Gli italiani arrestati per droga all’estero
Sono 883, soprattutto in Sudamerica: un terzo di tutti gli italiani detenuti fuori dall'Italia, racconta Enrico Caporale sulla Stampa
Gli italiani detenuti all’estero per possesso di sostanze stupefacenti sono 883, stando alle stime delle fonti riservate consultate da Enrico Caporale, che oggi sulla Stampa si occupa dei tanti che diventano corrieri della droga in giro per il mondo. In pratica un terzo degli italiani detenuti in carcere all’estero lo sono per droga. Nella maggior parte dei casi scontano la loro pena nell’America del Sud, dove le condanne sono mediamente a sei anni di carcere. Dopo i primi due o tre anni in cella molti ottengono la semilibertà per buona condotta.
L’arresto più clamoroso risale a un anno fa. Una ragazza e due ragazzi. Età: 24, 27 e 29 anni. Gli agenti della Dirandro (Direzione antidroga della polizia del Perù) li intercettarono con 89 ovuli di cocaina. Facevano parte dei «Los bambinos», banda specializzata nel traffico di droga verso l’Europa. Il loro viaggio è terminato nella prigione di Callao, a due passi dall’aeroporto di Lima.
Secondo fonti dell’ambasciata, gli italiani detenuti in Perù sono oggi una sessantina, di questi 16 in semilibertà. Per tutti la stessa accusa: traffico internazionale di stupefacenti. «Negli ultimi anni gli arresti sono aumentati», spiega al telefono il consigliere Ivo Polacco. Colpa della crisi? «Certamente ha influito». Molti dei fermati, infatti, denunciano difficoltà economiche. Ma Tommaso Ziller, assistente sociale presso l’Ambasciata, mette in guardia: «In alcuni casi la crisi è solo un giustificativo. Spesso a spingere queste persone nel giro della droga sono ingenuità, faciloneria, tossicodipendenza e voglia di guadagno facile».