Le elezioni a Lugano
La "Lega dei Ticinesi" è diventato il primo partito anche grazie alla presenza in lista del suo storico leader, morto un mese fa
Il 14 aprile si sono tenute a Lugano, nella Svizzera italiana, le elezioni per il rinnovo del Municipio (organo esecutivo) e del Consiglio comunale (organo legislativo). Nel Municipio la Lega dei ticinesi ha ottenuto il 35,5 per cento dei voti, diventando per la prima volta nella storia della città il primo partito, e superando di poco più di 2 punti percentuali il Partito Liberale Radicale (PLR). All’ottimo risultato elettorale della Lega ha contribuito Giuliano Bignasca, fondatore e leader del movimento, il cui nome era stato mantenuto nella lista elettorale del partito anche dopo la sua morte lo scorso 7 marzo. Bignasca ha ottenuto 9.001 preferenze, un numero notevole rispetto ai consensi che era stato in grado di conquistarsi da vivo.
La notizia è stata commentata molto anche dai giornali italiani, che hanno giustificato il risultato di Bignasca con l’effetto emotivo che la sua morte ha suscitato tra i residenti di Lugano. Giuliano Bignasca è stato infatti uno dei personaggi politici più importanti del Canton Ticino degli ultimi vent’anni. Nel 1991 aveva fondato la Lega dei Ticinesi, un partito politico che prendeva come modello la Lega Nord di Umberto Bossi, e che si fece conoscere per i forti toni anti-italiani e per alcune proposte di legge molto discusse, come quella di limitare il numero dei lavoratori frontalieri (per lo più quelli lombardi delle province di Varese e Como), che si spostano in Svizzera tutti i giorni per lavoro. Bignasca fu consigliere nazionale dal 1995 al 1999, e municipale a Lugano dal 2000 fino alla morte.
Più volte Bignasca è stato accusato di essere xenofobo. Uno degli episodi più discussi fu quando scrisse nell’agosto 2007 sul Mattino della Domenica, settimanale in lingua italiana del Canton Ticino, un articolo dal titolo: “Troppi neri in nazionale”, riferendosi ai giocatori della Nazionale svizzera di calcio. L’articolo suscitò grandi proteste e indignazione nel partito socialista ticinese, che definì quella di Bignasca la sua “ennesima esternazione razzista”.
Lo stesso anno Bignasca scrisse di nuovo un articolo molto provocatorio sul Mattino della Domenica, in cui chiedeva ai suoi elettori di portargli i radar fissi installati dalla polizia in Ticino offrendo in compenso “una taglia” di 500 franchi (corrispondenti a 411 euro) per la scatola e 1500 franchi (corrispondenti a 1234 euro) per l’intero dispositivo. Per questo episodio, nel 2008 Bignasca venne riconosciuto colpevole di pubblica istigazione alla violenza e ingiuria dal tribunale distrettuale di Bellinzona, che lo condannò in contumacia a pagare l’equivalente di circa 5000 euro di multa.
Il caso di Bignasca non è l’unico nella tornata elettorale che si è tenuta il 14 aprile in Svizzera. Raymond Traube, candidato al rinnovo del Consiglio di Stato del Canton Neuchâtel, era morto all’inizio di aprile. In quel caso, però, il governo cantonale era stato costretto a rinviare le elezioni per il rinnovo del Consiglio di Stato, come previsto dalla legge cantonale relativa ai diritti politici, che prevede l’annullamento e il rinvio dello scrutinio nei casi di ineleggibilità di un candidato verificatisi nelle cinque settimane che precedono la data dell’elezione.
Il Dipartimento delle istituzioni ticinese ha fatto però una precisazione in riferimento al caso della morte di Bignasca, specificando che mentre nel sistema maggioritario (che non conosce la figura del subentrante), i seggi sono ripartiti tra persone, nel sistema proporzionale i seggi sono ripartiti tra le liste. Quindi a Bignasca succederà Michele Foletti, primo dei non eletti con 8.875 voti.
Il risultato delle elezioni ha permesso alla Lega dei ticinesi di conquistare 3 seggi al Municipio, rispetto ai 2 seggi del PLR. In Consiglio comunale, invece, il PLR ha mantenuto la maggioranza relativa attestandosi al 30,26 per cento (che coincide a 19 seggi), superando di pochissimo la Lega dei ticinesi, che ha ottenuto il 30,04 per cento dei voti, corrispondenti a 18 seggi.
foto: Giuliano Bignasca (AP Photo/Keystone, Karl Mathis, FIle)