Come vanno le cose in Mali
Un centinaio di soldati francesi ha lasciato il paese: un ritiro simbolico in vista di uno più corposo a luglio, mentre alcuni militari resteranno in modo "permanente"
Questa mattina un centinaio di soldati francesi ha lasciato il Mali: sono arrivati a Cipro, dove resteranno tre giorni per poi tornare in Francia. Si tratta di un ritiro soprattutto simbolico, per dimostrare come la Francia voglia al più presto cedere il passo alle forze africane. Il presidente François Hollande ha fatto sapere che entro il mese di luglio, quando si svolgeranno le elezioni, in Mali non resteranno più di 2mila soldati francesi (ora sono circa 4mila) e che «alla fine dell’anno ne resteranno solo mille». Questi soldati, ha precisato il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, saranno una forza permanente «di sostegno per combattere il terrorismo».
L’intervento militare francese è iniziato in Mali l’11 gennaio scorso, a supporto dell’esercito locale, per contenere l’espansione militare dei gruppi islamici più estremisti, alcuni dei quali vicini ad al Qaida. L’iniziale avanzata delle forze francesi non ha quasi mai incontrato resistenza e i ribelli hanno sempre preferito ritirarsi e non affrontare direttamente l’esercito. A febbraio la situazione si è però complicata: alcuni gruppi di militanti islamici hanno messo in atto una serie di attacchi nelle zone già liberate contro l’esercito maliano, le forze di intervento francesi e degli altri paesi africani intervenuti.
Con queste azioni offensive i gruppi islamici hanno dimostrato di possedere armi a sufficienza da poter tenere in piedi una guerriglia per anni mentre l’esercito maliano, da solo, non sarebbe in grado di fronteggiare i ribelli. In tre mesi di presenza sul territorio le truppe francesi hanno comunque inflitto pesanti perdite sui gruppi islamici e smantellato le loro reti nel nord del paese.
Nelle ultime settimane hanno concentrato i loro sforzi più a sud, vicino a Timbuctu e a Gao, dove questo fine settimana è stata lanciata una vasta operazione che ha l’obiettivo di intercettare i militanti del Movimento per l’Unicità e la Jihad in Africa Occidentale (MUJAO), oggi l’organizzazione di ribelli più attiva in Mali. L’operazione, nominata Gustav, è diventata una delle più importanti dall’arrivo dei francesi in Mali e coinvolge circa mille soldati.