Il processo contro Alexei Navalny
Il più noto e importante dissidente anti-Putin è accusato di appropriazione indebita: la prima udienza - fissata per oggi - è stata rinviata al 24 aprile
L’inizio del processo per appropriazione indebita contro il blogger e dissidente russo Alexei Navalny è stato rimandato al 24 aprile. I giudici del tribunale distrettuale di Leninsky a Kirov, dove questa mattina era in programma l’udienza preliminare, hanno infatti deciso di concedere maggiore tempo alla difesa per studiare il materiale processuale (circa 29 volumi di carte e documenti). L’avvocato di Alexei Navalny, Olga Mikhailova, nel suo discorso di apertura ha spiegato come la difesa avesse avuto solo 36 giorni per prendere visione degli atti e aveva chiesto il rinvio di un mese ottenendo la concessione di una sola settimana.
Il blogger e avvocato russo Alexei Navalny è uno dei più noti e duri oppositori di Vladimir Putin ed è stato uno dei principali leader delle proteste scoppiate in Russia in seguito alle elezioni legislative del 4 dicembre, sospettate di brogli e violazioni. Durante le proteste Alexei Navalny – che il New York Times aveva definito “l’uomo maggiormente responsabile della straordinaria fiammata di attivismo antigovernativo” – era stato arrestato.
A quel tempo Navalny era già molto conosciuto in Russia per la sua battaglia contro la corruzione. Intorno al 2008 aveva iniziato a raccontare sul suo blog, uno tra i più letti in Russia, molte vicende legate ad alcune grandi aziende russe a controllo statale. Una delle sue tecniche principali, legale e dunque difficile da contrastare, era acquistare piccole quote di società controllate dallo stato diventando azionista di minoranza e, dunque, con il diritto di ottenere informazioni che spesso non venivano rese pubbliche. Navalny è anche un convinto nazionalista e partecipa ogni anno alle celebrazioni della Giornata dell’unità nazionale.
Nel luglio del 2012 Alexei Navalny era stato incriminato per appropriazione indebita in un caso che da subito aveva descritto come “strano e assurdo”. Le accuse a suo carico erano infatti direttamente collegate alla sua attività anti-corruzione. I fatti contestati risalgono al 2009 quando Navalny era consulente del governatore della regione di Kirov, Nikita Belykh. Secondo l’accusa, sfruttando la sua posizione avrebbe favorito una vendita di legname dalla ditta di proprietà statale a una società gestita da un suo conoscente a un prezzo sfavorevole appropriandosi di 16 milioni di rubli. Se sarà condannato, per il codice penale russo rischia tra i 5 e i 10 anni di carcere.
Alexei Navalny sostiene che si tratti di un’accusa «fabbricata a tavolino da Putin» per screditarlo e impedirgli di candidarsi alla presidenza della Russia, intenzione espressa all’inizio di aprile dal dissidente al canale tv Dozhd: «Quasi certamente verrò giudicato colpevole ma con sospensione della pena, così da risolvere il loro problemi: non potrò candidarmi». Le prossime elezioni presidenziali in Russia si terranno nel 2018.
Foto: Alexei Navalny durante un’intervista alla radio, Mosca 8 aprile 2013(AP Photo/Alexander Zemlianichenko)