Le foto di Obama in Palestina
Ha fatto un discorso a favore della soluzione dei "due stati", è stato interrotto, è stato contestato molto in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza
Nel secondo giorno della sua visita in Israele e Palestina, oggi il presidente americano Barack Obama è andato a Ramallah, in Cisgiordania, per incontrare il presidente dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas. I temi dell’incontro sono stati simili a quelli che Obama aveva trattato ieri con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, a Tel Aviv: la soluzione dei “due stati”, cioè quella che prevede la costruzione di uno stato palestinese, e la questione degli insediamenti in Cisgiordania, che da tempo viene considerata l’ostacolo principale ai colloqui di pace tra Israele e Palestina.
Al termine dell’incontro a Ramallah, Obama e Abbas hanno tenuto una conferenza stampa congiunta nella sede dell’Autorità palestinese. Obama ha detto di voler sostenere la soluzione dei “due stati”, ribadendo di avere trovato d’accordo su questo tema sia Netanyahu che Abbas. Obama ha ammesso di riconoscere le grandi divergenze politiche tra israeliani e palestinesi, ma ha anche detto che queste “non possono essere usate come scusa per non fare niente”.
La visita di Obama sta suscitando parecchie proteste soprattutto tra i palestinesi. I temi trattati negli incontri ufficiali del presidente americano con Netanyahu e Abbas sono infatti oggetto di scontri da decenni, e lo stesso fronte palestinese non è compatto sulle posizioni dell’Autorità palestinese. Questa mattina, mentre teneva un discorso all’International Convention Center di Gerusalemme sulle prospettive di pace in Medio Oriente, Obama è stato interrotto da uno studente. Dal video che è stato diffuso in rete non si capisce cosa urli lo studente: secondo alcune dichiarazioni dei presenti potrebbe avere detto “Free Palestina”, oppure avere chiesto la liberazione di Jonathan Pollard, un americano scoperto di lavorare per i servizi segreti israeliani e incarcerato nel 1987. «Questo fa parte del dibattito che dobbiamo avere», ha replicato un sorridente Obama, «per affrontare i problemi difficili che abbiamo davanti».
Sul tema degli insediamenti in Cisgiordania le posizioni di Obama sono state meno nette, anche perché il nuovo parlamento israeliano, che ha giurato solo tre giorni fa, è in maggioranza molto favorevole alla politica delle colonie. Obama, che ha già rapporti non troppo amichevoli con Netanyahu, non ha voluto scontrarsi subito con il nuovo governo israeliano, anche perché lo scopo della visita era proprio quello di rinsaldare i rapporti con Israele.
Anche a causa dell’ambiguità di Obama su questo tema, molti palestinesi hanno organizzato oggi altre manifestazioni anti-americane in Cisgiordania (alcune delle quali si sono trasformate in manifestazioni anti-Abbas). Molte proteste sono state organizzate anche nella Striscia di Gaza: nella città di Rafah, alcuni palestinesi sono stati ripresi mentre bruciavano un fantoccio con la faccia di Obama.