L’arresto di Pervez Musharraf
L'ex potente presidente del Pakistan è accusato di diversi reati, tra cui non avere protetto adeguatamente Benazir Bhutto uccisa nel 2007
La mattina di venerdì 20 aprile la corte distrettuale di Islamabad ha formalizzato le accuse contro l’ex presidente pakistano Pervez Musharraf, che ha governato il Pakistan con ampi poteri dal 1999 al 2008. Musharraf, che era tornato nel suo paese il 24 marzo scorso dopo quattro anni di esilio volontario, è accusato di diversi reati, tra cui aver ordinato la destituzione e gli arresti domiciliari di alcuni giudici, come il presidente della Corte Suprema Iftikhar Mohammad Chaudhry, nel periodo in cui in Pakistan vigeva lo stato di emergenza, imposto dallo stesso Musharraf nel 2007. Musharraf è anche accusato di non avere preso le adeguate misure per proteggere Benazir Bhutto, prima e unica donna a diventare primo ministro del Pakistan (per due volte nel corso degli anni Novanta), uccisa da un attentato nel 2007.
La decisione della corte è arrivata dopo che giovedì 19 aprile il giudice del tribunale di Islamabad aveva revocato la libertà su cauzione concessa in precedenza a Musharraf. Dopo la sentenza, tuttavia, Musharraf si era allontanato con gli uomini della sua scorta, senza che venisse fermato o accompagnato dagli agenti di polizia che si trovavano in tribunale. La BBC aveva trasmesso le immagini che mostravano Musharraf salire su un SUV nero, diretto verso la sua villa di lusso nei pressi di Islamabad. Secondo quanto dichiarato dai suoi legali, Musharraf si sarebbe presentato spontaneamente questa mattina in tribunale, e non sarebbe invece stato arrestato nella notte come riportato da alcuni giornali locali. Ora Musharraf si trova agli arresti domiciliari, e secondo il quotidiano indiano Dawn dovrà presentarsi di fronte a un tribunale per l’antiterrorismo il 21 aprile.
I legali di Musharraf hanno fatto sapere che presenteranno ricorso alla Corte Suprema. Nei giorni scorsi lo stesso ex presidente aveva accusato i giudici di essere stati mossi da “motivazioni politiche”. La decisione della corte impedirà a Musharraf di presentarsi alle elezioni che si terranno in Pakistan il prossimo 11 maggio. All’inizio di questa settimana, comunque, la sua candidatura era stata respinta nel Chitral, uno dei quattro distretti in cui Musharraf si era presentato. In precedenza la sua candidatura era stata respinta anche negli altri tre distretti.
Secondo il New York Times le vicende giudiziarie di Musharraf sono l’ultimo esempio di un cambio di rotta del sistema giudiziario pakistano nei confronti di uomini politici e militari di alto rango, che fino a pochissimi anni fa in Pakistan erano considerati “intoccabili”.
foto: Pervez Musharraf (AP Photo/Anjum Naveed)