Cipro ha respinto il prelievo forzoso
Il Parlamento ha votato contro il piano di salvataggio concordato con autorità europee e Fondo Monetario Internazionale
Aggiornamento delle 19:20
Il Parlamento di Cipro ha respinto il piano di salvataggio concordato con Unione Europea, BCE e Fondo Monetario Internazionale, che tra le altre cose avrebbe comportato il prelievo forzoso dai conti correnti ciprioti. 36 parlamentari hanno votato no, 19 si sono astenuti.
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Nella serata di lunedì 18 marzo i ministri dell’Economia e delle Finanze degli stati europei che adottano l’euro – ovvero l’Eurogruppo – si sono confrontati sul problema della crisi economica di Cipro, e sul piano di aiuti finanziari previsto per il paese insieme con Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale. Al termine dell’incontro il presidente Jeroen Dijsselbloem ha diffuso un comunicato in cui si ripete che l’Eurogruppo ritiene necessario un diverso trattamento tra piccoli e grandi correntisti a Cipro, che potrebbero essere coinvolti presto in un prelievo forzoso di denaro dai loro conti in banca da parte del governo.
In cambio degli aiuti per circa 10 miliardi di euro, infatti, il presidente cipriota Nicos Anastasiades si è impegnato a fare approvare un provvedimento per eseguire un prelievo obbligatorio una tantum dai conti correnti nelle banche di Cipro. L’operazione consentirebbe di trovare le risorse per salvare il sistema bancario e mettere in sicurezza i conti pubblici, ma prevede che ogni correntista sia coinvolto con il prelievo di notevoli quantità di denaro. Chi possiede meno di 100mila euro in banca subirà un prelievo obbligatorio da parte dello Stato pari al 6,75 per cento, per i conti correnti con più di 100mila euro il prelievo sarà pari al 9,9 per cento della parte eccedente i 100mila. Ogni correntista riceverà in cambio azioni della banca in cui ha il proprio conto per un valore pari a quello prelevato dallo Stato. In questo modo ogni correntista contribuirebbe quasi in forma diretta al salvataggio del settore bancario sotto forte stress.
Il Parlamento avrebbe dovuto votare il provvedimento nella giornata di lunedì 18 marzo, ma la votazione è stata rimandata al pomeriggio di martedì 19 marzo per avere più tempo per studiare una soluzione alternativa. Stando ad alcune fonti consultate dalla BBC, Anastasiades starebbe valutando la possibilità di portare al 3 per cento il prelievo sui conti con meno di 100mila euro, alzando l’altra aliquota al 12,5 per cento. Questa soluzione consentirebbe di recuperare probabilmente qualche consenso in Parlamento, dove al momento non è detto che il presidente abbia voti a sufficienza per fare passare la legge. La riduzione dell’aliquota più bassa andrebbe anche incontro alle richieste dell’Eurogruppo, che chiede più tutele per chi ha conti in banca con meno di 100mila euro.
Anastasiades sembra essere comunque determinato a fare passare la legge. Da quando ha raggiunto l’accordo per il piano di salvataggio con FMI, BCE e UE, il presidente di Cipro ha ricordato in più occasioni che senza il prelievo forzoso il suo paese non avrà le risorse per affrontare la crisi e potrebbe rischiare il fallimento, con il collasso del suo sistema bancario. Nel timore che si potesse verificare la cosiddetta “corsa agli sportelli“, con prelievi di massa da parte della popolazione, si è deciso che le banche rimarranno chiuse fino a giovedì 21 marzo. Sono stati anche ridotti gli importi massimi per i prelievi ai bancomat e sono state bloccate le transazioni elettroniche. La soluzione dei prelievi obbligatori per affrontare la crisi economica di questi anni non era stata mai assunta prima nei paesi dell’euro e, secondo diversi osservatori, potrebbe costituire un pericoloso precedente per altri paesi in difficoltà economiche in Europa.
Lunedì 18 marzo centinaia di persone hanno manifestato a Nicosia, la capitale di Cipro, contro il governo chiedendo un piano alternativo a quello dei prelievi forzosi dai conti correnti. Alcuni cartelli erano anche contro il cancelliere tedesco Angela Merkel: secondo chi protesta sarebbe stata la Germania a imporre i duri termini del piano di salvataggio che prevede i prelievi obbligatori in cambio di un finanziamento da 10 miliardi di euro. Il governo tedesco ha ricordato che la decisione è stata assunta dalle autorità europee e dal Fondo Monetario Internazionale, con l’invito al governo di Cipro a tutelare il più possibile i conti correnti al di sotto dei 100mila euro.
Il presidente russo Vladimir Putin ha definito “iniquo e pericoloso” il piano di salvataggio per Cipro, e il governo russo ha anche protestato per non essere stato coinvolto nella discussione su come affrontare la crisi economica cipriota. La Russia ha grandi interessi nel paese, che viene utilizzato come una sorta di paradiso fiscale da molti suoi cittadini danarosi. Le banche dell’isola sono anche utilizzate per transazioni poco trasparenti, probabilmente legate a operazioni di riciclaggio del denaro sporco. Anche per questo motivo le autorità europee, a partire dalla Germania, non se la sono sentita di fare pesare troppo l’operazione ai propri contribuenti e hanno chiesto a Cipro di farsi maggiore carico dell’operazione di salvataggio, preparando un piano di prelievi forzosi concentrato soprattutto sui conti con più di 100mila euro. Ma l’esito del voto al Parlamento di Cipro resta una grande incognita.