Cipro ha poco tempo
Lunedì la BCE potrebbe tagliare i fondi di emergenza, il governo deve trovare in fretta 5,8 miliardi di euro e non può contare sull'aiuto della Russia
Il Parlamento di Cipro ha poco tempo per approvare una nuova serie di provvedimenti che consentano al paese di raccogliere i 5,8 miliardi di euro di cui ha bisogno per ottenere il prestito da 10 miliardi di euro concordato con Fondo Monetario Internazionale (FMI), Banca Centrale Europea (BCE) e Unione Europea (UE), denaro necessario per mettere in sicurezza il sistema bancario cipriota e l’economia dell’isola. A inizio settimana il Parlamento ha respinto il piano del presidente cipriota Nicos Anastasiades, che prevedeva un cospicuo prelievo forzoso una tantum dai conti correnti per recuperare in tempi rapidi nuovi fondi. I parlamentari devono ora trovare una nuova soluzione in poco tempo, perché la BCE potrebbe interrompere l’erogazione dei fondi di emergenza per Cipro il prossimo lunedì 25 marzo.
Alla ricerca di soluzioni alternative per non gravare troppo sulle finanze della popolazione, il ministro dell’Economia cipriota, Michael Sarris, aveva raggiunto nei giorni scorsi Mosca, per fare alcune proposte al governo russo e chiedere il suo aiuto. Stando a quanto riportato da diverse agenzie di stampa internazionali, Sarris avrebbe proposto al suo omologo russo, Anton Siluanov, una serie di titoli e prodotti finanziari legati soprattutto al campo energetico in cambio di un prestito da circa 5 miliardi di euro. Tra le proposte c’era anche quella di concedere lo sfruttamento di alcuni grandi giacimenti di gas al largo delle coste cipriote. Le contrattazioni non hanno però portato a nulla di concreto e lo stesso Siluanov ha confermato che la Russia non concederà nuovi prestiti a Cipro.
Nel 2011 la Russia aveva concesso a Cipro un prestito di emergenza di circa 2,5 miliardi di euro. Il governo russo ha del resto un particolare interesse per l’isola, che viene usata da molti e danarosi correntisti russi come paradiso fiscale. L’Unione Europea ha però imposto limiti alle quantità di denaro che Cipro può ottenere in prestito dalla Russia, proprio per evitare che il paese si indebiti ulteriormente, e anche per questo motivo il governo di Mosca non ha concesso nuove linee di credito.
Le autorità europee, a partire dai membri dell’Eurogruppo (l’insieme dei ministri delle finanze i cui paesi adottano l’euro), hanno dato la loro disponibilità a discutere una nuova bozza per il piano di aiuti economici da concedere a Cipro, ma prima il paese dovrà dimostrare di avere le risorse per trovare 5,8 miliardi di euro come già previsto dagli accordi precedenti. Il governo cipriota ha predisposto una nuova serie di provvedimenti che ora il Parlamento deve votare. Tra le soluzioni alternative al prelievo forzoso dai conti correnti ci sono: l’ipotesi di emettere nuovi titoli “di solidarietà”, basati su particolari risorse dello Stato, e l’utilizzo di parte dei fondi pensione. Non è del tutto escluso che il Parlamento possa approvare un nuovo prelievo forzoso, con aliquote più basse rispetto a quelle immaginate a inizio settimana.
Le banche a Cipro sono chiuse da lunedì 18 marzo, e lo rimarranno fino a martedì 26 marzo. La Banca centrale cipriota vuole evitare che si verifichi la cosiddetta “corsa agli sportelli“, ovvero il ritiro di massa di somme di denaro dai conti correnti, che potrebbero essere interessati a breve dal prelievo forzoso. Sull’isola sono stati limitati anche gli importi massimi dei prelievi agli sportelli automatici, e ridotti i margini per potere eseguire transazioni finanziarie elettroniche. A Nicosia, la capitale di Cipro, continuano manifestazioni e proteste da parte della popolazione, contraria al prelievo forzoso dai conti correnti e a nuove forme di tassazione per superare la crisi.