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  • Mercoledì 20 marzo 2013

Tra Siria e Turchia

Il fotografo Bulent Kilic racconta la vita nei campi profughi di Atme, Azmarin e Serjilla: panni stesi al sole, ragazze che lavano i piatti e tanti tendoni

A Syrian woman carries her child outside their makeshift house at the refugee camp of Qah along the Turkish border in the village of Atme in the northwestern province of Idlib, on March 17, 2013. The conflict has killed at least 70,000 people, and forced more than one million Syrians to seek refuge abroad. Millions more have been internally displaced. AFP PHOTO/BULENT KILIC (Photo credit should read BULENT KILIC/AFP/Getty Images)
A Syrian woman carries her child outside their makeshift house at the refugee camp of Qah along the Turkish border in the village of Atme in the northwestern province of Idlib, on March 17, 2013. The conflict has killed at least 70,000 people, and forced more than one million Syrians to seek refuge abroad. Millions more have been internally displaced. AFP PHOTO/BULENT KILIC (Photo credit should read BULENT KILIC/AFP/Getty Images)

Bulent Kilic è un fotografo turco che negli ultimi tempi ha realizzato per l’agenzia fotografica AFP diversi reportage dalla Siria, documentando soprattutto cosa succede al confine con la Turchia. Le foto mostrano il campo di Atme, a 60 chilometri da Idlib, nella Siria settentrionale, dove ogni giorno aumenta il numero dei rifugiati in fuga dal regime di Bashar al Assad, il villaggio di Azmarin e Serjilla, una delle cosiddette “città morte bizantine”, dove i profughi siriani trovano rifugio tra le rovine di chiese e tombe romane. Dall’inizio del conflitto tra ribelli e forze governative in Siria sono morte quasi 70 mila persone, mentre più di un milione è scappato dalle proprie case.