La prima telefonata al cellulare
Fu eseguita con un prototipo a New York 40 anni fa oggi, e avrebbe cambiato il mondo
Il 3 aprile di 40 anni fa, Martin Cooper, uno dei responsabili della divisione ricerche di Motorola, dimostrò pubblicamente a New York il funzionamento del primo telefono cellulare portatile al mondo. Utilizzando un prototipo, Cooper fece una telefonata a Joel S. Engel dei Bell Labs, dimostrando quanto fosse semplice raggiungere in pochi istanti una persona e non più un semplice luogo. Quell’invenzione, e le sue successive evoluzioni, avrebbero cambiato radicalmente il nostro modo di comunicare e di gestire le relazioni con parenti e conoscenti. In pochi decenni grazie a Cooper e a quella prima telefonata, la domanda standard durante una chiamata sarebbe passata dal classico “che cosa fai?” a “dove sei?”.
Il telefono di Cooper era molto diverso da quelli attuali: pesava più di un chilo e con i suoi quasi 13 centimetri di spessore sembrava una mattonella. La sua batteria aveva bisogno di 10 ore per potere essere ricaricata e dava un’autonomia massima di 20 minuti di conversazione. Il raggio di azione del telefono era ancora estremamente limitato e ci sarebbero voluti diversi anni prima della sua commercializzazione. Motorola in quel giorno pubblicò un trionfale comunicato stampa (lo potete leggere nella galleria fotografica) per annunciare al mondo la propria invenzione.
All’epoca esistevano già da tempo soluzioni per effettuare telefonate da automobili e altri veicoli, ma nessuno aveva ancora realizzato un telefono che stesse in una mano da portare con sé per strada per essere sempre raggiungibili. Il comunicato illustrava il funzionamento del nuovo sistema basato sulla tecnologia DYNA TAC:
Il computer centrale, il cuore del sistema DYNA TAC, terrà traccia di ogni telefono portatile del sistema e selezionerà lo specifico trasmettitore e ricevitore che darà una migliore qualità del segnale per ogni chiamata. “Man mano che il possessore di un telefono portatile si muove in città durante una chiamata” spiega Cooper “il computer trasferisce la conversazione a diversi trasmettitori e ricevitori come richiesto per assicurare la continuazione della trasmissione. Ciò avviene così rapidamente che nessuna delle parti coinvolte nella conversazione se ne rende conto”.
In una intervista alla BBC nel 2010, Cooper spiegò che nel 1973 non aveva immaginato il successo che la sua invenzione avrebbe potuto avere in giro per il mondo. La realizzazione del primo prototipo e del sistema di comunicazione costò a Motorola circa un milione di dollari, fatti i dovuti aggiustamenti con il costo della vita odierno. La società fu praticamente costretta a dirottare buona parte dei propri tecnici e ingegneri sul team di Cooper per poter ottenere in tempi ragionevoli il risultato.
Circa dieci anni dopo, i primi modelli commercializzati avevano un costo ancora esorbitante: 4mila dollari dell’epoca, l’equivalente di 10mila dollari dei giorni nostri. Per raggiungere quel livello di miniaturizzazione, del resto, il gruppo di sviluppo aveva fatto uno sforzo enorme, riducendo e ripensando migliaia di componenti da fare stare nella mattonella da circa un chilo che serviva per telefonare. La parte più ingombrante e pesante era la batteria, problema che fatte le dovute proporzioni permane ancora oggi.
Contestualmente alla prima telefonata con telefono portatile, Motorola pubblicò anche una serie di domande e risposte per spiegare la propria nuova invenzione. Il documento spiegava che il telefono funzionava come “un comune apparecchio” ma che “può andare ovunque una persona vuole perché funziona con frequenze radio ultra-alte”. Si spiegava anche che il dispositivo avrebbe funzionato ovunque fosse presente il segnale radio, fatta eccezione per gli ascensori e gli scantinati “dove le onde radio non possono viaggiare”. Le domande e risposte ipotizzavano anche il possibile costo del nuovo sistema, con abbonamenti tra i 60 e i 100 dollari al giorno. I costi, si diceva, sarebbero poi scesi con il progressivo diffondersi della nuova tecnologia. E il documento chiariva che “no”, molte persone avrebbero continuato a usare il loro telefono in auto anche dopo l’arrivo del cellulare.
Motorola confidava di mettere in commercio il suo primo telefono cellulare a metà degli anni Settanta, ma i tempi alla fine si rivelarono più lunghi. Furono necessari quasi dieci anni per il primo modello, l’8000x, messo in vendita a partire dal marzo del 1983. Altri modelli arrivarono negli anni seguenti, anche da parte della concorrenza.
La grande diffusione dei cellulari, per quanto riguarda il nostro paese, è iniziata relativamente tardi, intorno alla metà degli anni Novanta e solo a partire dal 2000 si è verificata una considerevole impennata delle vendite. Alla loro diffusione hanno contribuito la progressiva riduzione dei prezzi e la diffusione delle nuove tecnologie, non più basate su sistemi analogici, ma su quelli digitali più affidabili e in grado di gestire simultaneamente un numero molto più alto di telefoni. Oggi il sistema DYNA TAC (analogico) è considerato obsoleto e superato, ma le diverse serie di cellulari basate su questo sistema sono ancora molto ricercate dai collezionisti e continuano a essere in buona parte dell’immaginario collettivo, yuppies compresi.