L’ONU indagherà sulle armi chimiche in Siria
Un team indipendente guidato da uno scienziato svedese dovrà verificare se è stata varcata quella che secondo gli Stati Uniti è "la linea rossa"
Il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, ha nominato lo scienziato svedese Ake Sellstrom a capo di un team indipendente che dovrà verificare se durante la guerra civile siriana sono state usate armi chimiche dalle forze governative fedeli al presidente Bashar al Assad o dai ribelli. La questione dell’uso delle armi chimiche in Siria è molto importante e significativa. Da diversi mesi, infatti, il presidente americano Barack Obama sostiene che l’uso di armi chimiche da parte del regime di Assad rappresenta una “linea rossa”: superata quella, gli Stati Uniti sarebbero pronti a intervenire in Siria con un intervento militare.
Sull’uso delle armi chimiche in Siria si è parlato molto dopo un attacco del 19 marzo vicino alla città di Aleppo, nel nord del paese. Nell’attacco morirono 26 persone, tra cui anche alcuni soldati dell’esercito siriano. In quell’occasione governo e ribelli si accusarono reciprocamente di avere fatto uso di armi chimiche: un fotografo dell’agenzia Reuters disse di avere visto molte persone negli ospedali di Aleppo con gravi difficoltà respiratorie e di avere sentito un forte odore di cloro, che poteva significare l’uso di questo tipo di armi.
Quello di Aleppo, secondo molti, fu il primo episodio di uso di armi chimiche dall’inizio della guerra civile in Siria. Tuttavia, già in occasione di un attacco precedente del 23 dicembre 2012 a Homs, si era parlato dell’uso di armi chimiche da parte del regime siriano: il blog The Cable della rivista americana Foreign Policy aveva pubblicato una comunicazione riservata del Dipartimento di Stato che ne aveva confermato l’utilizzo. Gli Stati Uniti e il Regno Unito dissero che, se confermato, l’uso di armi chimiche li avrebbe portati ad aumentare il loro coinvolgimento nella guerra; la Russia, che dall’inizio della guerra si è schierata dalla parte del governo siriano, sostenne che in realtà queste armi erano state usate dai ribelli e non dall’esercito governativo.
Sellstrom si è già occupato in passato di armi chimiche, sempre per l’ONU: fu capo ispettore per l’UNSCOM, il team dell’ONU che negli anni Novanta era incaricato di investigare e smantellare il programma chimico e biologico dell’Iraq di Saddam Hussein. Sellstrom lavorò anche con l’UNMOVIC, il gruppo ONU che ritornò in Iraq nel 2002 per verificare se il regime di Hussein possedeva ancora delle armi di questo tipo – giungendo alla conclusione che non c’erano prove che ne dimostrassero l’esistenza.
L’investigazione guidata da Sellstrom, che era stata chiesta all’ONU principalmente da Francia e Regno Unito, sarà di tipo tecnico: si limiterà a stabilire se sono state usate armi chimiche in Siria, e non indagherà su chi eventualmente le avrebbe usate. Non è ancora chiaro quali paesi parteciperanno all’investigazione di Sellstrom. L’ONU ha detto che il team dovrà essere indipendente, e che non dovrà coinvolgere i rappresentanti dei 5 paesi con potere di veto nel Consiglio di Sicurezza. Lunedì Russia e Cina avevano confermato la loro presenza ma oggi l’ambasciatore russo all’ONU, Vitaly Churkin, ha detto che molto probabilmente il suo governo non sarà rappresentato nel team guidato da Sellstrom, proprio a causa dell’opposizione dell’ONU.
Foto: Ake Sellstrom (AP photo / Scanpix Sweden, Erik Hillbom)