Il punto sulle consultazioni

Il PD è contrario al "governissimo" e si rimette a Napolitano, il PdL è favorevole a grande coalizione guidata da Bersani, il M5S non cambia posizione, SEL vuole incarico pieno per Bersani

Aggiornamento 19.44. Che cosa ha detto Enrico Letta dopo l’incontro con Napolitano: no al governissimo, decida il presidente della Repubblica, “non mancherà” il sostegno del PD.

Abbiamo deciso di partire da un ascolto vero del risultato elettorale, dagli esiti clamorosi: per questo non volevamo un esito tradizionale, politicista. Per questo abbiamo cercato il coinvolgimento di tutti attraverso una convenzione costituente. Quello per noi è ancora il luogo dove deve avvenire la legittimazione reciproca.

Contestualmente, per far partire questo processo, abbiamo proposto un governo per avviare la legislatura, sapendo che le contrapposizioni tra forze politiche rendono non idoneo un governissimo tra le forze politiche tradizionali. I troppi no che abbiamo ascoltato in questi giorni, anche quelli di questa mattina, rischiano di negare la possibilità del cambiamento. È quindi con rammarico che abbiamo espresso a Napolitano fiducia piena, profonda gratitudine, dicendogli che non mancherà il nostro supporto responsabile alle sue decisioni.

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Aggiornamento 18.50. Andrea Olivero di Scelta Civica, dopo le nuove consultazioni con Napolitano, ha detto che «purtroppo la chiusura delle diverse forze politiche, improntata sia a interessi di parte che a chiusure ideologiche, sta impedendo di avere un governo stabile» e che Scelta Civica ha «espresso disponibilità e impegno per costruire grande coalizione tra le tre principali forze che in questi anni sono state disponibili a programma riformista».

Nichi Vendola, capo di Sinistra e Libertà, ha chiesto invece di dare un incarico pieno a Bersani, «che ha incarnato con coraggio la necessità di un dialogo con la domanda di cambiamento» e perché c’è «la necessità di compiere fino in fondo il tragitto e portare davanti alle camere un programma di cambiamento e una proposta di squadra di governo». Secondo Vendola «al di fuori della personalità del capo del centrosinistra non vi è alcuna possibilità di risolvere l’intricata situazione della politica italiana» ed è «interdetta qualunque possibilità di immaginare un governo di larghe intese. Il PdL non è  un alleato possibile».

Adesso tocca al Partito Democratico (andrà Letta e non Bersani, formalmente ancora incaricato). Poi sapremo qualcosa dalla presidenza della Repubblica. Stando a quanto ha fatto sapere ieri il Quirinale, Napolitano ha fatto le consultazioni di oggi per “approfondire” quanto già sondato da Pier Luigi Bersani, segretario del PD, al quale era stato affidato il mandato di verificare l’esistenza di una maggioranza parlamentare certa. La situazione è sempre bloccata dal giro di veti venuto fuori dopo le elezioni fra i tre schieramenti che hanno avuto più voti: il PdL è disposto a fare un’alleanza col PD (anche guidata da Bersani, ha detto oggi Berlusconi) ma il PD fin qui ha escluso categoricamente un’alleanza col PdL; il PD ha preso in considerazione solo un’alleanza col M5S, che però ha escluso di allearsi con chiunque; il M5S chiede per sé il governo ma non spiega né come troverebbe i numeri per la fiducia (è minoranza in entrambe le camere) né soprattutto chi guiderebbe questo governo.

Se questo giro di consultazioni dovesse andare a vuoto, la palla sarebbe di nuovo nel campo di Giorgio Napolitano: secondo la gran parte degli osservatori e della stampa potrebbe dare un incarico di governo a qualcuno tra stasera e domattina – ieri il Quirinale ha fatto sapere di voler agire “senza indugio”, e siamo già al secondo giro di consultazioni – ma non è chiaro né chi dovrebbe ottenerlo né, soprattutto, con quale forma di sostegno parlamentare.

Aggiornamento 16.50. Vito Crimi e Roberta Lombardi, capigruppo del Movimento 5 Stelle, dopo il loro incontro con Napolitano, hanno raccontato che il presidente della Repubblica ha detto che «non ci sono le condizioni per una maggioranza politica». Loro hanno detto di aver ribadito di essere «disponibili a formare un governo 5 Stelle» e che sono determinati a «non dare fiducia a governi politici o pseudo tecnici, ma votare in aula ogni legge che si accordi con il nostro programma». Crimi e Lombardi hanno detto di non avere fornito nomi o rose di nomi al presidente della Repubblica: dicono che il nome sarebbe fornito solo al momento dell’eventuale incarico, benché il presidente della Repubblica possa dare l’incarico solo a una persona e non a un partito.

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Per venerdì 29 marzo, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha organizzato una nuova serie di consultazioni al Quirinale in seguito all’esito “non risolutivo” di Pier Luigi Bersani, incaricato la settimana scorsa di “verificare l’esistenza di un consenso parlamentare certo” su un governo da lui guidato. Bersani nei giorni scorsi ha incontrato le parti sociali e tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento, ma non ha ricevuto sufficienti consensi per dire con certezza giovedì a Napolitano di avere una maggioranza. Con le nuove consultazioni, Napolitano verificherà se ci siano o meno le condizioni per dare definitivamente l’incarico a Bersani, o se sia necessario ricorrere a una soluzione alternativa, probabilmente di tipo istituzionale.

Alle 11:00 è iniziato l’incontro di Giorgio Napolitano con le delegazioni del Popolo della Libertà e della Lega Nord. Il colloquio è durato più di un’ora e al termine Silvio Berlusconi ha fatto una breve dichiarazione, dicendo di essere aperto e favorevole alla creazione di un governo di grande coalizione insieme con Partito Democratico, Scelta Civica, Lega Nord e Popolo della Libertà. Ha poi detto che tra i candidati possibili “va bene anche Bersani”.

Giorgio Napolitano consulterà gli altri partiti nella giornata di venerdì secondo quest’ordine:

16:00 – Movimento 5 Stelle

17:00 – Scelta Civica

18:00 – Sinistra Ecologia e Libertà

18:30 – Partito Democratico

Terminate le consultazioni, il presidente comunicherà le proprie decisioni, probabilmente già nel tardo pomeriggio di venerdì.