Michelle Bachelet si ricandida in Cile
È stata una popolarissima presidente durante il suo primo mandato, dal 2006 e il 2010, e anche oggi i sondaggi la danno per favorita
L’ex presidente del Cile Michelle Bachelet ha annunciato mercoledì 27 marzo che si ricandiderà alle elezioni presidenziali del novembre 2013. Da mesi circolavano voci in questo senso, rafforzate dalle sue dimissioni da capo dell’agenzia dell’ONU che si occupa delle donne, ruolo che aveva dal 2010. Bachelet è stata presidente del Cile con il Partito Socialista (di orientamento socialdemocratico) per un mandato, dal 2006 al 2010, la prima donna eletta a quell’incarico.
Durante i suoi anni alla presidenza Bachelet è stata molto popolare, e i sondaggi dicono che è attualmente la favorita anche per le prossime elezioni con circa il 50 per cento dei consensi. Il centrodestra del presidente uscente Sebastián Piñera – che non si può ricandidare, perché la Costituzione del 1980 proibisce due mandati consecutivi – opporrà l’ex ministro dei Lavori pubblici Laurence Golborne e l’ex ministro della Difesa Andres Allamand, che però sono lontanissimi da Bachelet secondo gli ultimi sondaggi. Entrambi sono stati sostituiti nel governo Piñera dopo l’annuncio della loro candidatura.
Michelle Bachelet, 61 anni, è un’ex pediatra con una storia personale di vittima della dittatura del generale Pinochet (conclusa alla fine degli anni Ottanta), che arrestò e torturò il padre, un generale dell’aviazione che era stato anche funzionario del governo Allende, abbattuto dal colpo di stato militare nel 1973. Michelle Bachelet lasciò il paese nel 1975 e ritornò quattro anni più tardi, dedicandosi alla medicina e riavvicinandosi al Partito Socialista (allora fuorilegge). Dopo il ritorno alla democrazia rimase per diversi anni sconosciuta a livello pubblico finché nel 2000 il presidente Ricardo Lagos la nominò ministro della Salute e poi della Difesa, la prima donna in tutto il Sudamerica a ricoprire quell’incarico: diventò in pochi anni uno dei politici più popolari del paese.
Durante i quattro anni del suo mandato presidenziale, Bachelet ha investito molto sui servizi sociali e ha aiutato un periodo di grande crescita economica per il Cile, che è diventata una delle economie più stabili del Sudamerica. Il paese mantiene alti livelli di crescita anche grazie alla ricchezza di risorse naturali e in particolare di rame: lo scorso anno l’economia cilena è cresciuta del 5,6 per cento e la disoccupazione è ai minimi da sei anni. Restano però gravissimi problemi di disuguaglianza economica e di redistribuzione dei guadagni che provengono dalle miniere. Nel discorso di una ventina di minuti con cui ha annunciato la sua candidatura, Bachelet ha fatto riferimento proprio a questo, parlando della necessità di “combattere la disuguaglianza”. Ha detto inoltre di aver preso la sua decisione “con gioia, determinazione e molta umiltà”.
Bachelet è stata un leader carismatico e piuttosto inaspettato per un paese conservatore e tradizionalista come il Cile: non è credente ed è madre divorziata di tre figli. I suoi critici dicono che il suo successo è troppo personalistico e che durante il suo mandato non è stata abbastanza coraggiosa nel processo di riforma, ma quello che ha realmente nuociuto alla sua popolarità fu la risposta del governo nel ristabilire l’ordine e far partire i soccorsi dopo il devastante terremoto che colpì il paese nel febbraio del 2010 (nelle ultime settimane del suo mandato), ritenuta da alcuni troppo lenta e inefficiente.
Il suo ritorno è una buona notizia per la coalizione di centrosinistra attualmente all’opposizione nel paese, che nel 2010 ha ricevuto la sua prima sconfitta dopo vent’anni ininterrotti di governo e che sta dimostrando problemi a mantenersi unita. Bachelet avrà probabilmente poca opposizione durante le primarie del partito, ma se il periodo alle Nazioni Unite e lontano dalla politica cilena ha dato una spinta ulteriore alla sua popolarità, è molto probabile che la campagna elettorale non sarà altrettanto facile.
Foto: AP Photo/Fernando Vergara