Il decreto sui pagamenti alle imprese è stato approvato
Le tasse non saranno alzate e le imprese potranno cominciare a essere pagate molto presto, dice il governo
Nel consiglio dei ministri di oggi è stato definitivamente approvato il decreto per il pagamento dei debiti nei confronti dei fornitori delle pubbliche amministrazioni. Il testo non è ancora disponibile, ma il comunicato stampa contiene molte informazioni – anche se per chiarire alcuni punti bisognerà attendere il testo definitivo. Circa 40 miliardi, ha detto il ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera durante la conferenza stampa, saranno pagati alle imprese nel corso dei prossimi 24 mesi, divisi in 20 miliardi nel 2013 e altri 20 nel 2014.
La sostanza del decreto è cambiata poco rispetto alla bozza di cui si era parlato in settimana, ma diversi aspetti sono stati chiariti e precisati. In particolare è scomparsa qualsiasi ipotesi di aumento delle tasse – in settimana si era ipotizzato un aumento delle addizionali regionali IRPEF per finanziare la restituzione dei crediti alle imprese.
Il decreto contiene anche delle disposizioni per permettere di scoprire con precisione a quanto ammonta il totale dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti dei suoi fornitori, su cui oggi sono disponibili solo stime. Grazie a questo dato, ha spiegato il ministro dell’Economia Vittorio Grilli, dovrebbe essere possibile arrivare a saldare completamente i debiti scaduti con la finanziaria del 2014.
I tempi
Lunedì il decreto dovrebbe essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e quindi gli enti locali potranno già cominciare a pagare con il denaro che hanno in cassa. Per i pagamenti per cui non hanno soldi disponibili, i vari enti dovranno fare richiesta al ministero dell’Economia entro il 30 aprile. Entro il 15 maggio il governo comunicherà quali pagamenti saranno approvati: a versare il denaro sarà il ministero stesso, per le regioni e fino a un massimo di 8 miliardi di euro quest’anno, e la Cassa Depositi e Prestiti, per i comuni e gli altri enti, fino a 2 miliardi. Entro il 31 maggio gli enti della pubblica amministrazione comunicheranno alle aziende i piani di pagamento.
Come ha ricordato il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, il totale dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti dei suoi creditori non è stato ancora calcolato con esattezza – le stime si aggirano intorno ai 90 miliardi di euro. Per cercare di capirlo con precisione, il decreto stabilisce che entro il 15 settembre tutte le amministrazioni dovranno fornire gli elenchi completi dei loro debiti scaduti o in scadenza. L’ABI, l’associazione di categoria delle banche, dovrà fornire per allora l’elenco dei crediti ceduti dai fornitori della pubblica amministrazione alle banche. Con la finanziaria del 2014 dovrebbero venire pagati i crediti non coperti dal decreto approvato oggi.
Da dove arrivano i soldi
Circa 7,7 miliardi arriveranno dall’allentamento del patto di stabilità interno. Sono soldi già accantonati dalle varie amministrazioni, ma che per via del patto di stabilità non potevano essere utilizzati. Altri 26 miliardi arriveranno da un fondo statale che presterà alle varie amministrazioni il denaro da erogare alle imprese. Saranno prestiti trentennali per cui le amministrazioni pagheranno allo stato un interesse pari al rendimento dei BTP quinquennali (3,65% in questo momento), ha detto Grilli durante la conferenza stampa.
In una bozza del decreto circolata in questi giorni si parla di alcuni requisiti da soddisfare per avere accesso a questi prestiti. In altre parole sembrerebbe che non tutti gli enti locali possano avere un uguale accesso ai prestiti. Si tratta di un punto importante, poiché gli enti locali in condizioni economiche più precarie potrebbero ricevere meno soldi in prestito e quindi erogare meno soldi alle imprese creditrici. Come per gli altri punti bisognerà attendere il testo finale del decreto per sapere esattamente come andranno le cose.
Altri 6,5 miliardi dovrebbero arrivare dall’annullamento tra crediti e debiti degli imprenditori. Era già possibile in passato che certi tipi di crediti in mano agli imprenditori potessero essere scalati da importi dovuti allo Stato sotto forma di imposte. Con il decreto questa possibilità si amplia e diviene più facile e immediata, ha detto il ministro Passera nella conferenza stampa. Tutto il piano sarà finanziato con l’emissione di circa 40 miliardi di nuovi titoli di stato, ha detto il ministro Grilli.
Sottraendo gli interessi attivi (quelli che le amministrazioni pagheranno allo Stato) a quelli passivi (quelli che lo Stato pagherà a chi acquisterà le nuove emissioni), Grilli ha calcolato che l’aggravio per le casse dello stato sarà di circa 500 milioni l’anno a partire dal 2015.