Il tour di Alessandro Mannarino
Tutto nei teatri, tutto di chitarre
di Azzurra Tesei - Caffeina
È iniziato il 15 marzo “Corde: concerto per sole chitarre”, nuovo tour di Alessandro Mannarino, cantautore romano autore dei dischi “Bar della Rabbia”, “Supersantos”, e di una tournée americana nell’ambito dell’Hit Week Festival. Tornato da New York Mannarino porta da Orvieto a Napoli, per tutta la primavera, uno spettacolo intimo: è con la chitarra che nascono le sue canzoni, «il progetto per sole chitarre è un pensiero che avevo in mente da almeno due anni: l’intento era quello di rendere le canzoni in modo diverso, canzoni scritte solo con la chitarra in mano che si adattano, per questo, ancora di più all’atmosfera del teatro. Ho avuto la fortuna di poterle fare con grandi musicisti e mi sono reso conto che, lavorando sugli arrangiamenti, nemmeno ci si rende conto della mancanza di alcuni strumenti: le canzoni funzionano. Il lavoro mi sta dando molte soddisfazioni, in alcuni pezzi esco di più, è una cosa diversa, più teatrale», spiega Mannarino.
Nel progetto è accompagnato da eccellenti chitarristi come Alessandro Chimienti, membro della sua band, Tony Canto, grande musicista siciliano, e Fausto Mesolella, polistrumentista e fondatore con Peppe Servillo degli Avion Travel. Ecco come e perché hanno cominciato a collaborare: «Con Tony Canto ho lavorato alla produzione dei miei dischi, lo conoscevo già da tempo; Mesolella invece ho avuto il piacere di incontrarlo al Premio Gaber, ci siamo ritrovati sui palchi e una sera parlando con Tony di questo progetto abbiamo pensato di coinvolgere anche Fausto. È stato contentissimo ed eccoci qua, a suonare tra amici a teatro».
Dopo “L’ultimo giorno dell’umanità” il tour della primavera scorsa, Mannarino ha scelto di nuovo il teatro: «È il luogo deputato all’ascolto, al sogno: si apre il sipario, si spengono le luci, chiudi gli occhi e puoi sognare. Qualsiasi cosa può essere credibile e vera. In altri posti questo non succede perché sei circondato dalla realtà, della piazza o del locale che sia. È un linguaggio diverso: in piazza crei una festa ed ha la sua bellezza, a teatro lavori sulle immagini, sulla fantasia, sul sogno. Quello che vorrei fare è portare la gente della piazza a teatro: il piacere di suonare si unirebbe all’idea di ampliare il pubblico dei teatri. Non mi piacerebbe vedere a teatro solo la gente che è solita frequentarlo. L’unica nota un po’ amara per me e per la quale mi sono battuto molto è il costo del biglietto: ho cercato di mantenere un prezzo popolare, “da piazza”, ma purtroppo non dipende solo da me. Nel biglietto è compreso quello che dalla platea non si vede, il lavoro dei tecnici, di chi si occupa della scenografia e degli arrangiamenti».
Accompagnati da una scenografia di chitarre che pendono dal cielo, i quattro musicisti proseguono il tour il 15 aprile al Teatro Nazionale di Milano, il 18 a Lecce, il 19 al Teatro Nuovo di Martina Franca, il 24 a Reggio Calabria, il 25 a Messina, il 26 a Palermo, il 4 maggio a Padova e il 6 a Napoli.
(foto Andrea Martella)