Adatti e non adatte al potere
La terza puntata del racconto di Concita De Gregorio su come si diventa presidenti della Repubblica e su come sia sempre stato impossibile per le donne
Oggi su Repubblica è stato pubblicato il terzo articolo di Concita De Gregorio su come si diventa presidenti della Repubblica: questa volta si parla delle pochissime possibilità che hanno avuto finora le donne di essere elette, un tema di attualità anche perché una delle candidature di cui si parla più spesso in questi giorni è quella di Emma Bonino.
Ridono, sbuffano, fanno l’aria di quelli che gli stai facendo perdere tempo. Poi tornano seri e fanno finta, perché lo capiscono – da qualche parte, nel corpo o nella testa – che non possono mostrarsi insofferenti, non sta bene, e allora dicono cose come: “In fondo le donne non sono adatte al potere. Sono pratiche, invece il potere è un gioco tutto astratto. È obliquo, le donne sono dirette”.
Cioè: si mettono nei loro panni, per così dire, e le liquidano da lì. Parlare oggi, aprile 2013, coi grandi elettori che fra dodici giorni voteranno il prossimo Presidente della Repubblica dell’eventualità che possa essere una donna è un’esperienza di interesse antropologico. Non ci credono: le donne fanno gesti come a dire “sarebbe bello, ma tanto è impossibile”, i vecchi non capiscono la domanda, ti parlano delle mogli e ti raccontano con sguardo sognante di quella volta che donna Vittoria Leone, che tempra, che capelli.
I leader e i kingmaker, per altre ragioni in notevole affanno, ti dedicano cinque minuti giusto perché hanno l’occhio ai social network e vedono l’onda che monta in rete. La distanza tra i reduci della politica di un tempo e lo tsunami è insieme millimetrica e abissale: è come un mostro fuori dalla porta chiusa a chiave.
(continua a leggere sulla rassegna stampa dell’Istituto Treccani)
Foto: Francesco Cossiga e Nilde Iotti. (LaPresse)