Bartolone, presidente socialista dell’Assemblea nazionale, ha ricevuto una lettera contenente polvere da sparo in cui gli si intimava di rinviare la votazione finale: «Avete voluto la guerra e l’avrete», c’era scritto nel messaggio.
Il disegno di legge, che porta il nome del ministro della giustizia Christiane Taubiraera, era stato promesso dal presidente François Hollande in campagna elettorale e presentato il 7 novembre del 2012: dopo l’abolizione della pena di morte nel 1981, è considerato la più grande riforma della società in Francia. Un primo parere favorevole, dopo 110 ore di dibattiti, era arrivato il 12 febbraio scorso da parte dell’Assemblea parlamentare con 329 sì e 299 no. C’erano state 10 astensioni, in 9 non avevano partecipato al voto, 7 deputati all’opposizione avevano votato a favore e 10 della maggioranza avevano votato contro. La coalizione del partito di Hollande ha comunque la maggioranza in Parlamento. Il 12 aprile anche il Senato aveva approvato il testo di legge. A quel punto, il governo aveva deciso di accelerare i tempi dell’approvazione, anticipando i dibattiti in Assemblea nazionale e limitandoli a 25 ore, sulla base di una procedura detta a “tempo programmato”.
L’obiettivo era quello di ridurre le manifestazioni di protesta, che negli ultimi mesi si sono fatte sempre più violente con scontri tra polizia ed estremisti di destra, assalti a bar frequentati da omosessuali o alle sedi del Partito socialista. Nel frattempo, anche il movimento “Manif pour Tous” (letteralmente “Manifestazione per tutti”), all’origine dei grandi cortei parigini contro le nozze gay, ha deciso di anticipare la sua manifestazione nazionale che si è svolta domenica 21 aprile. Gli oppositori chiedevano al presidente Hollande di ritirare la legge e «indire un referendum». Secondo gli organizzatori erano presenti 270 mila persone, per la prefettura solo 45 mila. Per la prima volta, accanto agli esponenti del partito UMP (la destra moderata) era presente anche Gilbert Collard del Rassemblement Bleu Marine (l’estrema destra di Marine Le Pen). Una contro-manifestazione si è svolta invece vicino alla Bastiglia. Da un sondaggio condotto a fine gennaio, risulta che il 63 per cento dei francesi è favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso e il 49 per cento anche alle adozioni.
Il principale partito di opposizione al governo, l’UMP (che durante le varie fasi del ddl aveva presentato più di 5mila emendamenti per fare ostruzionismo), ha deciso di non arrendersi, minacciando di rimettere mano alla legge una volta al governo o replicare quello che avvenne nel 2006 con il Cpe, il contratto di primo impiego che venne votato ma mai applicato a causa delle manifestazioni contrarie. L’UMP ha anche detto di volersi rivolgere con un ricorso al Consiglio costituzionale, che avrà 30 giorni di tempo per emettere una sentenza. Se la legge sarà giudicata costituzionale, verrà iscritta al Journal Officiel, ed entrerà in vigore in modo definitivo. I primi matrimoni gay potranno quindi essere celebrati in Francia da metà giugno. Diversi sindaci francesi si sono offerti di ospitare il primo evento: su tutti il sindaco socialista di Montpellier Hélèn Mandroux che nel 2011 aveva officiato simbolicamente un matrimonio tra due uomini.
Intanto, la portavoce degli oppositori al matrimonio gay Frigide Barjot, ha annunciato che alle prossime elezioni municipali che si svolgeranno in Francia nel 2014, ci saranno delle liste del movimento “Manif pour Tous”, almeno in quei comuni dove non si candiderà qualcuno apertamente vicino alla loro posizione.