Le parole di Battiato
È impressionante il rilievo che hanno avuto, scrive al Corriere Franco Mussida della PFM: ma è anche rivelatore
In una lettera al Corriere della Sera Franco Mussida, chitarrista e compositore della PFM, ha commentato la vicenda di Franco Battiato, a cui il presidente della regione Sicilia Rosario Crocetta ha revocato l’incarico di assessore al Turismo per aver definito “troie” le parlamentari italiane, durante un incontro istituzionale nella sede del Parlamento europeo a Bruxelles. Mussida, pur riconoscendo la scelta non proprio opportuna del contesto in cui è stato espresso il giudizio e il modo sgradevole con cui si è espresso Battiato, dice di essere spaventato da «questo multidirezionale tiro a pallettoni, verso una persona che ha peccato solo nella forma» e che «è vittima di un sistema in cui purtroppo le parole contano più dei fatti».
Caro Direttore, così si esprime il comune amico Fabrizio De Andrè in Giugno 73 : «Tua madre ce l’ha molto con me perché sono sposato e in più canto, però canto bene e non so se tua madre sia altrettanto capace di vergognarsi di me». È la frase iniziale del brano che mette in luce un velato pregiudizio verso chi fa il mestiere di far «divertire» il pubblico cantando. Cantando si può invece fare ben altro. Si può far riflettere, promuovere un’idea di futuro che orienta lo sguardo verso la luna e non si ferma al dito che la indica. Così ha orientato la sua vita d’artista Franco Battiato. Le frasi in libertà pronunciate in un contesto istituzionale, forse figlie di una diffusa atmosfera grillina, fanno ancora più notizia per il fatto che a pronunciarle sia stato un artista-intellettuale equidistante dai poteri dominanti.
Il putiferio scatenato, e le relative conseguenze, ovvero il licenziamento in tronco decretato dal governatore della Sicilia, mi ha però fatto scattare istintivamente un moto di solidarietà che provo a spiegare. Lo sdegno con il quale Battiato si è scagliato con chi ha il solo interesse di arrivare ad ottenere potere allo scopo di esercitarlo per fini economici è del tutto condivisibile e ci coinvolge tutti. Certo è sorprendente che abbia voluto esprimerlo in un modo stonato e sgradevole che non si accorda con la persona. Che prima di parlare non abbia pensato al contesto in cui si trovava pare evidente, anche se è possibile che a trarlo in inganno sia stata l’atmosfera rilassata di quella piccola sala defilata nel Parlamento Europeo, atmosfera per così dire, conviviale, magari da lui stesso provocata. Nonostante l’argomento sia grave, spaventa questo multidirezionale tiro a pallettoni, verso una persona che ha peccato solo nella forma.