Il Senato americano ha fermato la riforma sulle armi
E Obama ha fatto un discorso arrabbiatissimo subito dopo, consolando i genitori dei bambini uccisi a Newtown che erano con lui
Mercoledì 17 aprile il Senato degli Stati Uniti ha bocciato diverse misure contenute nella riforma della legge sulle armi voluta fortemente dal presidente Barack Obama dopo la strage nella scuola elementare di Newtown, in Connecticut, del 14 dicembre scorso. In particolare il Senato ha bocciato in rapida successione alcuni dei punti della riforma più discussi degli ultimi mesi, relativi a controlli più severi sui precedenti di chi acquista un’arma e al divieto della vendita di armi d’assalto e di caricatori ad alta capacità.
I senatori a favore delle singole norme non sono mai stati più di 54, 6 in meno del numero necessario per l’approvazione; su alcune di queste sono state molte di meno. Le norme erano state poste in votazione a seguito di un accordo tra i leader del partito repubblicano e quelli del partito democratico, e l’accordo stabiliva che ogni norma avrebbe avuto bisogno di 60 voti (sui 100 seggi totali) per essere approvata. Al momento di votare, però, i repubblicani che hanno votato sì sono stati solo 4, tra cui John McCain, senatore dello stato dell’Arizona e candidato alla presidenza degli Stati Uniti nel 2008. Alcuni democratici, soprattutto provenienti dagli stati governati dai repubblicani – quindi che cercano la rielezione alle prossime elezioni di metà mandato – si sono opposti alla riforma di legge.
Dopo la bocciatura di queste misure, Lori Haas, una donna la cui figlia era stata uccisa nella sparatoria di Virginia Tech, e Patricia Maisch, una sopravvissuta della strage in Arizona, ha urlato ai senatori presenti in aula “Shame on you” (“Vergognatevi”).
Giovedì 11 aprile i senatori democratici, insieme a 16 repubblicani, avevano votato per evitare l’ostruzionismo parlamentare (il cosiddetto “filibustering”) che avrebbe impedito alla legge di andare avanti, rallentandone il suo percorso al Congresso. La decisione del Senato, che era arrivata dopo la conclusione di un accordo sulla riforma, aveva fatto sperare in un appoggio maggiore dei repubblicani alla votazione di ieri. Nel giro di una settimana, però, la posizione di molti senatori è cambiata: già prima della votazione, Joe Manchin, senatore democratico che insieme al repubblicano Pat Toomey aveva promosso l’accordo bipartisan sulla riforma, aveva ammesso che non ci sarebbero stati voti sufficienti per far passare i provvedimenti.
Il presidente Barack Obama ha criticato duramente la decisione del Senato in un discorso in cui è apparso visibilmente arrabbiato. Al momento della votazione della legge, Obama si trovava alla Casa Bianca insieme al vicepresidente Joe Biden, alla ex deputata sopravvissuta alla strage di Tucson Gabrielle Giffords e ad alcuni genitori dei bambini uccisi nella strage di Newtown. Obama ha dichiarato: «Una minoranza del Senato ha votato contro una misura, un compromesso di buon senso sulle armi condiviso dal 90 per cento degli americani», aggiungendo che «oggi è una giornata vergognosa per Washington, ma non è finita qui. La mia amministrazione farà di tutto per proteggere la nostra comunità dalla violenza delle armi». Obama ha poi abbracciato e confortato alcuni dei presenti, in lacrime.
Barack Obama ha attaccato anche la National Rifle Association, la più potente lobby delle armi statunitense, che nei giorni precedenti alla votazione aveva mobilitato diversi suoi affiliati per convincere il più alto numero di senatori possibile a opporsi all’approvazione della legge. Solo mercoledì, il giorno del voto, la NRA aveva speso 500mila dollari per una campagna pubblicitaria che criticava “il bando delle armi di Obama”, e il cui slogan era: “Dite ai vostri senatori di ascoltare la polizia americana invece di Obama e Bloomberg [sindaco indipendente di New York, favorevole alla riforma bocciata in Senato]”.
foto: Barack Obama, Joe Biden e Gabbie Giffords al Giardino delle Rose della Casa Bianca (JEWEL SAMAD/AFP/Getty Images)