I costosissimi pomodori brasiliani
Un chilo è arrivato a costare l'equivalente di 5 euro, è iniziato il contrabbando da Argentina e Paraguay, per la presidente Rousseff è una grana
Nell’ultimo anno il prezzo dei pomodori in Brasile è più che raddoppiato, a causa dell’inflazione e della bassa produttività dovuta alle forti piogge che hanno colpito il paese. In alcuni supermercati di Rio de Janeiro un di chilo pomodori è venduto ad un prezzo che arriva all’equivalente di 5 euro, un’enormità se si considera che il salario minimo brasiliano è l’equivalente di 258 euro al mese.
L’aumento del prezzo del pomodoro, che è uno degli alimenti più importanti della dieta brasiliana, ha creato molti problemi nel paese e ha scatenato diverse proteste, soprattutto in rete. Su Facebook è stata creata la pagina “I pomodori sono molto costosi” che nel giro degli ultimi mesi ha raccolto i malumori e le ironie di molti brasiliani. Nella didascalia di un post pubblicato su questa pagina c’è scritto: “Un pranzo a cinque stelle”, appena sopra la foto di un piatto di carne impanata, riso e insalata, arricchito con due fette di pomodori striminziti. Un’altra suggerisce come conquistare una donna: “Regalatele questo!”, indicando una piramide di pomodori succosi.
Secondo il segretario tecnico per l’Agricoltura del Brasile, Elisanias Loureiro, le forti piogge e i grandi sbalzi climatici dello scorso anno hanno fatto sì che i batteri del sottosuolo siano risaliti dalle radici delle piante e abbiano ostacolato la maturazione dei pomodori in diverse zone del Brasile. A Sorocaba, circa 100 chilometri a ovest di Sao Paulo, una cassa contenente 20 chili di pomodori è venduta oggi all’equivalente di 76 euro: un mese fa era l’equivalente di circa 45 euro, e un anno fa era venduta per 7 o 9.
Negli ultimi giorni la questione ha coinvolto sia la polizia che la politica. Questa settimana la polizia brasiliana ha informato la stampa nazionale di diversi episodi di contrabbando di pomodori in alcune aree della frontiera con l’Argentina e il Paraguay, dove i pomodori sono venduti a metà prezzo rispetto a quello brasiliano. Anche la presidente Dilma Rousseff è stata criticata moltissimo dall’opposizione, e non passa un buon momento.
Fin qui è riuscita a mantenere alta la sua popolarità grazie alla riduzione della povertà e alla bassa disoccupazione. Lo scorso anno, però, l’economia brasiliana è cresciuta solo dello 0,9 per cento, con tassi di inflazione superiore alla media degli ultimi anni. Secondo quanto riferito mercoledì 10 aprile dall’agenzia statistica brasiliana IBGE, negli ultimi 12 mesi l’inflazione è stata del 6,6 per cento, e il settore alimentare è quello in cui l’aumento sembra avere avuto maggiore impatto. Nei giorni scorsi alcuni esponenti dell’opposizione si erano presentati al Parlamento brasiliano con carrelli pieni di pomodori e altre verdure per protestare contro l’aumento dell’inflazione, che alla fine del 2012 era arrivata al 5,84 per cento e che nei primi mesi del 2013 si è fermata all’1,47 per cento.
Per cercare di limitare l’inflazione sui beni alimentari, due mesi fa il governo brasiliano aveva eliminato le tasse sui prodotti che facevano parte del paniere alimentare, che in Brasile è formato da carne, latte, riso, farina, patate, pane, caffè, zucchero, olio, banane, burro e pomodori. Il provvedimento non ha impedito l’ulteriore aumento del prezzo dei pomodori: oltre a danneggiare i consumatori brasiliani, l’aumento del prezzo ha colpito i piccoli rivenditori di generi alimentari e i ristoratori specializzati in cucina italiana, che hanno come ingrediente principale per le salse proprio il pomodoro.
foto: (AP Photo/Fernando Llano)