La storia di Beau Geste
Le vignette con Snoopy arruolato nella Legione Straniera di questi giorni si ispirano a un romanzo d'avventure di grande successo, parecchi anni fa
Nelle vignette di questi giorni, Snoopy interpreta uno dei suoi alter ego: “Beau” Snoopy. In questa vesta indossa un tipico cappello della Legione Straniera francese e pattuglia le mura di un immaginario avamposto in mezzo al deserto, Fort Zinderneuf. La storia a cui si riferiscono le vignette è quella raccontata da un romanzo del 1924, Beau Geste, e dei molti film ispirati al libro.
L’autore del romanzo è Percival Christopher Wren, uno scrittore di racconti di avventura nato nel 1875 in Inghilterra. Nel romanzo, “Beau” è il soprannome di un ragazzo inglese, Micheal Geste. “Beau” ha altri due fratelli, appartengono alla classe sociale più agiata, sono orfani e sono stati cresciuti da una zia. Quando scompare un gioiello di nome “Blue Water” e i sospetti ricadono su di loro, Beau decide di lasciare il paese e arruolarsi nella Legione Straniera – il corpo militare francese formato da volontari in gran parte stranieri formata nel 1831, quando la Francia invase l’Algeria – seguito poco dopo dai suoi fratelli.
I tre vengono inviati nelle colonie francesi dell’Africa del Nord dove vivono diverse avventure. Devono subire le angherie del sadico sergente Lejaune, vengono separati e si ritrovano: alla fine arrivano a forte Zinderneuf – lo stesso nome delle vignette di Snoopy – nel pieno del deserto, circondati da tribù di tuareg ostili.
A causa dei rudi metodi del sergente al comando del forte, alcuni militari organizzano un complotto per disertare e uccidere chi si vuole opporre alla diserzione, tra cui anche i tre fratelli. Un attacco dei tuareg però interrompe il piano. I tre fratelli combattono e due di loro muoiono eroicamente salvando la guarnigione. Il libro si conclude con il ritorno dell’unico fratello superstite, il più piccolo, dalla zia e dalla fidanzata con la quale si sposa vivendo, probabilmente, felice e contento.
Il titolo del libro, Beau Geste, è il soprannome e il cognome del protagonista, ma in francese significa anche “bel gesto”, nel senso di un atto eroico e un po’ futile. Dopo il clamoroso successo del romanzo, Wren scrisse altri libri sulla famiglia Geste e le sue avventure: Beau Sabreur e Beau Ideal, la raccolta di racconti Good Gestes e l’ultimo romanzo The Desert Heritage. Ci sono diverse cose poco chiare sulla vita di Wren, che molto probabilmente non fece mai parte, personalmente, della Legione Straniera, ma si basò sui racconti e i resoconti di altri per i particolari dei suoi romanzi.
Quattro film (tutti intitolati Beau Geste) e numerose parodie sono state tratte dal romanzo di Wren, mentre le citazioni o i riferimenti nel cinema e nella letteratura sono innumerevoli. Beau Geste fu importante nella creazione del mito della Legione Straniera, legandolo all’immagine romantica dei legionari: uomini perseguitati, spesso ingiustamente, che si sono lasciati la loro vita alle spalle e hanno scambiato i legami familiari con la fratellanza cameratesca.
Anche l’iconografia del romanzo – il fortino isolato, il pugno di legionari che lo difende contro le orde di tuareg – sono rimasti a lungo nell’immaginario popolare. In Italia, quasi certamente, al romanzo di Wren si è sovrapposto anche il celebre romanzo Il deserto dei tartari di Dino Buzzati, anch’esso ambientato in un forte isolato ai margini del deserto. Per fare solo qualche esempio dei riferimenti più pop, in uno degli episodi del film del 1991 Le Comiche 2, Paolo Villaggio e Renato Pozzetto si ritrovano arruolati nella Legione Straniera e costretti a difendere un remoto avamposto nel deserto dagli attacchi dei predoni. Anche il film The Legionary, del 1998, con Jean-Claud Van Damme, ha la stessa trama. Deve qualcosa all’immaginario di Beau Geste anche “Una telefonata allunga la vita”, la pubblicità della SIP degli anni Novanta, in cui Massimo Lopez attendeva di essere fucilato da un gruppo di legionari in un fortino nel deserto.