Presidente della Repubblica, live
Alla prima votazione PD, PdL, Scelta Civica e Lega perdono oltre 200 voti per Marini, che non ce la fa: anche il secondo scrutinio a vuoto
19.18 – Alcuni confronti col voto di stamattina:
Marini 521-15
Rodotà 240-230
Chiamparino 41-90
Bonino 13-10
D’Alema 12-38
Prodi 13-14
19.15 – Annunciati i risultati ufficiali:
Rodotà 230
Chiamparino 90
D’Alema 38
Marini 15
Mussolini 15
Prodi 13
Bonino 10
De Caprio 9
Sibilia 7
Bindi 6
Severino 5
Berlusconi 4
Bersani 4
Finocchiaro 4
Napolitano 4
Merlo Ricardo 3
Castagnetti 2
Cucuzza 2
Forlani 2
Grasso 2
Maniscalco 2
Palmieri 2
Sabelli 2
Santanché 2
Versace 2
19.01 – Il bilancio finale della giornata e cosa può succedere domani.
18.48 – Manca il conteggio ufficiale, ma lo scrutinio si è concluso con questi risultati ufficiosi: Rodotà 226, Chiamparino 87, D’Alema 36, Alessandra Mussolini 15, Marini 14, Prodi 13, Bonino 8, Sergio De Caprio 8, Cosimo Sibilia 7, Rosy Bindi 6.
18.37 – Parziale a 659 voti. Rodotà 149, Chiamparino 64, D’Alema 34.
18.30 – A metà scrutinio la gran parte dei voti sono stati schede bianche, come previsto. Per il resto il dato più interessante è che nuovi voti si sono riversati sull’ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino, che aveva avuto 40 voti stmattina, e sono già quasi sessanta. Anche i voti su Rodotà dovrebbero crescere, rispetto a stamattina: evidentemente tra gli elettori del PD “liberati”, qualcuno ha deciso di votare per questi candidati.
Punto della situazione, ore 18.00 – Si è chiusa la seconda votazione per l’elezione del presidente della Repubblica, i cui risultati ufficiali dovrebbero iniziare ad arrivare tra pochi minuti, ma a questo punto è chiaro che domani l’assemblea tornerà a votare. La prima votazione è finita senza che nessun candidato ottenesse i due terzi dei voti necessari a essere eletto. Franco Marini era il candidato che godeva dell’appoggio ufficiale di PD, PdL, Lega Nord e Scelta Civica, valido in partenza 726 voti rispetto a un quorum di 672: ne ha ottenuti appena 521, pochi più della metà dei voti totali dell’assemblea.
Nel secondo scrutinio, invece, le forze politiche che appoggiavano Marini hanno deciso per la scheda bianca, mentre nelle ultime due ore non sono più filtrate notizie su alleanze o scelte alternative tra le forze che appoggiavano Marini: l’impressione è che si sia in una fase di passaggio in cui il PD, molto diviso al suo interno, non ha ancora deciso che cosa fare, che cosa farne della prima ipotesi Marini (quasi certamente messa da parte: ma resta il problema che su quella candidatura c’era l’accordo con il PdL), quale nome scegliere per ritrovare unità. Nel frattempo, SEL ha deciso fin dalla prima votazione di appoggiare la candidatura di Stefano Rodotà, che è l’unica che il Movimento 5 Stelle ha detto di essere disposto a votare.
16.50 – Sono finite le votazioni dei senatori e sono in corso quelle dei deputati.
16.23 – Ricordiamo le posizioni dei partiti principali: PD, PdL, Lega Nord e Scelta Civica hanno in totale 745 voti e hanno annunciato scheda bianca, ma sarà interessante vedere quanti non aderiranno a questa indicazione; Movimento 5 Stelle e SEL, in totale 195 elettori, voteranno Stefano Rodotà. E per aggiungere una nota di colore, voterà Rodotà anche Domenico Scilipoti, oggi deputato del PdL.
Scilipoti: voterò il professore Rodotà, politico dell’”anticasta” fb.me/wEdHspjI
— Domenico Scilipoti (@On_Scilipoti) 18 aprile 2013
16.00 – Il sito della Camera ha pubblicato i risultati ufficiali della prima votazione.
15.56 – Se poi siete stanchi di vedere sempre la solita aula della Camera, mentre la votazione va per le lunghe, qui c’è una bella galleria fotografica dei parlamenti nel resto del mondo. E sempre a proposito di altri parlamenti, questo è quello che è successo ieri nel parlamento neozelandese quando è passata la legge che legalizza i matrimoni tra persone dello stesso sesso.
15.44 – È cominciata la seconda votazione: prima votano i senatori a vita, poi i membri del Senato in ordine alfabetico, poi i deputati, infine i 58 delegati regionali.
15.30 – Nel frattempo, dov’è Beppe Grillo?
15.25 – Cosa pensa Rodotà di Beppe Grillo, da un’intervista pubblicata nel luglio 2012. In breve, che è una minaccia. Stefano Rodotà, 80 anni (trovate un suo breve profilo qui), è stato scelto dal Movimento 5 Stelle come candidato alla presidenza della Repubblica.
15.20 – Un riassunto dei fatti da tener presente per la seconda votazione.
Modi e tempi: Le operazioni di voto, di nuovo a scrutinio segreto, ricominceranno nell’aula della Camera alle 15.30. Il voto vero e proprio dura circa tre ore (ma potrebbe essere accelerato dalle molte schede bianche) poi ci sono le operazioni di scrutinio: il risultato del secondo scrutinio arriverà probabilmente verso le 19.
Come seguire: Qui la diretta streaming, mentre qui ci sono le foto della prima giornata di votazioni alla Camera.
Chi vota cosa: Il PdL sembra orientato, in questo momento, a votare scheda bianca sia alla seconda che alla terza votazione. Pare che anche il PD si orienti a questa scelta, mentre il Movimento 5 Stelle ha chiarito che voterà ancora Rodotà, come farà anche SEL.
I numeri: Per eleggere il presidente della Repubblica alla seconda e alla terza votazione sono ancora necessari i due terzi dei membri dell’assemblea: quindi 672 voti su 1007. I numeri in campo sono questi:
PD: 425
SEL: 43
Altri centrosinistra: 23
TOTALE CENTROSINISTRA: 491
PdL: 210
Altri centrodestra: 20
TOTALE CENTRODESTRA: 230
Lega Nord: 39
Movimento 5 Stelle: 152
Scelta Civica + UdC: 71
Senatori a vita: 3
Altri: 11
15.06 – Fratelli d’Italia, che ha 9 deputati, ha annunciato che alla seconda votazione voterà per Sergio De Caprio, detto il Capitano Ultimo, cioè il carabiniere che arrestò Totò Riina.
#FDI: #vota per “capitano Ultimo”.
— Ignazio La Russa (@Ignazio_LaRussa) 18 aprile 2013
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Punto della situazione, 14.20. La prima votazione per l’elezione della presidenza della Repubblica si è conclusa senza che nessun candidato ottenesse i due terzi dei voti necessari a essere eletto. Franco Marini era il candidato che godeva dell’appoggio ufficiale di PD, PdL, Lega Nord e Scelta Civica, valido in partenza 726 voti rispetto a un quorum di 672: ne ha ottenuti appena 521, pochi più della metà dei voti totali dell’assemblea.
Questo ratifica il grande dissenso che la scelta di Marini aveva incontrato soprattutto all’interno del Partito Democratico e mette ulteriormente in discussione la leadership di Pier Luigi Bersani e il progetto di ulteriori intese con il PdL. Ma sull’elezione del presidente – la seconda votazione comincerà già alle 15.30 – le cose sono ancora molto aperte: sono in corso riunioni dei gruppi parlamentari per decidere il da farsi. Il PD, che ha la maggioranza degli elettori, potrebbe decidere se riprovare con Marini (difficile rischiare di nuovo, però) o votare scheda bianca per prendere tempo in attesa della quarta votazione in cui basterà la metà dei voti, o proporre altri percorsi.
Dopo Marini, hanno ottenuto 240 voti Rodotà (candidato di M5S e SEL, ma ha raccolto anche altri voti), 41 Chiamparino (votato da alcuni renziani), 14 Prodi, 13 Bonino, 12 D’Alema, 10 Napolitano, 7 Finocchiaro.
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14.18 – Risultati definitivi del primo scrutinio:
Necessari ad essere eletti: due terzi dell’assemblea, 672 voti.
Presenti e votanti: 999
Franco Marini: 521
Stefano Rodotà: 240
Sergio Chiamparino: 41
Romano Prodi: 14
Emma Bonino: 13
Massimo D’Alema: 12
Giorgio Napolitano: 10
Anna Finocchiaro: 7
Franco Marino: 2
Annamaria Cancellieri: 2
Mario Monti: 2
Voti dispersi: 18
Bianche: 104
Nulle: 15
La seduta è sospesa e riprenderà alle 15.30 per la seconda votazione.
14.01 – Anche il PdL sarebbe orientato a votare scheda bianca alle prossime due votazioni. Dalla quarta votazione in poi è sufficiente avere il 50 per cento più uno dei voti e non più i due terzi.
13.58 – È in corso una riunione dei vertici del PD, ora che i risultati della prima votazione sono chiari:
In corso alla camera vertice Bersani Letta Zanda Franceschini. L’ipotesi più forte: scheda bianca nelle prossime due votazioni
— stefano menichini (@smenichini) 18 aprile 2013
13.44 – 697 voti scrutinati, Franco Marini 357, ne mancano 310: se anche andassero tutti a Marini non sarebbero abbastanza, quindi è sicuro che Marini non riuscirà ad essere eletto in questo primo scrutinio. Oppure, contando i voti contrari:
++ 335 voti contro #Marini, è ufficialmente fumata nera per il #Quirinale al primo scrutinio ++ — YouTrend (@you_trend) 18 aprile 2013
13.40 – Il terzo nome in questo momento, Sergio Chiamparino con 24 voti su 592, è stato votato probabilmente dall’ala renziana del PD. Chiamparino, 64 anni, è stato sindaco di Torino tra il 2001 e il 2011. 13.37 – Quasi certo che Marini non ce la faccia, a meno di sorprese clamorose.
È sufficiente che 95 delle 488 schede che mancano non siano per #Marini e non passa. #Quirinale — YouTrend (@you_trend) 18 aprile 2013
13.32 – 507 voti scrutinati, circa metà dell’assemblea: Franco Marini: 273 Stefano Rodotà: 119 Sergio Chiamparino: 16 Massimo D’Alema: 8 Emma Bonino: 7 Romano Prodi: 6 Giorgio Napolitano: 5 Mario Monti: 2 Bianche: 56 Nulle: 4
13.25 – 325 voti scrutinati, Franco Marini 165, Stefano Rodotà 75: Marini è intorno al 50 per cento dei voti.
13.20 – Con poco più di 200 voti scrutinati, Franco Marini 115 voti e Stefano Rodotà 46: in questo momento Marini viaggia tra il 50 e il 60 per cento dei voti, e quindi non ce la fa. Nelle prime tre votazioni sono necessari due terzi dei voti dell’assemblea, ovvero 671.
13.17 – Un voto perfino per Raffaello Mascetti, personaggio del film Amici miei.
13.10 – Nei primi 100 voti scrutinati, Franco Marini ne ha presi 53 Stefano Rodotà 18. Molto distanziati gli altri. Primo voto che non si aspettava nessuno, all’undicesima scheda scrutinata, Umberto Ranieri, esponente del PD. Ci sono stati anche un “Marini Francesco”, un “Franco Marino” un “Mario Segni”, una scheda nulla.
13.05 – È finita la votazione, ora comincia lo scrutinio delle schede fatto dalla presidente della Camera Laura Boldrini. La diretta video è qui.
12.58 – Ora che votano i delegati regionali è il momento di rileggere la descrizione – non molto positiva – che ne ha fatto Sergio Rizzo pochi giorni fa sul Corriere: “una vecchia nomenclatura”, solo 5 donne, nessuno del M5S.
12.46 – È finita la prima chiama dei deputati, ora la seconda. Quindi è il momento per un altro punto sui tempi: i senatori hanno già votato, i deputati stanno votando, poi è il momento dei 58 delegati delle regioni (qui l’elenco completo). Le votazioni si concluderanno quindi dopo le 13, poi bisognerà scrutinare le circa 1000 schede: il risultato della prima votazione sarà quindi annunciato verosimilmente tra le 14 e le 15. Poi una pausa di un’ora e la seconda votazione. La diretta video dall’aula della Camera, dove si vota, è qui.
12.44 – “Dalla Camera“, di Ivan Scalfarotto.
In queste tre votazioni in campo si collocano un attacco e una difesa: l’attacco è composto da chi ha fatto l’accordo su un nome e la difesa da chi quell’accordo non vuole si realizzi. La preferenza espressa da chi gioca in difesa è praticamente irrilevante, perché ogni altro nome nelle prime tre votazioni non ha alcuna possibilità di essere eletto. In pratica, nei primi tre turni di voto, e in particolare nel primo, il voto sarà un referendum su Marini. O per lui, o contro di lui.
12.36 – Enrico Mentana al TgLa7 dice che, secondo i suoi calcoli sulle dichiarazioni di dissenso, Franco Marini non avrebbe i voti a questa prima votazione, ma non sembra convintissimo neppure lui.
12.26 – Giovanni Cocconi Europa fa qualche conto su chi voterà e chi non voterà per Marini nella coalizione del centrosinistra.
Sulla carta i grandi elettori di Pd-Pdl-Scelta civica-Lega-Fratelli d’Italia-Autonomie-Gal potrebbero contare su una maggioranza schiacciante di 789 voti, circa 120 voti sopra il quorum fissato a 671. In realtà certamente i 51 parlamentari renziani non voteranno Franco Marini, così come una decina di prodiani, parlamentari dem come Ignazio Marino, Pippo Civati, Laura Puppato e i 6 socialisti (che voteranno Bonino). L’incognita più grossa è il voto dei cosiddetti Giovani turchi, una truppa di più di 60 grandi elettori, ieri sera in buona parte contrari all’indicazione Marini ma oggi ufficialmente rientrati sulla scelta della maggioranza del partito. […] Al Nazareno dicono che il “numero magico” è 120: dai loro conti se il partito tiene al di sotto di questa soglia i propri franchi tiratori (renziani compresi) Marini potrebbe passare già dopo la prima votazione.
12.14 – Elenco parzialissimo di deputati e delegati regionali del PD che hanno detto di non aver votato per Franco Marini, con la loro scelta, se l’hanno dichiarata (in aggiornamento): Ignazio Marino, Pippo Civati (Rodotà), Roberto Giachetti (Bonino), Ivan Scalfarotto (bianca), Enzo Lattuca (bianca), Laura Puppato (Rodotà), Ileana Argentin (scheda bianca), Daniele Montroni (bianca), Antonio Decaro (Rodotà), Dario Ginefra, Marco Carra (bianca), Tiziano Arlotti (bianca), Maria Chiara Gadda (Rodotà), Paolo Cova, Patrizia Maestri, Ernesto Carbone, Luca Pastorino (Rodotà), Antonella Incerti (bianca), Lia Quartapelle, Caterina Pes (Napolitano). Oltre a questi, nel centrosinistra, SEL (che vota Rodotà), Bruno Tabacci, i socialisti (Emma Bonino).
12.08 – Anche Fratelli d’Italia, alleato del centrodestra che ha 9 deputati, avrebbe deciso di non votare Marini alla prima votazione.
12.00 – Bruno Tabacci scrive su Facebook che lui voterà scheda bianca e che secondo lui bisognava votare Amato e poi, dalla quarta votazione, Prodi: ma soprattutto non era per scendere a patti con Berlusconi. Nel suo partito, Centro Democratico, sono stati eletti 5 deputati.
11.54 – Le prime foto di oggi alla Camera: deputati e senatori votano, o aspettano in conversazioni, convenevoli e clima più disteso che nel resto del paese, sembra.
11.50 – Una breve intervista piuttosto frizzante con l’uomo del momento, Franco Marini, questa mattina a SkyTg24: in cui dice «la vita è dura e pure la politica», che gli ha fatto piacere una telefonata di Ciriaco De Mita e chiarisce che lui fuma toscani, non la pipa.
11.45 – Il deputato di SEL Giovanni Paglia, eletto in Emilia-Romagna, commenta la situazione su Twitter in modo decisamente originale.
#camera, 18 aprile 2013. #Quirinale twitter.com/GiovanniPaglia…
— Paglia Giovanni (@GiovanniPaglia) 18 aprile 2013
11.38 – Il punto sui tempi. La prima votazione dovrebbe durare circa 4-5 ore. Poco dopo le 11 è finita la chiama dei senatori ed è iniziata quella dei deputati, che sono il doppio, quindi si può stimare che le votazioni dureranno fino a dopo le 13; poi comincerà lo scrutinio, per cui il primo risultato si può attendere dopo le 14.
11.33 – “Chi elegge il presidente, e chi lo teme“, di Stefano Menichini.
Nel cercare di portare Marini al Quirinale d’intesa con Berlusconi e Monti, il Pd si sta dividendo malamente. Già è saltato l’accordo di coalizione con Vendola, che era il punto di forza di Bersani fin dal ballottaggio alle primarie. Matteo Renzi ha voluto entrare con fracasso in questa partita: ora è alla sua prima vera grande prova.
Più che scegliere di non votare Marini, come ha fatto, più che accarezzare la tentazione di cavalcare lo scontento, deve valutare come garantirsi rispetto al pericolo che teme di più: che una soluzione Marini (nel caso che passasse) possa diventare la formula per allontanare le elezioni e, nel tempo, farlo fuori dalla competizione per la leadership.
11.25 – Che cosa è successo ieri sera, durante la tesa riunione dei gruppi parlamentari del centrosinistra in cui è stato approvata – con 221 voti a favore, 90 contrari, 30 astenuti – la candidatura di Franco Marini.
11.14 – Chi ha espresso tra i primi la sua contrarietà a Franco Marini, quando la sua candidatura era solo un’ipotesi e non c’era ancora l’approvazione di Berlusconi, è stato Matteo Renzi: prima con una lettera a Repubblica del 15 aprile e poi ancora diverse volte, fino all’intervista alle Invasioni Barbariche ieri sera.
11.05 – È appena finita la votazione per chiamata nominale dei 315 senatori ed è cominciata quella dei 630 deputati. Berlusconi, che dopo circa 20 anni alla Camera è stato eletto al Senato – a proposito: Berlusconi è ineleggibile? – ha votato tra gli ultimi, dopo essere stato assente sia alla prima che alla seconda chiama. Registriamo l’evento con un tweet della deputata PD Francesca Bonomo.
#opencamera Berlusconi al voto…è la prima volta che lo vedo dal vivo!
— Francesca Bonomo (@FraBonomo) 18 aprile 2013
11.01 – Fedriga della Lega Nord conferma che il suo partito (che ha 39 elettori) voterà “in modo compatto” per Marini.
10.45 – Ignazio Marino, vincitore delle primarie del centrosinistra a Roma pochi giorni fa ma ancora in carica come parlamentare del PD, ha detto che non vota Marini. Pippo Civati, deputato del PD e blogger del Post, ha annunciato che alla prima votazione voterà per Stefano Rodotà. Roberto Giachetti, deputato del PD, ha scritto che voterà Emma Bonino. La situazione politica è chiara: il centro e il centrodestra – PdL, Lega, Scelta Civica – sono compatti nel votare Franco Marini, nel centrosinistra siamo più o meno alla guerra per bande.
10.43 – Appena arrivata la nuova vignetta di Makkox sull’elezione del presidente della Repubblica e la situazione, diciamo, difficile nel Partito Democratico.
10.36 – Oltre a Scelta Civica, anche la Lega Nord ha deciso nella riunione di questa mattina di votare per Franco Marini. Le agenzie di stampa riportano però che, alla prima votazione, alcuni leghisti più vicini a Bossi potrebbero votare per Manuela Dal Lago, esponente vicentina del partito (e lo scorso anno tra i gestori della fase di transizione dopo le dimissioni di Bossi, insieme a Maroni e Calderoli).
10.29 – A quanto sembra, i renziani hanno deciso di non scegliere un nome alternativo a Marini, perché quelli possibili potevano essere malvisti dai dissidenti da Marini più “centristi” e spingerli a votarlo, e l’obiettivo ora è evitare che ottenga i voti sufficienti. Quindi voteranno ognuno per scelta individuale, chi Rodotà, chi Chiamparino, chi Bonino, chi altri.
10.18 – Osservazione anagrafica. Stefano Rodotà, indicato da Movimento 5 Stelle, SEL e alcuni esponenti del PD, ha 79 anni (ne compirà 80 a maggio); Franco Marini, invece, il candidato ufficiale di PD, PdL e Scelta Civica, ne ha compiuti 80 il 9 aprile. Il più giovane presidente della Repubblica italiana al momento dell’elezione è stato Francesco Cossiga, eletto a 56 anni nel 1985.
10.15 – Le operazioni di voto andranno avanti parecchio: tra appello nominale e scrutinio, non si conosceranno i risultati della prima votazione prima di quattro-cinque ore.
10.09 – È iniziata la chiamata nominale degli elettori, cominciando dai senatori a vita (Colombo, Ciampi e Andreotti) e poi con gli altri in ordine alfabetico. Qui la diretta streaming. Anche Scelta Civica ha detto che l’indicazione del partito è per Franco Marini (nei giorni scorsi, alcuni parlamentari montiani avevano detto di non essere d’accordo). A questo punto, secondo alcuni commentatori, è possibile che Marini ce la faccia già al primo turno, ma molto dipenderà da quanti voteranno diversamente all’interno del gruppo del PD.
Dicono che ce la fa #Marini — Salvatore Merlo (@SalvatoreMerlo) 18 aprile 2013
10.08 – La seduta comune di Camera, Senato e rappresentanti regionali (che sono 58, qui l’elenco completo) è appena cominciata. La riunione si tiene nell’aula della Camera, è presieduta dal presidente della Camera – dunque Laura Boldrini – e si tiene con il regolamento della Camera.
10.01 – È in corso una riunione della Lega Nord che deve decidere che cosa fare: i 39 voti leghisti potrebbero essere determinanti per una elezione di Franco Marini al primo turno. 9.58 – Il PD è stato a lungo incerto tra diversi nomi: Giuliano Amato, Massimo D’Alema, Stefano Rodotà, Franco Marini, Emma Bonino e diversi altri. Qui potete trovare un elenco dei nomi più citati nei giorni scorsi e un breve profilo di ognuno. Riportiamo quello di Marini:
Ha 80 anni, è stato sindacalista CISL, democristiano e poi segretario del PPI, e presidente del Senato e ministro. Anche lui viene quindi da una carriera tutta nella politica tradizionale e nei partiti, e non attirerebbe nessun voto da parte del M5S. Ma il suo essere l’uomo meno di sinistra tra questi, e cattolico, lo rende molto più accettabile dal centrodestra. Fu candidato alla presidenza della Repubblica già nel 1999: nel PD è accettato dagli ex democristiani, dai dalemiani e dai giovani turchi più di Amato e Prodi, ma così come Amato convince poco i parlamentari che cercano soluzioni meno “conservatrici” e di mediazione partitica. Renzi e i renziani, con cui è sempre stato aggressivamente critico (tra i più risentiti, assieme a Rosy Bindi, nei confronti della retorica “rottamatrice”), invece non accetterebbero mai di votarlo.
9.50 – Riassunto dei numeri: per le prime tre votazioni è richiesta la maggioranza di due terzi dell’assemblea (in questo caso 671 membri), mentre dalla quarta votazione in poi basta la maggioranza assoluta (in questo caso 504 membri). Questi i numeri, sulla carta, delle varie forze politiche: TOTALE GRANDI ELETTORI: 1007 PdL: 210 Altri centrodestra: 20 TOTALE CENTRODESTRA: 230 Lega Nord: 39 PD: 425 SEL: 43 Altri centrosinistra: 23 TOTALE CENTROSINISTRA: 491 M5S: 152 Scelta Civica + UdC: 71 Senatori a vita: 3 Altri: 11 9.41 – Intanto, RaiUno ci regala la solita intervista lisergica con Antonio Razzi, che dice che Marini può essere un grande presidente della Repubblica, come Pertini. «Guarda caso, hanno tutti e due la pipa.» 9.39 – Il giornalista del Foglio Claudio Cerasa:
I giovani turchi voteranno per Marini. Anche metà Scelta Civica. Se vota anche la Lega (come sembra) Marini ce la fa. — Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 18 aprile 2013
Aggiungiamo qualche numero: Scelta Civica e l’UdC hanno in totale 71 elettori, mentre la Lega 39 elettori. I “giovani turchi” sono quella corrente del Partito Democratico di cui fanno parte i giovani bersaniani, come Fassina e Orfini: approfittiamo dell’occasione per ricordarvi l’affascinante pagina di Wikipedia sulle correnti del Partito Democratico.
9.33 – Diversi parlamentari di SEL – che ha 43 elettori nell’assemblea per eleggere il presidente – stanno scrivendo su Twitter che il loro gruppo ha deciso “all’unanimità” di votare per Stefano Rodotà.
Sel decide all’unanimità per il voto a Rodotà twitter.com/gennaromiglior…
— Gennaro Migliore (@gennaromigliore) 18 aprile 2013
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Oggi, giovedì 18 aprile, il Parlamento è convocato alle 10 in seduta comune insieme ai delegati regionali per eleggere il presidente della Repubblica. Gli elettori sono in tutto 1007, per scegliere il presidente nei primi tre scrutini serve una maggioranza dei due terzi, cioè 672. Dal quarto scrutinio in poi basta una maggioranza semplice, cioè 504 voti. Ogni giorno si terranno due votazioni, quindi se il nuovo presidente sarà eletto oggi sarà con una maggioranza dei due terzi, quindi sarà a seguito di un ampio accordo tra centrodestra e centrosinistra. I lavori potranno essere seguiti in streaming qui, il Post seguirà la giornata con un liveblog.
Il nome su cui ieri sembrava fosse possibile questo accordo è quello di Franco Marini, proposto in serata ai gruppi parlamentari da Pier Luigi Bersani e Silvio Berlusconi. Nel centrosinistra però circolano parecchi dissensi e malumori, e quindi è tutt’altro che scontato che Marini possa ottenere i 672 voti che gli servono per essere eletto al primo turno (ed è tutt’altro che scontato anche che la sua candidatura possa fare altra strada, se non ce la facesse subito). Per la cronaca, il centrosinistra può contare su 491 grandi elettori (ma comprendono i 43 di SeL e gli almeno 90 del PD che non dovrebbero votare Marini), il centrodestra su 230, il M5S su 152, i montiani su 71 (e anche nei montiani ci sono resistenze su Marini).
Diversi presidenti della Repubblica sono stati eletti al primo scrutinio grazie ad accordi tra i partiti prima del voto: l’ultimo è stato Carlo Azeglio Ciampi nel 1999. Giorgio Napolitano è stato eletto al quarto scrutinio il 10 maggio 2006, quando dunque era sufficiente la maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea, che allora erano mille. Napolitano ottenne 543 voti, senza quelli dell’allora opposizione di centrodestra (che votò scheda bianca). In quella votazione arrivò al secondo posto Umberto Bossi (42 voti) e poi Massimo D’Alema (10 voti). Il presidente che fu eletto dopo il maggior numero di scrutini fu Giovanni Leone, nel 1971, che ottenne 528 voti al ventitreesimo scrutinio.
foto: LaPresse